Il consumo dei mesi da gennaio a luglio gode già dell’utilizzo di un impianto fotovoltaico. (si vede particolarmente dall’andamento della fascia arancione (dicasi F1). Ad agosto e settembre il risultato dell’utilizzo dell’accumulo fotovoltaico (si vede in particolare nel grafico del consumo serale e notturno in fascia Blu (F2)
Molti mi chiedono di analizzare i consumi post installazione del Tesla Powerwall 2. Chi mi è venuto a trovare all’evento “Casa su misura” di Padova, tenutosi dal 7 al 15 ottobre scorsi, ha potuto vedere in diretta il rendimento del monitoraggio sul grande schermo dello stand ed ha potuto toccare con mano i più famosi sistemi d’accumulo tra cui anche il Powerwall 2.
Per tutti gli altri, pubblico oggi la prima bolletta che mi spedisce Roberto (grazie Roberto !!!). Faccio riferimento alla sua perché è il primo powerwall 2 installato. Ma a breve potremo vedere (e pubblicare) anche i risultati di altri clienti che vorranno condividere la loro esperienza di “quasi autonomia” energetica.
Ma quindi si può avere “bolletta zero”? No, bolletta zero è un concetto non attuabile (se non tramite artifizi), perché rimangono dei costi fissi (minimi) che non permettono questo risultato. [Sì lo so che esistono aziende che propongono questo concetto con la vendita di crediti energetici, il cambio di gestore e l’accumulo virtuale, ma non lo reputo un sistema perseguibile, sia per i costi che per le normative vigenti (vedasi detrazione per ristrutturazione edilizia). Questa è la mia opinione, poi, ovviamente, chi decide di perseguire questa strada spero abbia fatto i suoi conti bene.
Ed allora, a cosa posso aspirare? Posso aspirare ad un autoconsumo quasi totale. O meglio ad una soddisfazione quasi totale del mio fabbisogno energetico ed anche e comunque all’immissione in rete dell’energia in eccesso prodotta dal mio impianto fotovoltaico (continuando a sfruttare quindi lo scambio sul posto).
Se poi voglio fare proprio bingo, è ancora possibile migliorare qualcosa. Attraverso una maggiore razionalizzazione dell’utilizzo della corrente elettrica a vantaggio di una riduzione dell’uso del gas ad esempio (parlo della produzione di acqua calda sanitaria e/o di riscaldamento attraverso l’utilizzo di pompe di calore pure o ibride). Ed il prossimo passo che farà Roberto per cercare sempre maggiore indipendenza (dal gas in questo caso) sarà quello di migliorare ulteriormente casa sua riducendo la spesa per il riscaldamento con un sistema ibrido.
Veniamo nel dettaglio alla bolletta. Non servono molte parole. Basta vedere la “nullità” dei kWh acquistati nonché l’importo irrisorio della bolletta. Ah, prima che qualcuno insorga (tanto ci sarà lo stesso qualcuno che non leggerà tutto l’articolo e che commenterà con “Eh, va beh, ma la bolletta di agosto e settembre, con il sole che spacca le pietre, che ci vuole per consumare poco o nulla?”), ribadisco che questo è lo storico disponibile, essendo il powerwall2 installato a luglio.
Quello che posso fare è, volendo fare un passo oltre, mostrarti un altro grafico di un altro cliente veneto (parlo di fatti, casi reali !!!). E’ il grafico relativo alla situazione energetica annua del Signor Moreno dalla quale si evince che con un semplice impianto fotovoltaico da meno di 4 kwp, una famiglia di 4 persone, una batteria d’accumulo Tesla Powerwall 1 da 6,6 kWh (ribadisco, utilizzo questo esempio in quanto al momento non abbiamo uno storico sul consumo di uno o più clienti con il powerwall 2), ed una pompa di calore per l’acqua calda sanitaria, è possibile comperare davvero poca corrente ogni anno. Prova ad immaginare quali risultati avrebbe potuto ottenere il Sig. Moreno con la nuova Tesla da 13,5 kWh (il doppio di capienza !!!)
Dal grafico si evince che il cliente con 4 kWp di impianto e con il powerwall1 (6,6 kWh) ha comperato nel 2017 solo un po’ di energia nei mesi di gennaio e febbraio (490 kWh). Per il resto dell’anno è stato autosufficiente ed ha anche immesso in rete ancora il 43% della produzione.
Il sole c’è, la tecnologia anche (in continuo lento ma inesorabile miglioramento). Non esistono scuse. Col risparmio (fiscale finché c’è) ed energetico/economico (abbattendo i costi della bolletta), puoi anche tu fare un passo verso l’indipendenza energetica. Bastano pochi semplici passi ma fatti bene. Passi sicuri col supporto di chi si prende cura di casa tua come se fosse la propria.
Come scegliere il proprio impianto fotovoltaico? Come sapere se la pompa di calore è la soluzione giusta? Come sapere se è il caso o meno di installare una batteria d’accumulo? E quale batteria? Da quanti kw? Sì ma quanto costa? Posso fare a meno del gas in casa mia? Posso scaldare l’acqua calda sanitaria con un sistema diverso dal termico e non solo l’estate? Come posso sapere se fiscalmente ho lo spazio necessario per detrarre? Come posso avere il miglior prodotto con le migliori garanzie al miglior prezzo?
E’ spesso difficile districarsi nella selva di offerte e prodotti diversi. Io ti posso garantire il miglior prodotto al miglio prezzo!
