La scorsa settimana sono stato negli Usa per il primo meeting installatori certificati del Powerwall Tesla. L’occasione è stata propizia tra l’altro per visitare la Giga Factory, vedere come vengono prodotti i Powerwall e toccare con mano anche il Solar Roof v3.
Per chi non lo sapesse, Il solar roof di è una copertura per le abitazioni che in un unico elemento include sia la tegola sia il pannello, assorbendo i raggi del sole è in grado di produrre energia pulita. È di fatto equiparabile alle alternative in commercio per il fotovoltaico ed è progettato in modo da risultare particolarmente resistente alle intemperie atmosferiche. Più o meno ogni anno, negli ultimi 3, ho scritto un articolo in merito per aggiornarti su questa innovazione di Tesla. Qui puoi leggere gli articoli di maggio 2017, settembre 2017, ottobre 2018).
Nonostante ancora non si sia visto in Europa si tratta della terza generazione del Solar Roof (V3) che rispetto alla precedente, stando a quanto affermano i tecnici Tesla, aumenta l’efficienza (comunque ancora inferiore rispetto alle alternative più avanzate attualmente disponibili sul mercato) e riduce della metà le parti impiegate riducendo i costi di produzione e rendendo più facile la posa.
Avendo potuto prendere in mano direttamente il prodotto, devo dire che di sicuro è una tecnologia molto interessante. Al contempo è evidente che essendo i tetti europei costruiti in maniera molto diversa rispetto alle coperture delle abitazioni americane, questa tecnologia si sposerebbe solo con le nuove abitazioni o a quelle in fase di ristrutturazione (pesante con rifacimento totale del manto di copertura).
La cosa positiva è che questa tegola esiste e che ho potuto studiarla un po’ più da vicino. Prima che tu mi chieda prezzo e disponibilità, vediamo i però …
Per il momento è ancora in fase di test in USA (positivo perché così si sviscereranno gli eventuali ulteriori problemi/miglioramenti)
Per il motivo di cui sopra non credo sarà disponibile in Europa a breve
Sarà importante dopo i test capire come realizzare un’economia di scala in modo da rendere il prodotto competitivo con la tecnologia fotovoltaica tradizionale affinché sia diffondibile in modo massiccio/popolare
Quindi, il solar roof esiste davvero 😉 ed è anche un progetto meraviglioso. Sulle tempistiche per lo “sbarco” in Europa ci dovremo riaggiornare più avanti …
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POSSIBILITA’: 1)ELIMINARE IL CARBONE IN ITALIA ENTRO IL 2025 ! 2)COPRIRE (E SUPERARE) IL 55% DEL FABBISOGNO ELETTRICO ENTRO IL 2030 CON LE RINNOVABILI
E’ quello che potrebbe realizzare l’Italia secondo il report pubblicato da European Climate Foundation . Il report dal titolo “Cleaner, Smarter, Cheaper: Responding to opportunities in Europe’s changing energy system” approfondisce l’opportunità per l’Italia nel sistema energetico europeo evidenziando la continua e costante evoluzione del settore. In particolare lo studio analizza la possibilità per l’Italia di raggiungere e superare l’obiettivo presente nella SEN (Strategia energetica nazionale) di coprire il 55% del consumo interno di elettricità grazie alle rinnovabili entro il 2030 e l’eliminazione graduale del carbone entro il 2025. Il punto di maggior interesse e che merita di soffermarsi un attimo a pensare è che, secondo il report, l’Italia può eliminare il carbone senza costi aggiuntivi e senza aumentare gli impianti a gas e può coprire il 59% del proprio fabbisogno energetico tramite le rinnovabili.
Alla base di questa transizione vi sono diversi fattori convergenti:
1) significative riduzioni dei costi delle tecnologie rinnovabili e di stoccaggio, che hanno superato le aspettative anche più rosee;
2) progressi inattesi in materia di elettrificazione e di consumatori intelligenti;
3) L’azione globale sui cambiamenti climatici, sta accelerando ulteriormente la diffusione dell’energia pulita e l’innovazione.
