
Mi è stato chiesto di dare delle indicazioni di massima circa il reale, concreto, fattivo utilizzo di un accumulo così tanto capiente come il powerwall2. Sì perché l’utente oggi si chiede: “Farà al caso mio? – Riuscirò ad utilizzarlo al meglio? Ma quanto lo sfrutto? Non è il caso che io installi qualcosa di più piccolo? E se sì, cosa?”
Apriti cielo, c’è un mondo e non ho le risposte alle domande appena scritte. Non ho le risposte semplicemente perché ogni possessore di un impianto fotovoltaico ha una storia a sé fatta di consumi, autoconsumo, abitudini, rendimenti e tipologia di impianti.
Pertanto non posso dare una risposta univoca che vada bene per tutti. Posso cercare però di dipanare qualche dubbio attraverso qualche esempio. In particolare oggi utilizzerò l’approfondimento (scritto qualche giorno fa) in risposta ad un commento di Lorenzo, lettore toscano del blog che mi chiedeva qualche numero in merito alle percentuali di utilizzo dell’accumulo più capiente (se parliamo dei marchi più conosciuti) – il powerwall 2 – oggi sul mercato.

Lo ribadirò più volte: non è possibile dare un’informazione che vada bene a tutti. Bisogna valutare molte/troppe incognite tipo: 1)location (provincia – comune) 2)inclinazione del tetto 3)ombreggiamenti 4)abitudini famigliari 5)percentuale di autoconsumo sia giornaliera che stagionale 6)picchi di consumo giornalieri- mensili – stagionali 7)ore di sole realmente impattanti sull’impianto (se la casa è vicino ad un monte di sicuro prenderà meno sole rispetto ad un’altra che dista dalla stessa solo poche centinaia di metri). Da tutte queste variabili puoi ben capire che non è possibile così facilmente avere un’informazione precisa e puntuale se non attraverso un’analisi specifica.
Cerco di venirti/vi incontro con delle indicazioni di massima riducendo al minimo le variabili e ipotizzando che ci siano ottimali condizioni di installazione.
Mettiamo che tu abiti a Pisa e che tu voglia installare un impianto da 6 kWp su un tetto non ombreggiato, pendenza 30 gradi rivolto a sud. Ora, mettiamo una media di produzione di 1400 kWh di produzione per 1 kWp, si ha una produzione di 8400 kWh annui.
Quindi ho in media una produzione di 23 kWh al giorno. (ovviamente è una media). Cerchiamo di avvicinarci un po’ di più ancora ai dati reali di produzione. Diciamo che l’impianto produce il 60% del totale in estate (maggio, giugno, luglio, agosto, settembre), che produce il 25% del totale in primavera autunno (marzo, aprile, ottobre, novembre) ed il 15% del totale in inverno (dicembre, gennaio, febbraio).
Quindi il mio impianto produrrà (ripeto per l’ennesima volta che sono conteggi spannometrici) il 12% del totale (1008)nei mesi di maggio giugno luglio agosto e settembre, il 6,25% (525) al mese nei mesi di marzo aprile ottobre novembre ed il 5% (420) nei mesi di dicembre gennaio febbraio. Dando come standard i 30 giorni mensili abbiamo quindi una produzione rispettivamente di 33,6 – 17.5 – 14 kw/h al giorno. (attenzione è un calcolo spannometrico e pure di media perchè se piove per una settimana di fila in più da un anno rispetto ad un altro ovviamente i conti sballano!!!).
Qui ovviamente bisogna vedere quanto si autoconsuma. Mettiamo che si riesca ad auto consumare il 50% della produzione (4200 kWh), riusciamo sempre a mettere “qualcosa” in batteria ed un sistema come il powerwall 2 lo sfruttiamo a pieno tra i 5 ed i 9 mesi all’anno. Di sicuro per i restanti mesi non riuscirò a caricare tutta la batteria (ma poiché ho allo stesso prezzo di 8/10 kw il 13,5, io preferisco averne di più e non sfruttarla tutta piuttosto che averne una di capacità ridotta che quando potrei immagazzinare ed autoconsumare è satura e mi costringe a scambiare con la rete).
Ho messo questi dati prendendo come spunto degli impianti già esistenti, funzionanti e monitorati che hanno come accumulo il powerwall1.
Poi, come sempre dico, ogni situazione è un caso a sé ed è importante fare le giuste valutazioni, ricordando che la differenza la fa anche (ed a volte di molto) come poi io utilizzo il mio impianto.

Se vuoi approfondire l’argomento e vedere se il tuo impianto può dotarsi di un Tesla powerwall 2 e se l’investimento può essere congruo, qui ci sono i miei dati per chiedere una consulenza (via mail o telefono).
PS: oggi pomeriggio ho avuto occasione di parlare con un responsabile tecnico di Tesla che mi ha confermato come la batteria al litio non soffra del fatto di non essere totalmente caricata. Pertanto se la carico solo a metà non si rovina.