Quando faccio una consulenza coniugo consulenza specifica e prezzo. Lo faccio sempre, è il mio mestiere. Mi attiro le maledizioni dei competitor così facendo lo so, perché pubblicando i rendimenti reali dei prodotti, facendo delle consulenze specifiche con un alto valore aggiunto che permette di massimizzare il risparmio sia sull’acquisto del prodotto che nel rendimento e nella durata nel tempo, pubblicando i corretti prezzi di vendita dei prodotti e valutando apertamente i pro ed i contro, infastidisco le aziende che (per scelta – bisogno – core business) lavorano non sul rapporto qualità/prezzo ma sul rapporto prezzo/guadagno (a loro favore ovviamente).
Ora, parliamoci chiaro, giusto perché non ci siano fraintendimenti. Amo il mio lavoro ma il mio lavoro mi da anche da vivere. Pertanto non ti dirò mai che lavoro gratis. Ogni volta che vendo un prodotto o che faccio una consulenza super partes ovviamente vengo retribuito. La differenza è che la mia è una struttura molto leggera. I passaggi sono pochissimi. Pertanto riesco a garantire il TOP di qualità al prezzo corretto.
Perché il top di qualità?
perché non sono legato ad un marchio unico
perché decido io in quel momento sul mercato qual è il miglior prodotto al miglior prezzo
perché acquistando tutto just in time posso garantire sempre l’ultimo prodotto disponibile (quindi no reperti archeologici e fondi di magazzino!!!)
perché ogni situazione è un “caso specifico” e va scelto il “prodotto specifico” con competenza e cognizione di causa perché un prodotto non vale l’altro!
perché ci possono essere più ottimi prodotti ma per casa tua dobbiamo valutare quale sia il migliore in assoluto
perché una resa di un4/5% all’anno per 25 anni fa la differenza nel calcolo di ammortamento di un sistema per il risparmio energetico
perché la consulenza iniziale è gratuita
perché il mio lavoro è 100% soddisfatti
Ora, poiché ti posso garantire il TOP al prezzo migliore, perché ti faccio una consulenza gratuita, non ti resta che mandarmi una mail con i seguenti dati:
nome e cognome
comune e provincia in cui va installato l’impianto (lavoro su tutta Italia)
tempistica di realizzazione (quando lo vuoi fare?)
numero di telefono.
Verrai ricontattato entro 24 ore per la consulenza gratuita ed assieme valuteremo se e come potrò esserti utile.
L’etichetta energetica di una pompa di calore per acqua calda sanitaria
Nell’articolo di oggi ti spiegherò nel modo più semplice possibile cos’è una pompa di calore per acqua calda sanitaria ed a cosa serve. Cercherò poi di farti capire con alcuni esempi se può essere la soluzione ideale per te e la tua famiglia e se l’investimento “s’ha da fare o meno”.
Partiamo subito dalla prima informazione che tutti i clienti si affrettano a dirmi “io la pompa di calore già la ho” e solitamente mi indicano lo split del condizionatore. Ecco, quello è un condizionatore ad aria che funziona in pompa di calore e che produce aria calda. Qui ti parlo di un altro prodotto. Di pompe di calore quindi ne esistono di diversi tipi. Non starò qui a spiegarti tutti i tipi e le differenze nello specifico perché se sei un esperto ti stai già spulciando le schede tecniche di venti diversi modelli per capire quale COP sia migliore a -8,4 gradi centigradi (non so a cosa ti possa servire… però 😉 ).
Quindi, ti parlo di un sistema che utilizza il differenziale termico dell’aria per produrre calore da trasferire ad un liquido che ti serve come acqua calda sanitaria (ACS). Detto terra terra è l’evoluzione del vecchio boiler elettrico. La differenza sostanziale direi è che il vecchio boiler consumava 1 kwh per dare 1 kwh di calore (o anche meno), mentre questi nuovi ritrovati della tecnica arrivano ad avere un COP pari a 5 (pertanto con un kwh assorbito producono fino a 5 kwh di calore). Non male no?
Perché dovresti installarlo? Quando dovresti installarlo? Come lo puoi installare?
Io consiglio questa soluzione per ottimizzare il funzionamento di un impianto fotovoltaico andando a migliorare l’autoconsumo ed andando a ridurre i costi del gas (o del combustibile che uso per scaldare l’acqua) sia in estate che in inverno. Sì perché questo sistema funziona tutto l’anno. Se c’è produzione del fotovoltaico funziona con quello, altrimenti funziona prelevando dalla rete elettrica (in casi estremi).
Quella della pompa di calore è una soluzione che consiglio a chi
1)Ha un impianto fotovoltaico e non è soddisfatto di quanto autoconsuma (e pertanto crea un accumulo termico gratuito di acqua sempre disponibile all’utilizzo)
2) ha un discreto dispendio di acqua calda sanitaria, (tipo famiglie numerose)
3)utilizza il gas (metano o gpl) quasi esclusivamente per l’acqua calda
4)Utilizza la legna o il pellet anche per fare acqua calda sanitaria (perché in primavera estate è uno spreco inutile e anti economico oltre che inquinante utilizzare queste tipologie di combustibile)
5)vuole rendersi un po’ più autosufficiente dalle fonti fossili
Cosa costa una pompa di calore? Quale devo scegliere? Da quanti litri? Quale modello? Beh, qui è molto importante affidarsi ad un consulente competente sia per quanto riguarda la scelta del modello sia per quanto concerne l’installazione.
Diciamo che giusto per darti un’idea una pompa di calore da 90/100 litri è sufficiente al fabbisogno di 2 persone. Il costo installazione ed iva compresa per un buon prodotto garantito si aggira sui 2700 euro. Per una 200 litri che ovviamente permette di avere più acqua a disposizione il prezzo si aggira sui 2900 euro, per una pompa di calore da 300 litri siamo attorno ai 3300 euro. Ovviamente ogni modello ha le sue specifiche ed i suoi punti di forza. E’ per questo che ti consiglio di affidarti a qualcuno che ti possa consigliare bene e che ti possa supportare in caso di bisogno.
