I SISTEMI DI STAFFAGGIO PER IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Durante le consulenze  in tema di risparmio energetico vedo che si pone spesso molta attenzione sul brand di alcuni prodotti (pagandoli anche troppo a volte) e poi invece si tende a risparmiare su delle parti dell’impianto che sono invece molto importanti in termini di sicurezza.

Oggi Ti parlo dello staffaggio con il quale l’impianto fotovoltaico viene “ancorato” al tetto.

Di sistemi di aggancio al tetto ce ne sono moltissimi. Basti pensare che aziende come Wurth (parliamo del top di gamma), hanno oltre 100 soluzioni installative diverse  che dipendono dalla varie combinazioni possibili.

Il perché si tenga poco presente questa parte dell’acquisto è evidente. E’ qualcosa che non si vede e che pertanto si da come parte indistinguibile dell’impianto e mera componente strumento utile alla sola realizzazione del lavoro finito. Della serie un tipo vale l’altro. Io invece ci tengo affinché il cliente possa vedere, toccare con mano, percepire la qualità dei materiali e la cura installativa che richiedo.

Il perché  sarebbe (uso il condizionale perché come detto sopra spesso ciò non viene fatto) importante valutare cosa, come, quando e perché è indispensabile utilizzare installatori competenti che utilizzano materiali di qualità e che installino con calma e precisione te lo spiego io.

Cosa succede se si utilizzano materiali economici ? Succede che deperiscono. Succede che arrugginiscono. Succede che ossidano. Succede che tra 20 anni quando vorrai svitare una qualsiasi vite, la stessa ti rimarrà in mano.

Cosa succede se il lavoro viene fatto in velocità? Succede che non vengono mantenuti degli standard di qualità e di precisione che permettano di avere un’installazione ottimale ed anche esteticamente impeccabile.

Cosa succede se si utilizza il sistema più veloce ma meno performante per la “sigillazione” del tuo tetto? Succede che (magari non subito), ma nel corso degli anni si crea qualche infiltrazione alla quale dovrai mettere costosamente mano.

Quando ti affidi ad un’azienda piuttosto che un’altra prova a chiedere al tuo consulente se è in grado di spiegarti che tipo di installazione ti verrà fatta. Prova a chiedere che materiali verranno utilizzati. Anche questa componente dell’impianto è importante per il corretto funzionamento di tutto l’impianto e per la resa dello stesso nel tempo.

E se non vuoi avere sorprese in merito cerca di affidarti a persone che conoscono quello che ti stanno offrendo e che sono in gradi di dimostrarti nello specifico come deve essere realizzato un impianto a regola d’arte.

Perché se credi che un professionista ti costi molto (cosa che spesso non è vera tra l’altro, perché la professionalità dovrebbe essere insita nel servizio!!!), non hai idea di quanto ti costerà un incompetente 😉

I PANNELLI FOTOVOLTAICI E LA NEVE

neve pannelliIn questi giorni di freddo polare dove il tanto temuto “Burian” ha raggiunto l’Italia è sceso anche qualche fiocco di neve sul nord. In altre zone dello Stivale in realtà di neve ne ha fatta anche troppa.

Ma cosa succede quando la neve si posa sui pannelli fotovoltaici sul tetto? La prima cosa che si può riscontrare è ovviamente una minore produzione dell’impianto. Infatti, a seconda di quanta neve scende, il pannello diminuisce drasticamente le proprie capacità di recepire luminosità.

In questi casi, quando solo una parte dell’impianto è coperta dalla neve possono essere d’aiuto gli ottimizzatori di potenza. Infatti, capita spesso di vedere alcune parti del tetto più sgombre di altre dalla neve. I motivi possono essere molteplici. Per esempio può essere che su alcune zone del tetto il sole batta in maniera più forte. Potrebbe anche esserci  un camino vicino e che pertanto una parte del tetto sia più calda rispetto ad un’altra.

E dopo che la neve si è posata? Cosa succede? Il pannello si rovina? Si deve fare qualcosa? No, non serve fare nulla. La neve dopo poche ore/giorni, a seconda della temperatura ovviamente se ne andrà da sola ed anzi, contribuirà a dare una “lavata” ai pannelli.

Gli unici problemi che ci possono essere sono nelle case di montagna, laddove i tetti sono molto pendenti, ma non perché i pannelli si possono rovinare, ma bensì perché i naso di neve caduta in abbondanza possono causare la caduta sulla strada e quindi su cose/persone di grosse quantità di neve. Questo succede perché non appena il primo strato di neve a contatto con il pannello (liscio) si scioglie, innesca un effetto (valanga) e libera il pannello del carico di neve. Ma in tetti di questo tipo vengono installati appositi fermi che non permettano lo slittamento improvviso di grosse masse di neve a terra.