Il fotovoltaico e l’eolico in Italia tra il 2015 ed il 2030. Scenario base ed opportunità. La differenza è sostanziale
Tecnologia migliore, a prezzi fruibili, utilizzabile su larga scala e consapevolezza che è necessario mettere un freno alla “dolce vita” energetica che il pianeta ha vissuto fino ad oggi, sono due strade convergenti che spingono verso l’alto la produzione da fonti rinnovabili. E per fortuna! (aggiungerei!!!) Raggiungere l’obiettivo del 59% di elettricità da rinnovabili per l’Italia sarà possibile prima di tutto grazie alla diminuzione del costo della tecnologia fotovoltaica e allo sviluppo dell’efficienza energetica. E questa abbinata sarà di sicuro da traino per altri cambiamenti ed innovazioni sia nello stile di vita delle persone che nelle abitudini e pertanto nella quotidianità (vedasi ad esempio la mobilità elettrica).
L’analisi ha elaborato 2 possibili scenari al 2030, Baseline e Opportunity. Il primo si basa sullo scenario previsto dal pacchetto sull’Energia Pulita (CEP) proposto dalla Commissione Europea, considerando i costi aggiornati delle rinnovabili; il secondo prevede politiche più ambiziose da parte degli stati membri verso l’attuazione di un’eletrificazione intelligent che considera l’integrazione fra fotovoltaico, mobilità elettrica, processi industriali e pompe di calore. E’ interessante come tra la proiezione “base” e quella che effettivamente si può raggiungere vi sia una sostanziale e cospicua differenza.
1)Il fotovoltaico è la risorsa rinnovabile più importante in Italia.
Esso presenta un enorme potenziale per la generazione di elettricità a zero emissioni e a basso costo (LCOE di 40 €/MWh). Entro il 2030, il fotovoltaico potrebbe raggiungere una capacità installata complessiva di 52 GW, cioè un aumento del 174% rispetto al 2015 (19GW), contribuendo a soddisfare più del 22% della domanda di elettricità in Italia. Inoltre, insieme ad uno sviluppo dell’eolico di 18 GW (cioè un aumento del 100% rispetto ai 9 GW del 2015), nonché delle biomasse e dell’idroelettrico, le energie rinnovabili possono contribuire per il 59% al consumo interno di elettricità. Ciò può essere raggiunto senza costi aggiuntivi ma richiede una revisione degli obiettivi al 55% della SEN per il 2030. Risparmi energetici e cooperazione regionale sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo del 59%.
2) l’eliminazione del carbone in Italia è fattibile senza costi aggiuntivi e senza l’installazione di nuovi impianti a gas.
L’aumento della produzione di elettricità da gas può essere soddisfatto completamente attraverso l’aumento della capacità delle centrali a ciclocombinato esistenti, rendendo così superflui nuovi investimenti nel settore, compresi quelli ininfrastrutture come gasdotti e terminali GNL. La domanda di gas rimarrà infatti al di sotto dei livelli odierni di consumo.
3) I consumi intelligenti rappresentano un elemento fondamentale per limitare i picchi di domanda e integrare più fotovoltaico nella rete.
Quindi, servono l’impegno e la consapevolezza di tutti per implementare un processo (quello del passaggio all’utilizzo delle energie rinnovabili che è già segnato da tempo. Ora la differenza la può fare ognuno di noi, anche nel suo piccolo, consumando meno, consumando meglio e soprattutto auto producendosi l’energia necessaria.
Durante le consulenze in tema di risparmio energetico vedo che si pone spesso molta attenzione sul brand di alcuni prodotti (pagandoli anche troppo a volte) e poi invece si tende a risparmiare su delle parti dell’impianto che sono invece molto importanti in termini di sicurezza.