Leggo oggi sul sito ilmeteo.it: “E’ in atto l’immensa colata di aria artica sull’Italia. L’aria artica porterà con sé un tracollo delle temperature fino a 15° in meno rispetto alla media del periodo, e inoltre farà arrivare la neve, anche copiosa, su Adriatiche e al Sud. TEMPERATURE DAL 5 GENNAIO – E’ da questo giorno che l’imponente irruzione di aria artica invaderà l’Italia. Al Nord i valori minimi scenderanno fino a -7/-9° in pianura, fino a -18°/-26° in montagna. Al Centro valori notturni sottozero su tantissime città, a Roma sono previsti -5°, gelo anche al Sud, valori vicino allo zero anche sul resto delle regioni meridionali. Il giorno della Befana tutto il Centro-Sud vedrà la neve fino in pianura e coste con valori termici vicini agli zero gradi anche di giorno e sottozero di notte. Sabato 7 sarà la giornata più gelida, temperature non superiori allo zero al Nord e sulle colline del Centro-Sud, addirittura -7° di massima a Potenza! Valori massimi vicini allo zero su tutta Italia. Valori notturni fino a -10° in pianura al Nord, -5° previsti a Roma, -12 a l’Aquila, -10 a Potenza, -7° a Milano, Torino, Venezia, -9° a Padova.”
Ora, che faccia più freddo del solito credo tu te ne sia accorto da solo. Dai, è inverno, è normale che faccia freddo. Solo che forse con gli inverni più miti avuti negli ultimi anni forse c’eravamo un po’ abituati bene. Abituati a non soffrire il freddo ed a non avere spese di riscaldamento esorbitanti. Mettici poi l’aumento delle bollette di luce e gas dal primo gennaio ed il danno è fatto. Quindi il consiglio che ti do è di mettere da parte qualche bel centinaio di euro in più quest’anno per quando arriverà il conguaglio.
Bene, queste erano le notizie negative. E quelle positive? Quelle positive sono che potresti risparmiare anche il 50% di quello che attualmente spendi rendendo più efficiente casa tua.
Ti faccio un esempio semplice, così ti fai i conti con calma. Ma prima del conteggio alcune premesse:
ogni situazione va analizzata in modo specifico ed accurato per capire esattamente necessità, consumi, costi abitudini etc. Perché io lavoro così.
Prendo come esempio una cifra di spesa medio/bassa in modo che tutte le famiglie in media vi si possano riconoscere.
Le percentuali di risparmio come i consumi variano anch’esse da caso a caso ma comunque le percentuali di risparmio evidenziate sono dei casi (medi) reali di clienti che hanno già approfittato della mia consulenza.
Schema esemplificativo ENTRATE/USCITE dal quale si evince che in pochi anni è possibile ripagarsi l’impianto sfruttando il risparmio in bolletta garantito nonché gli incentivi fiscali statali.
Quanto spenderai quest’anno di gas? Mettiamo 1500 euro. Quanto spenderai quest’anno di energia elettrica? Mettiamo 1000 euro. Bene, in un anno spendi 2500 euro solo per rifornirti energeticamente. E se potessi risparmiare ben il 40/50% di questo importo? Sarebbero ben 1100/1250 euro. Giusto? Bene. E se per avere tutto questo benessere il tuo investimento fosse di 15.000 euro sui quali avere una detrazione fiscale media del 60% (9000 euro). In quanto rientreresti del tuo investimento?
Per qualsiasi domanda di carattere generale che può essere utile a tutti puoi cliccare e commentare qui sotto, se invece vuoi risparmiare subito scrivimi una mail a [email protected] con i tuoi dati di contatto e sarà mia cura contattarti entro 24 ore per valutare se e cosa sia possibile fare per la tua specifica situazione.
Le due vie del risparmio energetico. Si devono ottimizzare i consumi e si deve puntare all’autosufficienza energetica
Come risparmiare sulle bollette di luce e gas ? In diversi articoli ne ho già parlato soprattutto partendo dal presupposto che si deve agire in due direzioni (in entrambe per massimizzare il risultato). Risparmiare (dove è possibile) ed essere indipendenti (dove è possibile). In tutti e due i casi serve un po’ di applicazione e un piccolo investimento di tempo per capire e poi per agire.
Quindi riassumendo le strade sono due 1)mi produco energia da solo 2)razionalizzo ed ottimizzo i consumi. Entrambe le opzioni non devono però non andare a discapito del comfort e della perfetta vivibilità della propria abitazione.
Il punto 1 è stato ampiamente trattato. Vi metto i link ad alcuni articoli in modo da poter approfondire l’argomento indipendenza energetica.
Ma vediamo se c’è ancora qualcosa che posso fare per ridurre i miei costi. Serve fare alcune piccole verifiche. Quindi carta e penna, prendi appunti. O… molto meglio, inserisci questo blog tra i preferiti o nel segnalibro!