Quindi, abbiate solo pazienza, la neve presto si scioglierà (entro pochi giorni) e l’impianto rientrerà nuovamente a pieno regime. 

Novità Powerwall2: arriverà solo la versione AC

tesla powerwall2 AC
Comunicazione ufficiale di Tesla che annuncia l’arrivo della nuova versione AC

Che nel settore tecnologico ci siano costanti novità è risaputo. Ma per quanto concerne Tesla, stanno proprio correndo. E’ una corsa talmente veloce che può sembrare quasi disorganizzata.  E’ uscito il powerwall 1 e dopo 6 mesi è stato presentato il powerwall2. E’ uscita la versione DC e in pochi mesi se non settimane è già stata sostituita dalla più comoda e duttile versione AC con inverter integrata ed applicazione di gestione/monitoraggio.

Slittano di qualche mese i tempi di consegna. Tesla assicura che chi ha già ordinato il powerwall 2 DC avrà allo stesso prezzo il nuovo powerwall versione AC (anche perchè il DC non verrà consegnato proprio…). Ovviamente gli ordini effettuati avranno la priorità sui nuovi con prime consegne da aprile. (Per i nuovi ordini invece le consegne avveranno da maggio).

Per ora vi allego la scheda tecnica della nuova versione DC e la lettera ufficiale ricevuta oggi. Nei prossimi giorni approfondirò l’argomento e vi terrò informati in merito. Pubblicherò sul blog tutte le nuove informazioni e gli approfondimenti tecnici nonché i vari dubbi relativi alle installazioni sia in relazione ai nuovi impianti fotovoltaici sia che per gli impianti già esistenti (c.d. retrofit).

tesla powerwall2 ACCome ultima cosa, un mio commento del tutto personale. Da una parte sono sbalordito, e tutte queste novità ovviamente non mi facilitano il lavoro di consulente. Al contempo però voglio fare un’altra riflessione. (tendo a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno di mio…). Ben vengano le continue innovazioni e ben venga la possibilità per i clienti di avere l’ultimo prodotto aggiornato disponibile anche se quello ordinato è un altro. (L’importante è ovviamente che le condizioni siano migliorative!!!)

Se vuoi rimanere aggiornato sull’argomento puoi tornare a trovarmi sul blog oppure puoi iscriverti alla newsletter inserendo email e nome nel format apposito in alto a destra.

Per richieste, consulenze specifiche o altro ecco i miei dati di contatto.

Efficienza del modulo fotovoltaico

cos'è e come si valuta la percentuale di efficienza di un modulo fotovoltaico?
cos’è e come si valuta la percentuale di efficienza di un modulo fotovoltaico?

Cos’è l’efficienza del modulo fotovoltaico? Come si valuta? Cosa significa? Parliamo di qualità dei moduli? Parliamo di moduli più prestanti? Perché tutti si riempiono la bocca di concetti che non conoscono? Perché è più semplice associare la percentuale di efficienza di un modulo con un prodotto migliore. Ma è davvero così?

Ti tolgo subito il dubbio. Efficienza del pannello non è sinonimo di qualità del pannello. 

L’efficienza valuta semplicemente il rendimento di un determinato tipo di pannello per ogni metro quadrato. In pratica l’efficienza è lo spazio necessario ad un pannello a produrre un determinato quantitativo energetico. Per questo è importante affidarsi ad un professionista serio che conosca i prodotti sul mercato (tutti i prodotti e non solo quelli che la sua azienda gli impone di vendere). Perché conviene investire il disavanzo economico tra un pannello di un’azienda che spende molto in marketing e pubblicità per “ottimizzare il sistema” e renderlo efficiente anche in caso di ombreggiamenti o in caso di tetti mal esposti o nel caso di dover utilizzare diverse falde con esposizioni differenti per l’installazione. Conviene utilizzare quella differenza di costo per investire in un pannello che abbia delle caratteristiche tecniche di tenuta agli eventi atmosferici maggiore (es. grandine).

Spesso non ho bisogno di un modulo più efficiente e posso investire il costo maggiore in altri sistemi di ottimizzazione dell'impianto o di stoccaggio dell'energia
Spesso non ho bisogno di un modulo più efficiente e posso investire il costo maggiore in altri sistemi di ottimizzazione dell’impianto o di stoccaggio dell’energia

Te la faccio ancora più semplice. Un kWh è un kWh, che sia prodotto da 10 pannelli o che sia prodotto da 9 pannelli (e mezzo). Punto. E’ come il classico esempio da scuola elementare: “pesa di più un chilo di paglia o un chilo di piombo?” Un chilo è sempre un chilo. Quello che cambia sono le dimensioni, e cioè lo spazio occupato.