Oggi Ti parlo dello staffaggio con il quale l’impianto fotovoltaico viene “ancorato” al tetto.
Di sistemi di aggancio al tetto ce ne sono moltissimi. Basti pensare che aziende come Wurth (parliamo del top di gamma), hanno oltre 100 soluzioni installative diverse che dipendono dalla varie combinazioni possibili.
Il perché si tenga poco presente questa parte dell’acquisto è evidente. E’ qualcosa che non si vede e che pertanto si da come parte indistinguibile dell’impianto e mera componente strumento utile alla sola realizzazione del lavoro finito. Della serie un tipo vale l’altro. Io invece ci tengo affinché il cliente possa vedere, toccare con mano, percepire la qualità dei materiali e la cura installativa che richiedo.
Il perché sarebbe (uso il condizionale perché come detto sopra spesso ciò non viene fatto) importante valutare cosa, come, quando e perché è indispensabile utilizzare installatori competenti che utilizzano materiali di qualità e che installino con calma e precisione te lo spiego io.
Cosa succede se si utilizzano materiali economici ? Succede che deperiscono. Succede che arrugginiscono. Succede che ossidano. Succede che tra 20 anni quando vorrai svitare una qualsiasi vite, la stessa ti rimarrà in mano.
Cosa succede se il lavoro viene fatto in velocità? Succede che non vengono mantenuti degli standard di qualità e di precisione che permettano di avere un’installazione ottimale ed anche esteticamente impeccabile.
Cosa succede se si utilizza il sistema più veloce ma meno performante per la “sigillazione” del tuo tetto? Succede che (magari non subito), ma nel corso degli anni si crea qualche infiltrazione alla quale dovrai mettere costosamente mano.
Quando ti affidi ad un’azienda piuttosto che un’altra prova a chiedere al tuo consulente se è in grado di spiegarti che tipo di installazione ti verrà fatta. Prova a chiedere che materiali verranno utilizzati. Anche questa componente dell’impianto è importante per il corretto funzionamento di tutto l’impianto e per la resa dello stesso nel tempo.
E se non vuoi avere sorprese in merito cerca di affidarti a persone che conoscono quello che ti stanno offrendo e che sono in gradi di dimostrarti nello specifico come deve essere realizzato un impianto a regola d’arte.
Perché se credi che un professionista ti costi molto (cosa che spesso non è vera tra l’altro, perché la professionalità dovrebbe essere insita nel servizio!!!), non hai idea di quanto ti costerà un incompetente 😉
Anche i siti meteo adesso mettono in evidenza le previsioni di produzione fotovoltaica giornaliera. Cresce ogni giorno l’interesse per il fotovoltaico e per i sistemi di risparmio energetico. E casa tua? Hai fatto qualcosa per non farla restare inesorabilmente dispendiosa, fredda d’inverno e calda d’estate?
L’ho notato per caso. Eppure è un bel servizio che dimostra come vi sia sempre maggiore attenzione alla tecnologia fotovoltaica ed alla produzione energetica da fonti rinnovabili. Più consapevolezza c’è di quanto consumiamo e sprechiamo e maggiore saranno le informazioni disponibili e veicolabili.
Oggi ognuno può dotarsi di un proprio impianto fotovoltaico che gli permetta di prodursi in maniera autonoma l’energia che gli serve per il fabbisogno casalingo. E non intendo solo per illuminare casa. E’ oggi possibile infatti anche riscaldare la propria abitazione grazie all’energia prodotta dal sole. E’ possibile raffrescarla. E’ possibile produrre acqua calda per uso sanitario. Ed è possibile addirittura ricaricare la propria auto elettrica!
La prossima volta che guarderai il meteo (anche in queste giornate invernali non soleggiate), facci caso. E pensa che quei kWh potrebbero essere quelli gratuiti che produce per te il tuo impianto.