1. Controllare se si ha la tariffa residente (D2).Spesso quando si cambia casa viene affidata una tariffa residenziale ma non agevolata come effettiva residenza ed i gestori hanno tutto l’interesse che tale tariffa (più onerosa per l’utente) rimanga tale. Per accedere alla tariffa agevolata per i residenti bisogna avere un potenza massima del contatore di 3 kW (in realtà è di 3,3) ed avere la residenza anagrafica nel luogo della fornitura di energia elettrica (prendi la bolletta e verifica nei dati in alto nella prima pagina – solitamente). Capita spesso di dimenticarsi di comunicare al fornitore di essere residenti nell’abitazione per la quale viene fornita l’energia elettrica. 2. Verificare di avere un potenza del contatore adeguata ai propri bisogni. Spesso si pensa che stipulare un contratto con potenza maggiore impegnata sia una comodità in più ma a)nella maggioranza dei casi non si utilizza tale surplus di potenza b)non si pensa che tale disponibilità ha un costo ulteriore che ricade in quota parte su tutta la fornitura di energia. Oppure spesso capita di subentrare ad un contratto di fornitura esistente e non ci si preoccupa di verificare se la potenza contrattuale è in linea con le proprie esigenze. È possibile che l’inquilino precedente avesse bisogno di un potenza maggiore rispetto alla nostra ed ovviamente questo fa aumentare il costo della bolletta. 3. Confrontare il prezzo dell’energia che si sta pagando. Questa è sempre una buona norma. Da ormai qualche anno siamo abituati a farlo per alcuni servizi come la telefonia o l’assicurazione Rc auto. Sarebbe buona norma verificare anche se le tariffe per l’energia sono consone al mercato (come detto in incipit, serve un piccolo investimento di tempo prima per capire e poi per agire). Ci sono degli appositi siti che permettono di confrontare le offerte non solo per quanto concerne la voce energia ma per la totalità della bolletta.
4. Un’altro elemento di risparmio è quello di attivare la domiciliazione sul conto bancario e l’invio delle bolletta via email. Il pagamento tramite addebito sul conto corrente ci permette di non andare presso gli uffici postali a pagare le bollette con il bollettino, non rischiamo gli interessi di mora per non averla saldata in tempo e non in ultimo ci permette di risparmiare i costi di invio nonché gli oneri postali per il pagamento del bollettino.
I metodi per risparmiare ci sono. L’importante è attivarsi ed affidarsi.
Prendo spunto da una recente consulenza ad un mio cliente padovano, nonché da una piacevole “collaborazione cultural/informativa” con l’amico Andrea di “aboliamo il motore a scoppio ed installiamo energie rinnovabili” (gruppo Facebook che vi invito a visitare e sottoscrivere) per fare un’analisi su come sia possibile integrare la mobilità sostenibile delle auto elettriche con l’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (fotovoltaico). Premetto che i dati che andremo ad analizzare non vogliono essere (come sempre) una risposta univoca e risolutiva ad ogni situazione ed ad ogni esigenza ma vogliono semplicemente dimostrare che la direzione è quella giusta. (la direzione è l’elettrico…) Ad ognuno poi decidere se sposare il progetto, se lo stesso risponde o meno alle proprie esigenze, se sia o meno sostenibile economicamente e praticamente. Di sicuro, e qui chiudo la premessa, ci sono i pro e ci sono i contro (ma si sa, per ognuno due cose oggettivamente identiche hanno un peso diverso e pertanto non sono più oggettive ma rientrano nella sfera soggettiva).
Il cliente mi chiede. Posso ricaricare la mia macchina elettrica con un impianto fotovoltaico? La mia risposta come sempre è … DIPENDE. Dipende da che auto ho, da che impianto ho, da che uso faccio della macchina elettrica, da quale budget ho.
Nel mio articolo mi avvarrò anche dei grafici di rendimento reali di un altro amico delle energie rinnovabili, Eugenio che cortesemente mi permette di analizzare la sua produzione, il suo autoconsumo ed il suo sistema di ricarica auto casalingo.
L’elenco di queste 5 auto elettriche è a titolo esemplificativo ed è stato tratto dal sito http://www.trendmotori.com/auto-elettriche-nuovi-modelli.php in data 24 maggio 2016
Chi oggi acquista un’auto elettrica lo fa sostanzialmente per il piacere di non inquinare. Chi prova la guida elettrica poi rimane invece estasiato dalla silenziosità della marcia, dall’accelerazione fulminea e dalla fluidità di marcia. Inoltre nelle salite anche più ripide non si è mai in difficoltà grazie alla coppia massima presente anche a velocità ridotta.
Detto questo, vedremo come sia anche possibile avere un risparmio.
Oggi sul mercato ci sono diverse tipologie di auto elettriche (tralasciando al momento volutamente l’ibrido per parlare solo di totalmente elettriche), che sono semplici quadricicli o che sono auto vere e proprie. Dalle due posti alle 4 posti, fino a crossover come vengono chiamati in gergo, passando per le berline medie ed anche le ammiraglie. Non sarà un problema nominare dei marchi, Renault, Citroen, Nissan, Smart, Volkswagen, Bmw, Kia, Mercedes, Mitsubishi, Hyundai (ancora manca fiat che non ha previsto la 500 elettrica per il mercato europeo), per arrivare a Tesla, nome che sta riscuotendo un grosso successo e che sta mettendo in subbuglio tutto il comparto automotive (tanto da far muovere in questa dei colossi del settore che fino ad oggi erano stati alla finestra).
Quindi, auto elettrica come scelta di vita in primis, come status symbol, (a volte), come piacere di muoversi senza inquinare (sempre) come piacere di guida vero e proprio (sempre) e come fonte di risparmio (a volte) . Perché un’auto elettrica è fonte di risparmio anche se non utilizzo le colonnine gratuite ed anche se la ricarico di notte a casa mia tramite una semplice presa domestica a 220 V. Sì perché il rendimento dei motori elettrici rispetto ai motori termici è conveniente a priori, senza bisogno di scomodare studi o riportare qui calcoli complessi (non è lo scopo del post che vuole invece essere semplicemente alla portata di tutti).