Nello specifico, l’efficienza è il rapporto tra la potenza elettrica in uscita dai pannelli fotovoltaici e la potenza della radiazione solare che colpisce la superficie captante del modulo. Il valore standard preso a rifermento per indicare l’irraggiamento solare è di 1.000 Watt/mq. Quindi, se ogni metro quadrato viene irradiato da 1.000 watt di energia solare, quanta di questa energia viene effettivamente convertita in elettricità utile, utilizzabile? Detto che ovviamente non è mail il 100% per diverse dispersioni (di cui la maggior parte termiche e di riflessione), i moduli più diffusi arrivano oggi al massimo al 22% di efficienza di conversione.

Una consulenza su misura può aiutarti nella scelta migliore e può farti risparmiare soldi, tempo e dispiaceri.
Una consulenza su misura può aiutarti nella scelta migliore e può farti risparmiare soldi, tempo e dispiaceri.

Ma quali differenze caratterizzano i pannelli fotovoltaici? Ci sono diverse tecnologie di realizzazione dei moduli e diverse sono le tipologie di pannello che un consulente esperto conosce. Un consulente coscienzioso è in grado di consigliarti sul miglior pannello da installare su casa tua.

La conclusione è che ci sono ottimi moduli monocristallini di qualità. Di sicuro la “qualità” di un prodotto non si definisce dall’efficienza del modulo ma da tutto quello che lo accompagna. In un periodo storico nel quale i cambiamenti climatici ci dimostrano pressoché quotidianamente che il clima sta cambiando, dobbiamo essere pronti ad investire in casa nostra con prodotti di estrema qualità e sicurezza. E’ importante verificare ad esempio a quanti Pascal sono testati i pannelli. Quale la garanzia? E come viene data tale garanzia? Se domani hai un problema hai a disposizione il tuo consulente o semplicemente ti diranno di arrangiarti e mandare una mail all’azienda produttrice? (che nel caso di alcuni brand famosi non ti risponderà nemmeno?) Quale l’inverter ti viene proposto? E perché quello? Quale sistema di ottimizzazione? Si possono trovare i ricambi? Quale batteria ti viene proposta? E perché quella? L’azienda tratta diversi marchi o solo quello? L’azienda che mi propone un prodotto ha esperienza e know how? Tradotto sa di cosa parla o lo devo scoprire io sulla mia pelle facendo da test?

Come in tutti i lavori non ci si inventa consulenti. Si deve studiare, si deve avere esperienza sul campo. Si deve avere una storicità. E tutto questo lavoro deve essere fatto con passione. Allora il cerchio si chiude ed il cliente trova per casa sua il prodotto giusto, al prezzo giusto. Tutto il resto ahimè è fuffa…

Per consulenze o segnalazioni specifiche sono come sempre a disposizione per un sopralluogo gratuito.

Fotovoltaico ed auto elettrica

Prendo spunto da una recente consulenza ad un mio cliente padovano, nonché da una piacevole “collaborazione cultural/informativa” con l’amico Andrea di “aboliamo il motore a scoppio ed installiamo energie rinnovabili”  (gruppo Facebook che vi invito a visitare e sottoscrivere) per fare un’analisi su come sia possibile integrare la mobilità sostenibile delle auto elettriche con l’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (fotovoltaico). Premetto che i dati che andremo ad analizzare non vogliono essere (come sempre) una risposta univoca e risolutiva ad ogni situazione ed ad ogni esigenza ma vogliono semplicemente dimostrare che la direzione è quella giusta. (la direzione è l’elettrico…) Ad ognuno poi decidere se sposare il progetto, se lo stesso risponde o meno alle proprie esigenze, se sia o meno sostenibile economicamente e praticamente. Di sicuro, e qui chiudo la premessa, ci sono i pro e ci sono i contro (ma si sa, per ognuno due cose oggettivamente identiche hanno un peso diverso e pertanto non sono più oggettive ma rientrano nella sfera soggettiva).

Il cliente mi chiede. Posso ricaricare la mia macchina elettrica con un impianto fotovoltaico? La mia risposta come sempre è … DIPENDE. Dipende da che auto ho, da che impianto ho, da che uso faccio della macchina elettrica, da quale budget ho.

Nel mio articolo mi avvarrò anche dei grafici di rendimento reali di un altro amico delle energie rinnovabili, Eugenio che cortesemente mi permette di analizzare la sua produzione, il suo autoconsumo ed il suo sistema di ricarica auto casalingo.