Potresti produrre energia pulita. Potresti evitare di immettere in atmosfera tonnellate di CO2, potresti spendere meno di bollette, potresti ripagarti l’impianto con le tasse che già stai pagando. Ci sono troppi condizionali in questa frase. Te ne sei accorto?
Cosa stai aspettando ancora? Ti ricordo che la detrazione fiscale sul fotovoltaico (50%) scade il 31/12/18 e che quella sul sistema ibrido (del 65% prorogata in extremis a fine 2017) scade il 31/12/18.
E’ il momento giusto per sfruttare gratuitamente ed ecologicamente ogni raggio di sole che colpisce casa tua!
Questi sono i miei riferimenti per un preventivo o per informazioni sul risparmio energetico della tua abitazione/azienda.
Quando si sceglie un impianto fotovoltaico spesso si impiegano molte risorse nella scelta del pannello andando poi a tralasciare altre componenti molto importanti dell’impianto come i sistemi di ancoraggio dei pannelli al tetto o come l’inverter.
Oggi ti parlo brevemente proprio dell’inverter e dell’importanza che lo stesso ha nell’economia di un impianto fotovoltaico.
Sì perché l’energia prodotta in corrente continua dai pannelli va poi convertita in corrente alternata per l’utilizzo domestico. Per farla breve l’inverter non è che un trasformatore di corrente. E pertanto è sottoposto ad un carico di lavoro notevole soprattutto per otto mesi all’anno, nei quali può lavorare ininterrottamente anche 12 ore al giorno.
In base alla “taglia” (cioè alla potenza)dell’impianto viene installato un inverter appositamente “dimensionato” che permetta di ottenere i massimi benefici in termini di efficienza e pertanto di trasformazione di corrente utile.
Bene, ora devi sapere che non tutti gli inverter hanno le stesse caratteristiche. Infatti ci sono
1)inverter più o meno performanti. La performance è data dalla percentuale di energia che viene persa nella trasformazione da continua ad alternata (e che se ne va in calore)
2)inverter con diverse garanzie (temporali). Si va da un minimo di 5 anni (standard) ad un massimo di 25 anni (con estensione della garanzia)
3)inverter che gestiscono più stringhe di pannelli (necessari nel caso ci siano orientamenti diversi e pertanto produzioni diverse nell’arco delle ore della giornata)
4)inverter che hanno un sistema di monitoraggio (che può essere semplice con una sostanziale ripetizione dei dati del monitor dell’inverter su una app o sul computer, fino a quelli più complessi che permettono anche di confrontare produzione dell’impianto con consumo della casa e quindi di ottimizzarne l’autoconsumo e pertanto il risparmio)
7)inverter di piccole e di medie dimensioni (ormai le dimensioni sono in genere piuttosto contenute)
8)inverter “ibridi” che sono in grado anche di gestire (dei particolari modelli di batteria). Questi inverter servono per impianti fotovoltaici nuovi nei quali si installa da subito un sistema di accumulo (solitamente inverter e batteria sono dello stesso produttore)
Ovviamente per scegliere un inverter è bene per prima cosa affidarsi al proprio consulente. E’ bene inoltre vedere quali optional sono compresi o meno e chiedere quali siano gli anni di garanzia del prodotto.
Ci siamo di nuovo. L’ultima volta era stato a luglio. Finisce l’estate, inizia l’autunno. Si avvicina il clima meno mite e ci si prepara ad accendere le caldaie. E cosa succede alle bollette del gas? Beh, da oggi 1° ottobre per la famiglia tipo la bolletta del gas avrà un incremento del 2,8%, Questo aumento è dovuto soprattutto dall’atteso aumento delle quotazioni per il maggior consumo nella stagione autunnale (almeno in questo caso l’aumento è in linea con quello che era stato l’abbassamento di luglio -2,9% e pertanto il costo del gas più o meno sarà uguale… ). L’aumento del costo del gas di ottobre è ben 4 volte tanto la riduzione contemporanea del dell’energia elettrica che registrerà una diminuzione dello 0,7%, (WOOWWWW che riduzione importante !!! Ricordo che a luglio ha avuto un aumento del +2,8%). Ma allora, queste bollette che continuano a salire e scendere mandandoti in confusione, sono aumentate o sono diminuite?