Ma se volessi essere ancora più green? Se volessi addirittura autoprodurmi l’energia che consumo per muovermi? Posso? Se proprio mi da fastidio utilizzare l’energia (anche nucleare) che il gestore del servizio elettrico mi fornisce, posso avere una sorta di “km zero” energetico? La risposta è sì. Puoi. Basta dotarsi di un sistema di produzione di energia elettrica (impianto fotovoltaico). Il vantaggio sarà duplice. Prima di tutto abbatterai i consumi domestici e pertanto potrai consumare (sempre con parsimonia perché lo spreco è sempre un peccato) l’energia che ti auto produci per tutti i bisogni casalinghi. Con il surplus (perché ogni impianto genera un surplus) potrai decidere di accumulare l’energia (accumulo/batteria), potrai creare un accumulo termico (acqua calda sanitaria e/o riscaldamento tramite pompa di calore) o potrai anche (ed è questo il caso che analizziamo) ricaricare la tua auto elettrica.
Ehhh ma chissà che impianto ci vuole per ricaricare un’auto elettrica? Qui ovviamente dipende dalla capacità delle batterie dell’auto che si vuole/deve ricaricare. Cambia molto se devo ricaricare una twizy o se devo invece ricaricare una model S P90 di tesla. Di sicuro comunque è la soluzione migliore per l’ambiente e per il risparmio famigliare ed anche nel caso dell’auto molto grande e capiente, potrò con soddisfazione essere certo che una buona parte della ricarica che mi permette di muovermi l’avrò ottenuta semplicemente con il sole che colpisce gratuitamente e giornalmente il mio tetto.
Il minimo che devo installare per avere un beneficio sulle spese domestiche e poter pensare di avere un margine per ricaricare l’auto elettrica è il 3 kwp che consiste (con la tecnologia standard attuale) a 12 pannelli che occupano circa 17 mq. L’ideale per non passare in trifase (spazio sul tetto permettendo) sarebbe quello di installare i 6 kwp che sono 24 pannelli (35 mq). Questo permetterebbe anche una ricarica (di giorno ovviamente) più veloce. L’esempio che faccio ai miei clienti è quello di immaginare di dover riempire una piscina (batteria dell’auto) e di farlo con una pompa semplice da giardino oppure con un idrante di quello dei vigili del fuoco. E’ ovvio che (se ho acqua a disposizione) con l’idrante impiegherò molto meno tempo. Bene per la corrente è la stessa cosa. Maggiori sono i Kwh che posso immettere nelle batterie, minore sarà il tempo di ricarica della mia batteria e pertanto prima la mia auto sarà disponibile.
Ma se io l’auto la utilizzo di giorno? Se la carico la sera? Se la carichi la sera ti consiglio un sistema di accumulo al litio (oggi sul mercato ci sono diverse marche e modelli interessanti) che ti permettono di accumulare il surplus energetico prodotto dell’impianto, stoccarlo in un accumulo per poi utilizzarlo quando mi serve (anche per ricaricare la macchina). Inoltre poiché (a meno di grossi esborsi) l’accumulo solo non sarà sufficiente a caricare un’auto elettrica di medie dimensioni, ad oggi la normativa prevede di poter utilizzare il contributo in conto scambio (dello scambio sul posto) e quindi di ridurre di circa 1/3 il costo della mia bolletta serale.
Quindi riassumendo, perché è un’ottima abbinata l’auto elettrica assieme all’impianto fotovoltaico a casa?
posso caricarmi gratis l’auto
non devo trovare colonnine libere in giro ed attendere la ricarica
non inquino
ottimizzo l’utilizzo della risorsa a km zero. Prodotta e consumata/immagazzinata
l’energia prodotta dall’impianto non solo mi permette di ricaricare l’auto ma serve al fabbisogno energetico di casa mia
se l’abbino ad un sistema d’accumulo mi permette di ricaricare l’auto (in parte) gratuitamente anche di notte
mi permette di non dipendere dalle fluttuazioni del costo dell’energia e dai costanti aumenti annuali
mi permette di essere già oggi un passo nel futuro. (l’elettrico…)
(fig.1) produzione del 20 maggio 2016 – impianto da 6 kwp diviso su 3 falde (sud-est-ovest)
Vediamo ora grazie all’amico Eugenio che abita in Lombardia, come sia possibile ricaricare due auto elettriche in una giornata di sole con un impianto della potenza di 6 kwp (i 24 pannelli di cui parlavo prima). Il parco auto di famiglia è composto da una Renault twizy (quadriciclo) e da una smartED. Ebbene, con la produzione di venerdì 20 maggio oltre al fabbisogno della sua abitazione è riuscito tranquillamente a ricaricarle entrambe. Nel grafico della potenza (fig.1) vedete in blu l’energia prodotta ed in giallo l’energia consumata. Da notare che l’impianto in questione è diviso su 3 falde e pertanto ha dei momenti di minore produzione di picco (in alcune ore del giorno ognuna delle tre falde ha dei down di produzione). Al contempo questa soluzione però permette di sfruttare sia le prime ore di sole del mattino sia le ultime della sera, garantendo una produzione minima costante (ideale per coprire il più possibile i fabbisogni domestici). Dalle altre
(fig. 2) totale energia autoconsumata ed immessa in rete
immagini del sistema di monitoraggio si evince che la produzione giornaliera del suo impianto è stata di 35,39 kWh (fig.2) e che l’energia totale consumata è stata di 22,02 kWh (fig.3). Quindi, nonostante abbia utilizzato l’energia per i propri fabbisogni domestici, nonostante abbia ricaricato due veicoli elettrici, ha avuto ancora una buona quota di energia da immettere in rete (e da utilizzare tramite lo scambio sul posto in modo da ridurre il costo dei consumi serali) (fig.3). Di sicuro Eugenio con un buon sistema d’accumulo avrebbe potuto puntare ad un maggiore autoconsumo (stoccando l’energia elettrica nella batteria) ed ad un prelievo vicino allo zero. (mi dice che ci sta arrivando 😉 ). Come detto, tutti oggi possiamo migliorare i nostri consumi prima di tutto razionalizzandoli, possiamo poi essere green sia autoproducendoci l’energia sia consumandola per illuminarci, scaldarci, lavarci e ovviamente muoverci.