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L’elenco di queste 5 auto elettriche è a titolo esemplificativo ed è stato tratto dal sito http://www.trendmotori.com/auto-elettriche-nuovi-modelli.php in data 24 maggio 2016

Chi oggi acquista un’auto elettrica lo fa sostanzialmente per il piacere di non inquinare. Chi prova la guida elettrica poi rimane invece estasiato dalla silenziosità della marcia, dall’accelerazione fulminea e dalla fluidità di marcia. Inoltre nelle salite anche più ripide non si è mai in difficoltà grazie alla coppia massima presente anche a velocità ridotta.

Detto questo, vedremo come sia anche possibile avere un risparmio.

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Oggi sul mercato ci sono diverse tipologie di auto elettriche (tralasciando al momento volutamente l’ibrido per parlare solo di totalmente elettriche), che sono semplici quadricicli o che sono auto vere e proprie. Dalle due posti alle 4 posti, fino a crossover come vengono chiamati in gergo, passando per le berline medie ed anche le ammiraglie. Non sarà un problema nominare dei marchi, Renault, Citroen, Nissan, Smart, Volkswagen, Bmw, Kia, Mercedes, Mitsubishi, Hyundai (ancora manca fiat che non ha previsto la 500 elettrica per il mercato europeo), per arrivare a Tesla, nome che sta riscuotendo un grosso successo e che sta mettendo in subbuglio tutto il comparto automotive (tanto da far muovere in questa dei colossi del settore che fino ad oggi erano stati alla finestra).

Quindi, auto elettrica come scelta di vita in primis, come status symbol, (a volte), come piacere di muoversi senza inquinare (sempre) come piacere di guida vero e proprio (sempre) e come fonte di risparmio (a volte) . Perché un’auto elettrica è fonte di risparmio anche se non utilizzo le colonnine gratuite ed anche se la ricarico di notte a casa mia tramite una semplice presa domestica a 220 V. Sì perché il rendimento dei motori elettrici rispetto ai motori termici è conveniente a priori, senza bisogno di scomodare studi o riportare qui calcoli complessi (non è lo scopo del post che vuole invece essere semplicemente alla portata di tutti).

Ma se volessi essere ancora più green? Se volessi addirittura autoprodurmi l’energia che consumo per muovermi? Posso? Se proprio mi da fastidio utilizzare l’energia (anche nucleare) che il gestore del servizio elettrico mi fornisce, posso avere una sorta di “km zero” energetico? La risposta è sì. Puoi. Basta dotarsi di un sistema di produzione di energia elettrica (impianto fotovoltaico). Il vantaggio sarà duplice. Prima di tutto abbatterai i consumi domestici e pertanto potrai consumare (sempre con parsimonia perché lo spreco è sempre un peccato) l’energia che ti auto produci per tutti i bisogni casalinghi. Con il surplus (perché ogni impianto genera un surplus) potrai decidere di accumulare l’energia (accumulo/batteria), potrai creare un accumulo termico (acqua calda sanitaria e/o riscaldamento tramite pompa di calore) o potrai anche (ed è questo il caso che analizziamo) ricaricare la tua auto elettrica.

Ehhh ma chissà che impianto ci vuole per ricaricare un’auto elettrica?  Qui ovviamente dipende dalla capacità delle batterie dell’auto che si vuole/deve ricaricare. Cambia molto se devo ricaricare una twizy o se devo invece ricaricare una model S P90 di tesla.  Di sicuro comunque è la soluzione migliore per l’ambiente e per il risparmio famigliare ed anche nel caso dell’auto molto grande e capiente, potrò con soddisfazione essere certo che una buona parte della ricarica che mi permette di muovermi l’avrò ottenuta semplicemente con il sole che colpisce gratuitamente e giornalmente il mio tetto.

Bene, ma tutti possono avere un impianto fotovoltaico? (leggi qui i 5 requisiti fondamentali) E chi ha i requisiti e non lo ha ancora fatto cosa sta aspettando? (leggi qui perché i tuoi vicini che lo hanno già fatto non sono degli scemi…)

Il minimo che devo installare per avere un beneficio sulle spese domestiche e poter pensare di avere un margine per ricaricare l’auto elettrica è il 3 kwp che consiste (con la tecnologia standard attuale) a 12 pannelli che occupano circa 17 mq. L’ideale per non passare in trifase (spazio sul tetto permettendo) sarebbe quello di installare i 6 kwp che sono 24 pannelli (35 mq). Questo permetterebbe anche una ricarica (di giorno ovviamente) più veloce. L’esempio che faccio ai miei clienti è quello di immaginare di dover riempire una piscina (batteria dell’auto) e di farlo con una pompa semplice da giardino oppure con un idrante di quello dei vigili del fuoco. E’ ovvio che (se ho acqua a disposizione) con l’idrante impiegherò molto meno tempo. Bene per la corrente è la stessa cosa. Maggiori sono i Kwh che posso immettere nelle batterie, minore sarà il tempo di ricarica della mia batteria e pertanto prima la mia auto sarà disponibile.