Nel dettaglio per l’elettricità la spesa (al lordo tasse) per la famiglia tipo (2.700 kWh/anno di consumi e 3 kW di potenza impegnata) nell’anno scorrevole (compreso tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2017) sarà di 520 euro, con una variazione del +4,2% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1 gennaio – 31 dicembre 2016), corrispondente a un aumento di circa 21 euro /anno.
Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo (consumi annui per 1.400 mc) per la bolletta gas sarà di circa 1.035 euro, con una sostanziale stabilità (+0,2%, corrispondente a circa 2 euro/anno) rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1 gennaio – 31 dicembre 2016).
E’ sempre più importante creare il massimo comfort per la propria abitazione utilizzando meno risorse a pagamento e sfruttando al massimo quelle che sono le risorse gratuite che ci vengono date dal sole.
Gli strumenti, la tecnologia e le aziende che si occupano di offrire un “chiavi in mano” tutto compreso soddisfatti o rimborsati esistono.
Basta solo saper scegliere il consulente giusto che si prenda cura della tua situazione e di casa tua con passione e correttezza.
Se è questo quello che cerchi, contattami e chiedimi un preventivo. Sarò in grado in pochissimo tempo di consigliarti al meglio e di portare casa tua ad un livello di autosufficienza energetica davvero straordinario!
La schermata iniziale della app di monitoraggio del powerwall2
Nel giorno in cui Tesla Motors consegnerà le prime 30 model 3, io vi mostro il funzionamento dell’app di gestione del sistema d’accumulo powerwall2.
A differenza del powerwall1 che si poteva monitorare solo sull’applicazione solaredge, il powerwall2 ha una propria applicazione che permette di verificare contemporaneamente tutte le attività in entrata ed in uscita dell’impianto domestico.
L’applicazione scaricabile sia per sistemi operativi iOS che per sistemi android. Si presenta con un’interfaccia molto accattivante ed è di facile ed intuitivo utilizzo anche per chi non è uno “smanettone”. Ma vediamo nello specifico cosa permette di controllare.
1)la potenza totale istantanea prodotta dall’impianto fotovoltaico . In pratica puoi avere un controllo da remoto non solo dello status della batteria ,ma anche di quanto l’impianto sta producendo. Sia che tu installi questo accumulo assieme ad un nuovo impianto fotovoltaico sia che tu voglia installarlo in modalità “retrofit” su un impianto (dal secondo conto energia in poi), già esistente. L’applicazione pertanto permette il monitoraggio della produzione (ma non il controllo singolo di ogni pannello che è ad appannaggio esclusivo di sistemi con ottimizzazione tipo solaredge), anche di impianti già esistenti e non dotati di monitoraggio.
2)il consumo dell’abitazione. Non mi stancherò mai di dirlo. Se vuoi utilizzare bene l’impianto devi poter avere sotto controllo costantemente il consumo di casa tua. Solo così puoi capire come e quando sia meglio consumare. Il tutto viene fatto attraverso una centralina (modbus meter).
3)quanta energia viene stoccata nel powerwall2 (o ovviamente quanta ne viene prelevata). Ricordo che il powerwall2 può ricaricarsi molto velocemente fino a 5 kwh in continua. Medesima potenza può essere erogata per tutte le esigenze ed i consumi dell’abitazione.
4)quanta energia viene immessa in rete (o quanta ne viene prelevata). In questo modo puoi vedere in modo molto efficiente se stai prelevando o meno dalla rete e puoi valutare il tuo livello di indipendenza energetica.