(fig.3) Energia prodotta ed autoconsumata ed energia acquistata dalla rete
Visto anche l’incentivo (detrazione fiscale) dello stato che è del 50% (5% all’anno per 10 anni) sia sull’impianto fotovoltaico che sull’accumulo e visto anche che addirittura sulle pompe di calore per acqua calda sanitaria e per il riscaldamento l’incentivo è del 65% (6,5% per 10 anni), ogni giorno, ogni settimana, ogni mese ed ogni anno che aspettiamo, paghiamo in tasse quello che potremmo risparmiare in energia. Urge una riflessione. Fatti due conti …
E, se volete un consiglio, andate a fare un test drive di un’auto elettrica qualsiasi perché ne rimarrete piacevolmente sorpresi. Garantito!
Abiti in condominio? Vorresti risparmiare sull’energia elettrica? Non sai se lo puoi fare? Non sai cosa o come fare?
Più il condominio è grande più i tempi decisionali possono essere lunghi. E’ comunque possibile spuntarla conoscendo i propri diritti e muovendosi nel rispetto di quelli degli altri
Ti premetto che non sarà la cosa più semplice di questo mondo. Sia che tu lo voglia fare solo per te, sia che tu lo voglia fare per l’intero condominio. Perché? Prova a pensare alla tua ultima riunione condominiale. Quante volte all’ordine del giorno c’è un determinato “programma” che poi non si riesce a seguire causa altre diatribe e relative vicissitudini? Purtroppo spesso è così. Ci sono tante teste, tanti pensieri e tante esigenze.
Ma quali norme regolano questo tipo di interventi? Innanzitutto il codice civile che citeremo più volte. Ma non solo. Di grande importanza c’è anche la legge di riforma del condominio n. 220 del 2012.
Quindi dei due casi vediamo il primo che è anche il più semplice: un impianto fotovoltaico su tetto condominiale che serva un solo appartamento. L’ impianto Fotovoltaico del singolo, all’interno del condominio, andrà a coprire le spese del consumo di quella singola abitazione/utenza. La prima domanda è posso installarlo o possono vietarmelo? La risposta viene direttamente dal codice civile. Infatti, all’art. 1118 c.c., si dice che il diritto di ogni condomino sulle parti comuni dell’edificio e’ proporzionato al valore del piano o porzione di piano (espressi in millesimi). Il che significa che ovviamente essendo il tetto una parte in comune (indivisibile), potrò usufruirne in parte proporzionale alla mia proprietà (millesimi).
Il mio consiglio è quello di andare alle riunioni preparati, sereni e “armati” di tanta pazienza…
Anche qualora gli altri condomini non volessero procedere all’installazione dell’impianto per uso domestico (proprio uso), non possono limitare il diritto del singolo proprietario ad installare il suo impianto, sempre che cio’ avvenga nel rispetto della stabilita’ e sicurezza del fabbricato, del decoro architettonico e del godimento del tetto da parte di tutti gli altri condomini (art. 1120 c.c.). Detto in parole semplici, se il tetto ha 100 metri quadri utili (attenzione utili intendo falde sud – est – ovest) ed i condomini sono 5, allora spetterà ad ognuno l’utilizzo di 20 metri quadri a testa. Attenzione, lo spazio deve essere equamente condiviso anche per quanto concerne l’esposizione. Non posso infatti pretendere che i miei 20 metri quadri siano tutti a sud (a meno che i 100 metri quadri utili non siano tutti a sud). E per fare ciò (art. 1136 c.c.) non occorre più il consenso unanime (come si riteneva in passato), ma una deliberazione assembleare adottata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio Ancora più specifico è l’art. 1122-bis c.c. secondo il quale è consentita l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinati al servizio di singole unità del condominio sul lastrico solare, su ogni altra idonea superficie comune e sulle parti di proprietà individuale dell’interessato.
Conviene sempre spiegare bene cosa si vuole fare, perché e come lo si farà. Questo permetterà agli altri proprietari di sentirsi tutelati e, magari vorranno partecipare anche loro al progetto di risparmio energetico
Questo non significa che posso procedere di mia sponte ad installare un impianto. Infatti, questa facoltà è subordinata ad una preventiva comunicazione all’amministratore, che a sua volta deve comunicare all’assemblea la questione. Su questo è chiarissimo il terzo comma del medesimo articolo, secondo il quale: qualora si rendano necessarie modificazioni delle parti comuni, l’interessato ne dà comunicazione all’amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi. L’assemblea può prescrivere, con la maggioranza di cui al quinto comma dell’articolo 1136, adeguate modalità alternative di esecuzione o imporre cautele a salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro architettonico dell’edificio e, ai fini dell’installazione degli impianti di cui al secondo comma, provvede, a richiesta degli interessati, a ripartire l’uso del lastrico solare e delle altre superfici comuni, salvaguardando le diverse forme di utilizzo previste dal regolamento di condominio o comunque in atto. L’assemblea, con la medesima maggioranza, può altresì subordinare l’esecuzione alla prestazione, da parte dell’interessato, di idonea garanzia per i danni eventuali. Tradotto in parole più semplici: ci potrebbero essere delle complicanze o quantomeno delle lungaggini se i condomini sono molti e se i rapporti con gli stessi non sono dei migliori.