Ma se io l’auto la utilizzo di giorno? Se la carico la sera? Se la carichi la sera ti consiglio un sistema di accumulo al litio (oggi sul mercato ci sono diverse marche e modelli interessanti) che ti permettono di accumulare il surplus energetico prodotto dell’impianto, stoccarlo in un accumulo per poi utilizzarlo quando mi serve (anche per ricaricare la macchina). Inoltre poiché (a meno di grossi esborsi) l’accumulo solo non sarà sufficiente a caricare un’auto elettrica di medie dimensioni, ad oggi la normativa prevede di poter utilizzare il contributo in conto scambio (dello scambio sul posto) e quindi di ridurre di circa 1/3 il costo della mia bolletta serale.

Quindi riassumendo, perché è un’ottima abbinata l’auto elettrica assieme all’impianto fotovoltaico a casa?

  1. posso caricarmi gratis l’auto
  2. non devo trovare colonnine libere in giro ed attendere la ricarica
  3. non inquino
  4. ottimizzo l’utilizzo della risorsa a km zero. Prodotta e consumata/immagazzinata
  5. l’energia prodotta dall’impianto non solo mi permette di ricaricare l’auto ma serve al fabbisogno energetico di casa mia
  6. se l’abbino ad un sistema d’accumulo mi permette di ricaricare l’auto (in parte) gratuitamente anche di notte
  7. mi permette di non dipendere dalle fluttuazioni del costo dell’energia e dai costanti aumenti annuali
  8. mi permette di essere già oggi un passo nel futuro. (l’elettrico…)
(fig.1) produzione del 20 maggio 2016 - impianto da 6 kwp diviso su 3 falde (sud-est-ovest)
(fig.1) produzione del 20 maggio 2016 – impianto da 6 kwp diviso su 3 falde (sud-est-ovest)

Vediamo ora grazie all’amico Eugenio che abita in Lombardia, come sia possibile ricaricare due auto elettriche in una giornata di sole con un impianto della potenza di 6 kwp (i 24 pannelli di cui parlavo prima). Il parco auto di famiglia è composto da una Renault twizy (quadriciclo) e da una smartED. Ebbene, con la produzione di venerdì 20 maggio oltre al fabbisogno della sua abitazione è riuscito tranquillamente a ricaricarle entrambe. Nel grafico della potenza (fig.1) vedete in blu l’energia prodotta ed in giallo l’energia consumata. Da notare che l’impianto in questione è diviso su 3 falde e pertanto ha dei momenti di minore produzione di picco (in alcune ore del giorno ognuna delle tre falde ha dei down di produzione). Al contempo questa soluzione però permette di sfruttare sia le prime ore di sole del mattino sia le ultime della sera, garantendo una produzione minima costante (ideale per coprire il più possibile i fabbisogni domestici).  Dalle altre

(fig. 2) totale energia autoconsumata ed immessa in rete
(fig. 2) totale energia autoconsumata ed immessa in rete

immagini del sistema di monitoraggio si evince che la produzione giornaliera del suo impianto è stata di 35,39 kWh (fig.2) e che l’energia totale consumata è stata di 22,02 kWh  (fig.3). Quindi, nonostante abbia utilizzato l’energia per i propri fabbisogni domestici, nonostante abbia ricaricato due veicoli elettrici, ha avuto ancora una buona quota di energia da immettere in rete (e da utilizzare tramite lo scambio sul posto in modo da ridurre il costo dei consumi serali) (fig.3). Di sicuro Eugenio con un buon sistema d’accumulo avrebbe potuto puntare ad un maggiore autoconsumo (stoccando l’energia elettrica nella batteria) ed ad un prelievo vicino allo zero. (mi dice che ci sta arrivando 😉 ). Come detto, tutti oggi possiamo migliorare i nostri consumi prima di tutto razionalizzandoli, possiamo poi essere green sia autoproducendoci l’energia sia consumandola per illuminarci, scaldarci, lavarci e ovviamente muoverci.