5)Tutti i grafici con gli storici giornalieri, settimanali, totali (etc…) relativi alla produzione totale, alle percentuali di autoconsumo ed anche all’autonomia energetica raggiunta. E’ possibile vedere i grafici singoli o sovrapposti e pertanto vedere le varie curve di produzione, consumo, autoconsumo, immissione in rete o acquisto in ogni momento della giornata.
Per poter vedere da remoto tutti questi dati serve ovviamente un sistema che trasmetta questi dati all’esterno. Anche se il 99% delle case è ormai dotata di una connessione ad internet, Tesla ha voluto essere sicura di permettere a tutti di avere assistenza da remoto ed un monitoraggio efficiente. Pertanto, anche se non hai una connessione ad internet o se la connessione ad internet ti salta, o se il wifi fa le bizze, il monitoraggio avviene via rete gsm con una sim dati inclusa e gratuita per sempre che trasmette tutti i dati per il controllo della batteria da remoto.
Il grafico relativo all’indipendenza energetica raggiunta. In questo caso 68% direttamente dal sole e 31% fornito dal powerwall2
Ed ora veniamo alla prima veloce e parziale (una settimana) osservazione del primo test sul powerwall2 di Roberto (che ringrazio per la perenne disponibilità) E’ interessante evidenziare le altissime percentuali di autoconsumo (98%) ottenute con una sola stringa di pannelli da 2,5 kWp. (vedere foto screenshot della app)
Il futuro della mobilità sostenibile nonché quello dell’autosufficienza domestica attraverso l’auto produzione e l’utilizzo di energie rinnovabili non inquinanti e gratuite è iniziato.
Mentre la model 3 è pronta al lancio ma sarà disponibile in Italia solo dal 2018, il Powerwall2 è già una realtà.
Ci siamo, dopo tanta attesa, ci siamo. Oggi ho assistito alla prima installazione della powerwall 2 di Tesla. Nello specifico l’abbiamo installata da Roberto in un paesino della provincia di Padova.
Sono iniziate le consegne per l’Italia e pertanto a breve ne verrano installate diverse e potremmo avere anche i primi dati relativi al rendimento.
Quali le prime impressioni? Innanzitutto, pesante. Molto pesante e robusta. Rispetto al powerwall la forma è più squadrata ed il case in metallo e non in plastica conferisce un’idea di maggiore compattezza e robustezza. Adesso capisco come siano riusciti a stipare dentro un case così piccolo così tanta potenza. E’ un turbo compresso di energia da utilizzare di notte ed in caso di mancanza di produzione dell’impianto fotovoltaico anche di giorno. Insomma 13,5 kWh da poter sfruttare quando si vuole e come si vuole. Sì perché, rivediamo qualche dato tecnico. La batteria dispone di una potenza di picco di 7 kw ed una potenza in continua di 5 kWh (un’enormità). Significa anche che se si può scaricare a colpi di 5 kWh, la medesima potenza la si può anche immettere. Ecco pertanto che, a seconda della grandezza dell’impianto fotovoltaico al quale è abbinata, possiamo veramente caricarla in pochissimo tempo. (se vuoi vedere la scheda tecnica del powerwall 2 ti basta cliccare qui)
Per quanto concerne le prestazioni effettive dobbiamo attendere di poter allacciare la batteria all’impianto. Pertanto la settimana prossima sarà configurata direttamente dai tecnici Tesla dopodiché sarà pronta per l’allaccio. Essendo la prima batteria così potente in monofase installata dovremmo capire quali sono le tempistiche di Enel per l’ok all’allaccio. (Se vuoi essere prontamente informato sui prossimi passaggi – configurazione – allaccio – rendimento basta che tu ti iscriva alla newsletter mettendo la mail ed il tuo nome nell’apposita finestra di inserimento in alto a destra. Se invece temi che ti spammi pubblicità di calzini e shampoo ti basta tornare sovente su questa pagina alla ricerca di novità… ) Entrambe le cose … sono gratuite ! 😉
Adesso lo so che ti starai chiedendo: “ma la batteria conviene, non conviene, quanto costa, quanto dura … sai quante bollette ci pago con il costo di un giocattolo del genere… ” Come dico sempre non esiste una risposta univoca. In ogni situazione bisogna vedere costi/benefici e tempi di rientro. E’ il mio lavoro e sono qui per aiutarti.