Nel quarto comma dell’articolo in esame si chiarisce che gli impianti non sono soggetti ad autorizzazione. Quindi l’assemblea può dire come fare ed eventualmente dove fare, ma non può negare di utilizzare le parti comuni ai fini delle installazioni di cui stiamo trattando.
Quindi per quanto concerne le comunicazioni da fare? Il condomino singolo che vuole l’installazione per la sua abitazione, è tenuto a farne una semplice comunicazione e non ad indire un’assemblea (che può essere eventualmente convocata dall’amministratore). I condomini, qualora l’intervento apportasse un danno alla struttura o al decoro architettonico dell’edificio, possono bloccare l’installazione, indicendo un’assemblea condominiale.
Il secondo caso è quello di un intero condominio che decide di fare sul tetto comune un unico impianto fotovoltaico di utilizzo comune che andrà a coprire le spesse quali ascensore, luci, cancelli elettrici o saracinesche, autoclave dell’acqua etc etc. Questo è ancora più complesso da realizzare perché ovviamente prevede un esborso proporzionale ai millesimi di tutti i proprietari degli appartamenti.
A parer mio inoltre questo tipo di soluzione nella maggior parte dei casi è meno vantaggiosa e permette un minore risparmio rispetto ai singoli impianti. Può essere la soluzione giusta per i condomini che hanno poco spazio utile utilizzabile per l’installazione di un impianto e che pertanto non trarrebbero beneficio dall’installazione di un piccolissimo impianto per la propria abitazione (es 1 kw). Questo perché il costo di 1 kw non corrisponde a quello di 1/3 rispetto al 3 kw (ad esempio).
Una consulenza passo passo per raggiungere l’obiettivo risparmio energetico, risparmio economico e salvaguardia dell’ambiente!
Il mio consiglio è quello di sondare con i condomini quella che può essere la loro propensione o meno e di cercare di raccogliere più millesimi “alleati” possibili al fine di arrivare ad eventuali decisioni drastiche con una larga maggioranza. Se quindi non siete spaventati da tutto ciò e ci volete provare… allora in in bocca al lupo… e … non mollate!
E’ importante scegliere il consulente giusto ed il partner giusto per migliorare i propri consumi ed abbattere i costi energetici
Investire nelle energie rinnovabili per migliorare casa propria, i propri consumi e il comfort della stessa, significa affidarsi ad aziende che si occupano (o si dovrebbero occupare) di tutto il lavoro. Dalla consulenza specifica sulla scelta dei prodotti e degli interventi tecnici, alla consulenza fiscale, al post vendita, per una perfetta ed ottimale gestione dell’impianto installato.
I dubbi che si hanno quando si deve decidere a chi affidare questi lavori sono molteplici:
quanto tempo ci vorrà per fare il lavoro?
si occuperanno di tutto loro?
quanta burocrazia ci sarà?
faranno un bel lavoro?
l’impianto funzionerà bene?
mi farà risparmiare davvero?
avrò pronta assistenza in caso di problematiche o malfunzionamenti?
la garanzia che mi viene data è reale o “virtuale”?
E’ importante che siano descritte e garantite le tempistiche dei lavori
Bene. Ma quali sono le tempistiche corrette per tutto l’iter del lavoro? In primis dipende da quanti e quali lavori vengono eseguiti. Ora capirai quanto è importante affidarsi a consulenti seri ed ad aziende serie che siano in grado di
dare dei tempi certi per quanto concerne l’installazione
dare al cliente un documento scritto con i tempi necessari per lo svolgimento di ogni attività
dare i contatti dei referenti diretti (mail – telefono – cellulare), sia per la parte progettuale che per quella amministrativa che per quella tecnica che ovviamente per quella commerciale
informare il cliente in ogni momento sullo stato avanzamento lavori al fine di aggiornarlo tempestivamente di tutto l’iter percorso
Prendiamo un esempio classico, un impianto fotovoltaico.
Energia gratis dal sole con l’impianto fotovoltaico giusto
Le tempistiche per avere l’impianto installato e funzionante dipendono sia dall’azienda che dal “gestore della rete elettrica” che si occuperà di allacciare l’impianto alla rete attraverso un contatore bidirezionale, una volta installati i pannelli.
Attenzione, questo lavoro di allaccio comporta 1 ora di lavoro, non di più!
In gergo questo passaggio si dice appunto “allaccio” ed anche a seconda di come ha lavorato l’azienda installatrice, potrebbero volerci settimane o mesi.
Per evitare di avere sul tetto un impianto pronto a produrre ma che non può essere messo in funzione bisogna che l’azienda che si è occupata dell’installazione e di tutta la parte burocratica si sia mossa per tempo. Per tutto il tempo in cui l’impianto è sul tetto ma non produce infatti, l’utente continua a comperare l’energia dal gestore e pertanto continua a ricevere le salate bollette. Sembra un paradosso ma è così.
La differenza tra allacci “veloci” ed allacci “eterni” sta nel modo in cui si affronta la burocrazia di tutto l’iter amministrativo ed autorizzativo che si cela dietro al lavoro di progettazione ed installazione di un impianto fotovoltaico.
Può capitare che l’azienda installatrice dia la colpa ad Enel distribuzione che in realtà ha una carta dei servizi con ben indicati i tempi di intervento. (la famosa carta dei servizi o wellcome letter che dovrebbero fornire ai propri clienti tutte le aziende).