(fig.3) Energia prodotta ed autoconsumata ed energia acquistata dalla rete
(fig.3) Energia prodotta ed autoconsumata ed energia acquistata dalla rete

Visto anche l’incentivo (detrazione fiscale) dello stato che è del 50% (5% all’anno per 10 anni) sia sull’impianto fotovoltaico che sull’accumulo e visto anche che addirittura sulle pompe di calore per acqua calda sanitaria e per il riscaldamento l’incentivo è del 65% (6,5% per 10 anni), ogni giorno, ogni settimana, ogni mese ed ogni anno che aspettiamo, paghiamo in tasse quello che potremmo risparmiare in energia. Urge una riflessione. Fatti due conti … 

E, se volete un consiglio, andate a fare un test drive di un’auto elettrica qualsiasi perché ne rimarrete piacevolmente sorpresi. Garantito!

Neve sui pannelli fotovoltaici: cosa fare

E' arrivata la tanto agognata neve
E’ arrivata la tanto agognata neve

In questi giorni tutti aspettavano la neve. Dagli albergatori di Cortina agli abitanti della pianura padana. Per motivi diversi ovvi, ma turismo ed inquinamento mi sembrano due ottime ragioni. Ed infatti stamattina ecco la neve a terra. E l’impianto fotovoltaico sul tetto? Come si comporterà con la neve? Hai la neve sui pannelli? Cosa fare e cosa non fare. 

Facciamo alcune doverose premesse:

  • se l’impianto fotovoltaico l’inverno rende meno non è per colpa della neve (a meno che tu non abiti su Monte Rosa di neve ne vediamo poca attualmente) ma per colpa della minor quantità di luce che arriva ai pannelli (meno ore di sole = meno luminosità = meno produzione dell’impianto) nonché ovviamente dal fatto che il sole è più basso all’orizzonte e pertanto incide sui pannelli fotovoltaici con un’angolazione diversa. Il calcolo del rendimento che ti viene proposto è una media annua che tiene conto della media ore di luce in un anno in un determinato posto. Pertanto il pannello è normale che produca di più in primavera estate ed autunno e meno in inverno
  • la neve può coprire anche solo parzialmente l’impianto e danneggiarne comunque la produzione. Dipende da che tipo di impianto fotovoltaico è installato e se ha dei sistemi per ovviare queste problematiche (es ottimizzato o ancor meglio i microinverter)
  • noterete che sui tetti i pannelli si “liberano della neve” prima delle altre parti del tetto. Questo è dovuto a principalmente al fatto che il pannello si scalda e pertanto con il calore scioglie il primo strato di neve che fa scivolare via il restante. Quindi anche con temperature molto rigide il pannello si libera del suo carico in presenza di sole diretto per alcuni giorni
attenzione caduta neve
attenzione caduta neve

Quindi, il pannello si libererà autonomamente della neve ed anzi sarà ancora più pulito e performante. Personalmente sconsiglio di rimuovere la neve con il “fai da te” perché i tetti innevati sono molto pericolosi. Sconsiglio anche l’utilizzo di prodotti chimici per lo sgelamento che se utilizzati in modo erroneo potrebbero compromettere le caratteristiche del pannello, ossidarne i contatti od opacizzarne il vetro.

Non c’è inoltre da temere il problema peso della neve (per le nevicate ordinarie) in quanto i pannelli hanno una resistenza di oltre 200 kg/mq.

Anche se tu oggi lo volessi, vista la neve sul tetto non potremmo installare il tuo impianto. Ma poiché come ti ho già spiegato ci vuole un po’ di tempo per realizzare il sopralluogo, il progetto ed anche la parte burocratica… prenditi per tempo in modo che il tuo impianto sia pronto ed allacciato per la primavera in modo da non sprecare nemmeno un raggio di sole. Questi i miei contatti. 

Rimarrai senza fotovoltaico!!!

Rimarrai senza fotovoltaico. Ti dovrai mettere in coda…

Vorrai i pannelli ma dovrai attendere… a quanto pare!

Dovrai attendere per avere il tuo fotovoltaico?
Dovrai attendere per avere il tuo fotovoltaico?

Il mercato del fotovoltaico ha avuto negli ultimi anni un andamento molto altalenante. Questo è dovuto a diversi fattori. C’è stato un bum dal 2008 al 2012 (anche grazie agli incentivi del conto energia), c’è poi stato un calo, dovuto in particolar modo alla fine della speculazione sui grandi impianti e ci si è indirizzati (giustamente dico io), ai piccoli e medi impianti (puoi valutare la convenienza ed approfondire l’argomento cliccando qui).

Ma adesso? Ed in futuro? Uno studio recente (Global PV Manufacturing Attractiveness Index 2015) evidenzia come da qui al 2017 in Europa la domanda supererà l’offerta.