Se stai leggendo questo articolo molto probabilmente hai già un impianto fotovoltaico. Se non lo hai mi chiedo come mai tu non lo abbia ancora fatto e ti invito a cliccare qui (un indice per il lettore ed il navigatore) ed a leggere gli articoli sul fotovoltaico. Potrai così capire perché ci devi pensare seriamente: adesso.
Stai sfruttando al meglio il tuo impianto fotovoltaico?
Quindi hai un impianto. Sei soddisfatto di come lo stai utilizzando oppure sei consapevole che spesso non riesci a sfruttarlo al meglio perché le ore di produzione possono non coincidere con le ore in cui casa tua ha bisogno di energia? E’ evidente che una delle prerogative di chi ha un impianto fotovoltaico sul proprio tetto è quella di rendere massimo l’autoconsumo.
In questo articolo vediamo quali sono i benefici dell’autoconsumo e come sia possibile autoconsumare di più e meglio.
Definiamo l’autoconsumo. Un utente autoconsuma l’energia prodotta dal proprio impianto quando l’energia prodotta viene utilizzata direttamente, passando “dal tetto” alla “rete domestica”, senza passare dalla rete Enel. L’energia prodotta viene, in questo caso, utilizzata nel momento stesso sua produzione o, nel caso di un sistema con accumulo fotovoltaico, viene stoccata nelle batterie per essere utilizzata in seguito. L’utilizzo di batterie è comunque “autoconsumo”, ma, anzichè essere un “autoconsumo istantaneo” è “autoconsumo differito”. Autoconsumare “in loco” l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico comporta una serie di vantaggi economici innanzitutto. Vantaggi che si traducono in un immediato risparmio in bolletta che in alcuni periodi dell’anno, sfruttando un autoconsumo intelligente, è possibile ridurre le bollette anche del 80-90 per cento. Ed il resto dell’energia prodotta? Se non sei in possesso di un sistema di accumulo (storage) tutta la parte di energia non autoconsumata viene immessa in rete per essere valorizzata con lo scambio sul posto. Se invece hai un sistema di accumulo la tua “sovrapproduzione” non autoconsumata viene immagazzinata per essere disponibile quando meglio credi.
Accumulare l’energia prodotta e non autoconsumata subito significa risparmiare ed aumentare la propria indipendenza
Con un accumulatore è possibile arrivare, in alcune situazioni, ad azzerare completamente le bollette. Ovviamente non si tratta di un obbiettivo facile da raggiungere, vista le forte intermittenza produttiva della fonte solare, ma in determinati periodi dell’anno con un minimo accumulo è possibile ottenere delle bollette “a saldo zero”. Ottimizzando l’autoconsumo, infatti, si avrà la possibilità di ridurre drasticamente i prelievi dalla rete e quindi l’acquisto di energia dal proprio operatore. Perché conviene consumare l’energia autoprodotta riducendo il più possibile l’acquisto dal proprio fornitore? Perché quando si acquista energia elettrica dalla rete, in fattura vengono addebitate non solo le quantità effettive di energia prelevata, ma anche (e soprattutto) una moltitudine di altre voci di costo
oneri di rete
servizio di fornitura
distribuzione
trasmissione
oneri di dispacciamento
accise varie
addizionali
iva (anche su tutto quanto sopra)
il costo effettivo dell’energia è un terzo rispetto a quello pagato in bolletta
Quindi, se il prezzo dell’energia “pura”, sul mercato elettrico, va dai 4 ai 10 centesimi per kWh, l’energia pagata in bolletta viene a costare il doppio (ed a volte anche il triplo) del suo costo effettivo. Infatti, per vedere cosa costa effettivamente all’utente finale un kw/h basta prendere l’importo della bolletta e dividerlo per il costo effettivo dei kw/h fatturati. Noterete che in bolletta paghiamo l’energia ad un costo lordo che va da un minimo di 0,20 €/kWh, fino ad oltre 0,35 €/kWh (a seconda anche della taglia del contatore presente). Come detto, il prezzo della sola energia è di pochissimi (0,04-0,08) centesimi di euro/kWh. Se ti interessa capire come leggere meglio la tua bolletta clicca qui (leggere la bolletta è come leggere i fondi di caffè).
