LA PRODUZIONE DEL FOTOVOLTAICO CON LA NEBBIA

Prendo spunto da un messaggio whatsapp ricevuto nei giorni scorsi da Stefano per scrivere questo articolo. Mi capita spesso di utilizzare gli spunti diretti dei miei clienti per approfondire delle tematiche specifiche.

Stefano abita in un paese del Biellese (posto non particolarmente rinomato per il bel tempo). Abita in un posto in collina/montagna. Immerso nel verde, a contatto diretto con la natura (spero tu possa immaginare l’agreste serenità che trasmette questo posto).

Stefano mi ha contattato lo scorso inverno perché desiderava migliorare la situazione energetica di casa sua. Casa di montagna senza particolari isolamenti, riscaldata con un termocamino ed una caldaia a gpl.

Con lui abbiamo affrontato tutte le varie problematiche di casa per poi definire un piano di intervento che gli permettesse di rendersi il più possibile autosufficiente dalle fonti fossili.

Il progetto installativo prevedeva di utilizzare tutta la falda del tetto per posizionare un impianto fotovoltaico da 6,6 kWp composto da 22 pannelli Aleo X59 Supercharged, inverter solaredge Hd Wave, 22 ottimizzatori di potenza, sistema di monitoraggio evoluto con modbus meter, batteria d’accumulo Tesla Powerwall2 da 13,5 kWh, kit intelligente per acqua calda sanitaria solaredge con bollitore da 100 litri e sistema ibrido daikin da 5 kw (con caldaia a gpl da 33 kw). Un lavoro più che completo che è un’alchimia ponderata di diversi sistemi integrati per il risparmio energetico globale di un immobile. Veniamo ora nello specifico a parlare dei pannelli scelti per questa installazione.

Ho consigliato a Stefano di installare questo tipo di pannello sostanzialmente per 3 motivi. 1)la resistenza del pannello (con 8000 pascal è il pannello al momento più resistente disponibile sul mercato) 2)Questo pannello può vantarsi di utilizzare il brevetto Aleo (Gruppo Bosch) He-Tec che garantisce una produzione fino al 24% maggiore rispetto ad un pannello standard, in caso di meteo avverso e quindi presenza di sola luce diffusa. 3)Perché questo pannello gode di una triplice garanzia di 25 anni sui difetti di fabbrica, 25 anni sulla resa lineare garantita all’85% e di 25 anni di manodopera gratuita per rotture o sostituzioni in garanzia.

Dopo questa doverosa premessa vi trascrivo il messaggio che mi ha inviato Stefano assieme alla foto che vedete qui di fianco (foto che arriva direttamente dalla stazione meteo posizionata sul tetto di casa sua). “Situazione odierna a casa mia, nebbia e pioviggine, incredibile però, sto producendo 0.8/1 kw e addirittura carico la batteria 😅😲

Spero tu possa capire che questi risultati sono possibili sono grazie ad un’attenta analisi dei consumi, un’adeguata conoscenza di tutti i prodotti disponibili sul mercato ed un’esperienza maturata sul campo in diversi anni di lavoro.

Se anche tu vuoi migliorare casa tua mi puoi contattare. Questi sono i miei recapiti!

Se vuoi vedere tutti gli ultimi lavori realizzati puoi vedere qui la gallery con date e luoghi degli interventi (aggiornata settimanalmente)

E se vuoi sentire e vedere come si sono trovati i clienti che hanno già utilizzato la mia consulenza, qui puoi vedere i video realizzati ad almeno un anno dall’attivazione degli impianti!

Fotovoltaico e “smaltimento sostenibile”

Una notizia interessante per il binomio fotovoltaico e smaltimento dei pannelli.
Un gruppo di ricercatori della Corea del Sud ha trovato un sistema di riciclo più sostenibile che non prevede l’utilizzo di una sostanza chimica altamente tossica come l’acido fluoridrico. Solitamente, dopo aver recuperato i wafer di silicio da una cella fotovoltaica esausta, li si tratta con questa sostanza inquinante e nociva. (che va trattata con estrema cura e che ha anch’essa dei processi e quindi dei costi di smaltimento). Una ricerca condotta in tandem da scienziati del Korea Electronics Technology Institute e del Korea

smaltimento pannelli fotovoltaici
smaltimento pannelli fotovoltaici

Interfacial Science and Engineering Institute ha prodotto risultati sorprendenti. Infatti, dal loro lavoro congiunto è nato il primo sistema di riciclo sostenibile per il fotovoltaico. I  pannelli vengono prima riscaldati a 480 °C in un forno al fine di vaporizzare il collante che lega i wafer di silicio  al loro interno. A differenza delle precedenti prove effettuate si è scoperto che i wafer non si rompono durante il riscaldamento se la temperatura viene fatta salire di 15 °C al minuto.
Una volta che un wafer integro è stato rimosso dal pannello, l’elettrodo d’argento viene estratto dalla sua superficie superiore con acido nitrico (questo, ancora, non si è riusciti ad eliminarlo). Il rivestimento antiriflesso, l’emettitore termico e gli strati di giunzione p-n vengono poi polverizzati in una rettificatrice. Infine, l’idrossido di potassio stacca l’elettrodo di alluminio dal lato posteriore del wafer. Le nuove celle solari rigenerate, assicurano gli esperti, garantiscono prestazioni identiche a quelle ricavate da materia prima.

Riciclo sostenibile dei pannelli. Risparmio e tutela dell'ambiente
Riciclo sostenibile dei pannelli. Risparmio e tutela dell’ambiente.

Poiché nei prossimi anni si andranno a smaltire sempre più pannelli fotovoltaici, ben vengano queste innovazioni che permettono non solo di inquinare molto meno, ma anche di rigenerare i materiali per donare loro vita nuova ad altissima efficienza. Un altro passo avanti quindi per quanto concerne l’efficienza e la sostenibilità delle energie rinnovabili. Se da un lato abbiamo pannelli più prestanti, materiali più resistenti, sistemi di gestione più efficienti, dall’altro si stanno facendo passi interessanti anche per quanto concerne lo smaltimento e il riutilizzo sostenibile dei pannelli esausti.

Per avere ulteriori informazione sul riciclo dei pannelli fotovoltaici e sull’importanza di affidarsi ad aziende che lo prevedono già in fase di consulenza iniziale clicca qui.
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