Questo è dovuto da:

  1. 5una diminuzione dei prezzi dei moduli fotovoltaici
  2. una maggiore conoscenza della tecnologia e dell’efficacia di un impianto fotovoltaico
  3. la consapevolezza che investire nelle energie rinnovabili significa mettere al sicuro la propria famiglia dalla variazione (e cioè dall’aumento) dei costi energetici
  4. una maggiore sensibilità a quelle che sono le tematiche ambientali

Qui trovi le 5 cose da sapere per installare un impianto

Qui invece trovi le 10 cose da sapere sul fotovoltaico

Quindi, come mai non hai ancora installato un impianto fotovoltaico sul tetto di casa tua?

  1. im-possible-2Pensi di non avere i soldi? FALSO Leggi qui !!!
  2. Pensi che casa tua non sia correttamente esposta o abbia problemi di ombreggiamenti? Anche questi problemi si possono risolvere. Leggi qui
  3. Pensi che non valga la pena installare un impianto perché gli incentivi oggi sono diversi rispetto a quelli del conto energia? Lo sai che conviene più oggi in proporzione? Non ci credi? Leggi qui!
  4. Pensi che hai sempre pagato la bolletta e quindi perché cambiare? Se sei contento tu!!! Io ti dimostro che però … 
  5. Ma non sei stufo di pagare salato e non avere i comfort che vorresti in casa? Come te lo devo spiegare? Anche tu puoi vivere meglio casa tua! 
  6. Non sai di chi fidarti ed a chi rivolgerti? Bene, questa è ancora più semplice perché questi sono i miei contatti !!!

Il fotovoltaico in Italia

media ore di sole in Italia
In Italia abbiamo in media da 5 ad oltre 7 ore di sole al giorno. Un’energia costante e gratuita da poter utilizzare al meglio

Il fotovoltaico in Italia: facciamo un po’ d’ordine.

  1. Il fotovoltaico tira o no in Italia? Assolutamente sì!
  2. Ci sono ancora gli incentivi? Assolutamente sì! (50% detrazione fiscale e scambio sul posto)
  3. Che tipo di impianti si vendono? A differenza degli anni del boom degli incentivi dove si “speculava” (ed attenzione utilizzo l’accezione neutra del termine) con grandi impianti, oggi c’è un fiorire di piccoli e medi impianti che sfruttano l’autoproduzione come autoconsumo.
  4. E sul fabbisogno energetico che risultati abbiamo raggiunto? Alcuni esempi: A settembre 2015 il fotovoltaico ha coperto l’8,2% della domanda di energia elettrica in Italia (con un + 0,6% rispetto al medesimo mese del 2014) Nei primi 9 mesi dell’anno (gennaio – settembre) ha coperto l’8,5% del fabbisogno (con un + 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2014)

Quindi:

Competenza, precisione, schiettezza. Cioè il consulente per il risparmio energetico

Un cliente (ex dirigente in pensione di una grossa multinazionale) qualche giorno fa mi ha chiesto come “fosse il mio settore”. Premetto che ad una domanda così le risposte che si possono dare sono molteplici. Il mio settore è interessante, stimolante, vario, affascinante. crisifinanziariaE personalmente ritengo che il mio lavoro sia il lavoro più bello del mondo (qui puoi leggere il perché se vuoi…) Nello specifico però ho intuito che la sua domanda fosse rivolta più che altro al risultato economico se in controtendenza o meno rispetto alla situazione economica italiana (crisi!!!).

La mia risposta è stata che nel mio settore la crisi non si è sentita, anzi. Di fronte a delle difficoltà economiche l’italiano lavoratore, risparmiatore, tira la cinghia sul superfluo ed investe nella sua abitazione e nel risparmio per mettersi al riparo dall’aumento dei costi dell’energia (ad esempio).casa_amore

Se poi c’è chi lavora poco e si lamenta, significa che sta lavorando male. E questo come in ogni situazione di “crisi” aiuta e alimenta chi invece lavora con dedizione, competenza, razionalità e schiettezza. Chi lavora bene insomma! (ed a quanto pare dalle richieste di clienti che mi chiedono di risolvere loro dei problemi creati da altri… siamo in pochi!)

Per fare questo lavoro servono delle competenze. Non ci si inventa. Si deve studiare, si deve essere sempre alla ricerca di nuove soluzioni, si deve essere sempre in grado di capire quale sia il problema del cliente e di risolverlo. Si parte ascoltando il bisogno del cliente. Non si vende un impianto. Si risolve un problema e si danno delle soluzioni. Reali, tangibili, misurabili e soddisfacenti!!!puzzle

E per fare questo serve dedizione, precisione e tanta passione.