Ma cosa deve fare l’azienda alla quale si delega tutto il lavoro per un impianto?
richiedere il preventivo per la connessione del tuo impianto alla rete Enel
accettare il preventivo quando arriva e versare quanto richiesto
ad impianto installato dare il fine lavori e attendere la connessione
Non andrò nello specifico ad approfondire tutti questi passaggi che vanno fatti compilando una serie di moduli e caricando i dati dell’impianto sui due portali web dedicati (Enel e Terna Gaudì). Attenzione, non solo devono essere caricati, devono ovviamente essere corretti !!! In caso di dati incompleti, caricamenti su portali non andati a buon fine, dati validati su un portale e non sull’altro, il meccanismo si blocca e si rimane nel limbo tra un processo e l’altro.
Per fare tutti questi passaggi sono necessari dei tempi tecnici e pertanto, le pratiche burocratiche sono la prima cosa da fare per arrivare in tempi brevi alla connessione.
La carta dei servizi Enel prevede dei rimborsi per i ritardi sugli allacci. Il consulente che vi segue vi potrà informare e seguire anche in questa eventualità
Un’altra informazione che ahimè spesso non viene data agli utenti è che dalla carta dei servizi si evince che sono previste delle penali in caso di ritardo nella connessione dell’impianto da parte di Enel. Esistono delle penali sia in caso di ritardo nella formulazione del preventivo sia nella connessione dell’impianto.
Ma come posso essere certo della bontà dell’azienda alla quale mi affido? Chiedi sempre le tempistiche, chiedi siano scritte, chiedi di avere sempre i riferimenti di tutti i responsabili dei vari step del lavoro. E soprattutto, affidati ad aziende che hanno all’interno della loro struttura un team che segue direttamente tutte le pratiche dalla A alla Z verificando e certificando tutti i passaggi per rispettare le tempistiche indicate e scritte al cliente.
La soddisfazione del cliente è l’energia vitale del mio lavoro. Ogni lavoro che seguo deve essere pienamente attinente a quanto pattuito e richiesto con e dal mio cliente. Questo non è un modo di lavorare. Per me è l’unico modo di lavorare!
Molti clienti mi chiedono come mai stanno consumando così tanto e quindi spendendo altrettanto per riscaldare la loro abitazione. La risposta la vedi già dal titolo del post. Un motore vecchio consuma sicuramente di più rispetto ad un sistema nuovo, di ultima generazione e quindi molto più efficiente.
Ma quanto puoi risparmiare sul costo di riscaldamento solamente cambiando caldaia? La risposta ovviamente è … dipende.
Non voglio parlare qui di una semplice soluzione. Voglio parlare della soluzione per eccellenza. La caldaia ibrida gas pompa di calore!
Quindi:
se hai l’allaccio al gas ma stai consumando troppo per il riscaldamento e quindi vuoi abbattere questo costo (anche se hai i radiatori di casa ad 80 gradi!)
se vuoi un sistema più efficiente che in modo automatico ti permetta di sfruttare la fonte energetica dal costo migliore e dal rendimento maggiore in ogni momento del giorno e dell’anno
se vuoi risparmiare anche sul costo per la produzione di acqua calda sanitaria
allora la caldaia ibrida pompa di calore/gas (metano o gol) a doppia condensazione è la soluzione per casa tua.
I risparmi vanno dal 30 al 50% a seconda della classe energetica di casa tua e se a questo aggiungi che il 65% del costo te lo restituisce lo stato in detrazione fiscale, il gioco è fatto. Hai una caldaia nuova a costo zero.
Se poi hai già un impianto fotovoltaico che ti produce energia quando non ti serve e che vorresti utilizzare meglio sfruttando l’autoconsumo…
Se invece l’impianto non lo hai, questa è l’occasione per abbattere i costi energetici sia di elettricità che di gas in una volta sola.
Adesso prova a pensare alla tua caldaia. Da quanto l’hai installata? Che rendimento ha? E’ una caldaia a condensazione o una standard? Quanto durerà ancora? Ti dico questo perché solitamente quando la caldaia si rompe definitivamente non hai il tempo di valutare il prodotto migliore e ti devi accontentare di ciò che al momento ti viene proposto.
Se invece ci pensi per tempo… stai sereno e risparmi un sacco di soldi!
Quando hai realizzato il tuo impianto fotovoltaico incentivato hai avuto compreso nel prezzo anche lo smaltimento? Se i pannelli che hai installato sono di buona qualità ancora è presto per pensarci. Nel frattempo puoi leggerti come dovrai smaltire i pannelli.
Il compito di un buon consulente energetico è occuparsi di tutto. Dalla progettazione alla parte burocratica, dall’installazione alle procedure fiscali, dall’utilizzo dell’impianto negli anni fino allo smaltimento. Il tuo consulente ti ha accompagnato così?
Il GSE ha infatti pubblicato le istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici. Qui trovate il testo completo
Nel testo sono descritte le modalità a garanzia della gestione dei rifiuti da pannelli fotovoltaici incentivati in Conto Energia. Le istruzioni verranno applicate agli impianti in regime di Primo, Secondo e Terzo Conto Energia, del Quarto Conto Energia, e in particolare per gli impianti entrati in esercizio fino al 30 giugno 2012 e tutti gli impianti rientranti nel Titolo IV – impianti a concentrazione, e del Quinto Conto Energia, per gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e impianti a concentrazione.
Utilizzare materiali riciclabili significa avere prodotti a basso impatto. Per un futuro ecologico e sostenibile.
Giusto per inciso. Ai miei clienti do compreso nel prezzo anche lo smaltimento a fine vita dei pannelli tramite apposito consorzio certificato. Sono troppo previdente pensando a cosa succederà tra trent’anni dici? Può essere, ma nulla va lasciato al caso! Questo è servizio garantito!