Quindi autoconsumare significa non prelevare e pertanto significa evitare di pagare tutti i balzelli elencati sopra. (con somma soddisfazione… tra l’altro!). Come è ovvio quindi, l’energia acquistata dalla rete e pagata in bolletta, risulta molto più onerosa di quella auto prodotta ed inoltre (sempre per tutti quei balzelli), ha un costo molto maggiore del valore assegnato dal Gse all’energia immessa in rete.
Credito=basso guadagno Debito=alta spesa
L’energia che non viene autoconsumata, infatti, viene immessa in rete e viene comunque “pagata” dal Gse. Il valore assegnatole, però, è inferiore al prezzo dello stesso quantitativo acquistato dalla rete. L’esempio che faccio sempre ai miei clienti è quello della banca. Se metti 10.000 euro in banca, gli interessi che ti vengono riconosciuti sono ridicoli (0,6-1,2%). Se però i 10.000 euro li chiedi, ecco che allora il discorso cambia ed il tasso può arrivare al 10%. Per l’immissione ed il prelievo di energia è il medesimo principio.
Quindi per ottimizzare l’autoconsumo devo cercare di:
progettare e realizzare il mio impianto affinché copra i miei consumi partendo dalle esigenze e delle abitudini mie e della mia famiglia
capire come posso utilizzare meglio l’energia in eccesso prima di accumularla o cederla (es: produrre acqua calda, riscaldamento)
adeguare il più possibile i picchi di consumo (qualora siano cambiate le abitudini rispetto allo studio iniziale del primo punto o qualora siano migliorabili) alla disponibilità di sole (e quindi di energia gratuita)
domotizzare casa (in modo che gli elettrodomestici funzionino quando la produzione è massima)
accumulare l’energia prodotta ma non autoconsumata per utilizzarla la sera, la notte, quando c’è maltempo
immettere in rete l’ulteriore energia eventualmente in eccesso per utilizzarla nei periodi di minore produzione dove neanche l’accumulo può rendermi autosufficiente (es inverno) sfruttando lo scambio sul posto
Come avrai capito acquistare il corretto impianto fotovoltaico, adattarlo ad un’abitazione, renderlo compatibile ed efficiente con gli impianti esistenti (es riscaldamento) è un’operazione delicata. Una approfondita e corretta consulenza è la base sulla quale costruire trent’anni di risparmio e di ecologia.
UN INDICE PER IL LETTORE ED IL NAVIGATORE: ovvero l’abc del risparmio energetico
In questi mesi ho scritto diversi articoli. Bene, qui sotto li troverai divisi per argomenti e potrai cominciare ad addentrarti nel mondo delle energie rinnovabili anche da neofita. Al contempo se invece sei già consapevole di avere un problema a casa tua e stai solo cercando un modo per risolverlo, ti aiuterò a capire quali sono le soluzioni adatte alla tua casa. Ricordati, quello che ha fatto il tuo amico, il tuo vicino, non è detto che sia la soluzione giusta per te!
Resta inteso… quelle che trovi nel blog sono delle indicazioni di massima. Dopodiché ogni casa ha bisogno di una consulenza specifica se vogliamo trovare il giusto punto di equilibrio tra costi e benefici.
PRESENTAZIONE DEL BLOG ED INFORMAZIONI A 360 GRADI.