Ora voglio fare una riflessione sulla mia professione. Come in tutti i settori c’è chi lavora bene (ed i risultati si vedono), c’è chi si inventa, c’è chi sta imparando… e c’è anche chi lavora male (e se ne frega pure…).

Caro lettore, che ti stai informando per migliorare energeticamente casa tua… Come farai la tua scelta? A chi deciderai di affidare casa tua per realizzare un impianto che dovrà darti soddisfazioni per 20/30 anni ???medicina cura

Se hai male da qualche parte ti rivolgi ad un medico. Lui ti dice la cura. Tu zitto prendi la ricetta vai in farmacia e la comperi. Non discuti. Lo fai e basta. Vero?

Se il commercialista ti compila l’F24 per il pagamento delle tasse. Tu lo paghi e basta. O lo metti in discussione?

Se il tuo avvocato ti suggerisce una strategia difensiva per tutelare i tuoi interessi tu cosa fai? Ti studi il codice per vedere se è la migliore o ti affidi?gatto-volpe

Ecco. So che è difficile al giorno d’oggi “affidarsi”. Perché tutti abbiamo paura di sbagliare e di trovare il gatto e la volpe di turno che ci abbindolano e ci rifilano la “sola”… 

Per questo, qui puoi leggere chi sono e cosa faccio. Puoi leggere dati alla mano perché ti conviene o meno un determinato intervento. E puoi vedere ed ascoltare alcuni miei clienti che ci “mettono la faccia” (oltre al nome ed al cognome) e che grazie al rapporto di fiducia costruito con me hanno deciso di testimoniare la loro soddisfazione ed i risultati ottenuti .lavorare bene

Se anche tu vuoi poter essere sicuro del lavoro che sarà fatto su casa tua, se anche tu vuoi entrare nel mondo delle energie rinnovabili e sfruttare il sole per riscaldarti e per “illuminarti” allora mi puoi contattare per un sopralluogo gratuito.

Ti chiedo solo quando ci vedremo, di prenderti del tempo da dedicare a casa tua ed alla consulenza che merita. So che vuoi bene a casa tua e che la vuoi migliorare. Io sono qui per aiutarti a far sì che questo sia realmente fattibile nel migliore dei modi.

Fotovoltaico ed incentivi 2015: perché conviene di più un impianto oggi rispetto al passato (con il conto energia)

Il fotovoltaico oggi conviene? Era più conveniente con i conti energia? Vale la pena farlo oggi? E se sì di che dimensioni? FOTOVOLTAICO CONVENIENZA 2015

Non so come mai, ma l’idea persistente e comune nelle persone è che il mercato delle energie rinnovabili non stia andando bene. Mi risulta sempre difficile dover spiegare invece che dipende da qual è il mercato al quale ci si rivolge. Personalmente mi sono specializzato solo nelle piccole e medie installazioni ed in questo specifico campo c’è molto lavoro da fare. (quindi se hai bisogno di un impianto da 100 chilowatt non sono il consulente giusto per te)

posizionamentoChe il fotovoltaico abbia avuto una brusca frenata negli anni scorsi per quanto concerne i numeri relativi alla produzione in KW/h non è in discussione. E’ solo che è cambiato il target. C’è chi se ne è accorto e chi no. C’è chi è rimasto in gioco e chi si è trovato fuori. C’è oggi una grande richiesta di piccoli impianti rispetto a qualche anno fa dove si realizzavano soprattutto impianti di grandi dimensioni. E’ cambiato il mercato. Punto.
Ma se sei su questa pagina lo sei per capire se adesso ti conviene installare un impianto su casa tua e non per una lezione di economia e positioning aziendale.

Quindi ti spiego in poche semplici righe perché è più conveniente montare un impianto fotovoltaico su casa tua oggi (dove ci sono incentivi molto limitati) rispetto a qualche anno fa (es 2010-2012).

Il calcolo da fare è semplicissimo.autoconsumo LAMPADINA

  1. un buon impianto costa in media il 30% – 40%  in meno rispetto ai listini del 2010.
  2. la tecnologia e pertanto la resa dei pannelli è migliorata
  3. oggi le nuove tecnologie (a microinverter ad esempio) permettono di utilizzare meno spazio sul tetto e permettono di ottimizzare la produzione anche per esposizioni non ottimali (per un approfondimento clicca qui)
  4. il 50% dell’impianto te lo ripaga lo stato attraverso la detrazione fiscale (in 10 anni) (D. Lgs. 83/2012) iva inclusa!
  5. il risparmio che si può ottenere attraverso l’autoconsumo e lo scambio sul posto è del 70% sulla spesa totale annua di energia elettrica. Pertanto consumo energia pulita che mi autoproduco.