[Pre-premessa perché il tempo è prezioso, anche per te che stai leggendo il mio articolo: chi non avesse voglia di leggere o di documentarsi in merito trova già nel titolo la risposta e il mio pensiero/posizionamento tecnico circa la direzione futura degli impianti… ]
Bene, se stai continuando a leggere vuol dire che o ti interessa approfondire l’argomento o che il titolo non è abbastanza chiaro. Ovviamente propenderò per la prima ipotesi. Prendo spunto da alcune recenti consulenze per fare il punto della situazione sul percorso tecnico/evolutivo che stiamo percorrendo e la direzione maestra che stiamo seguendo a livello impiantistico.
La doverosa premessa è che come sempre queste mie poche righe possono solo essere un’indicazione di massima ma che ovviamente non possono e non vogliono essere esaustive. Il perché te lo spiego qui.
Esaminiamo 2 casi distinti. Una casa di nuova costruzione (caso A), sulla quale sarà importante fare un progetto specifico che integri tutte le utenze domestiche prima della realizzazione di qualsiasi intervento edile, ed una casa già esistente che si vuole migliorare energicamente (caso B). In questo secondo caso, a seconda della tipologia di edificio, ci possono essere interventi più o meno invasivi, più o meno costosi e più o meno efficaci.
Ai miei clienti dico sempre che il progetto che presenterò loro deve essere la bisettrice di un ipotetico grafico nel quale sull’asse delle x abbiamo il costo e sull’asse delle y abbiamo il beneficio. Quella è la perfetta allocazione delle risorse (come si direbbe in economia) e quella è la perfetta situazione di equilibrio. Il connubio cioè che mi permette di avere qualità e risparmio e quindi che mi permette di rientrare economicamente della spesa il prima possibile (e possibilmente solo o quasi con i risparmi e con gli incentivi fiscali).
CASO A: (sul quale mi soffermerò poco perché chi progetta casa solitamente si affida già a degli esperti)
Se devo pensare ad una casa nuova, che mi duri una vita, che mi dia massimo comfort e che mi permetta anche di poterla chiamare (passiva), allora ho solo l’imbarazzo della scelta. Dal geotermico, all’elettrico con fotovoltaico e pompa di calore, dai materiali superisolanti, alle vernici termiche, le possibilità sono tantissime (anche i prezzi ovviamente). A seconda di quanta energia casa mia dovrà produrre per essere autonoma, ovviamente mi attrezzerò di conseguenza.
Qui il progettista, il termotecnica ed un consulente energetico possono lavorare assieme per trovare la soluzione migliore caso per caso.
CASO B:
Comprende la maggior parte delle abitazioni che già stiamo abitando. Le stiamo vivendo e non siamo soddisfatti di come sono calde/fredde. Solitamente poi a questa insoddisfazione di “comfort” aggiungiamo delle spese folli per riscaldamento, raffrescamento e “mantenimento energetico” in genere. Bene. O meglio male.
Ma quali sono i “buchi neri” che trangugiano euro dagli addebiti permanenti sui nostri conti correnti? Quali sono i beni/servizi/risorse energetici/che consumiamo e spesso sperperiamo all’interno delle nostre abitazioni?
Sostanzialmente sono due. ELETTRICITÀ’ e GAS (ma potrebbe esserci la legna, il pellet, il gasolio…)
E’ possibile ridurre queste spese? Come? Con quali accorgimenti? Con quali interventi? E che direzione mi conviene prendere?

Regola n.1: non sprecare. Questo significa non tenere temperature tropicali l’inverno e glaciali l’estate. Sembra una cosa banale ma una media di 1-1,5 gradi in meno o in più significa un risparmio globale del 10/15 in bolletta.
Regola n.2: acquistare meno risorse. E per farlo devo avere sistemi più performanti
Regola n.3 produrmi da solo le risorse che mi servono. E qui ci ricolleghiamo al titolo del mio intervento. Oggi con poche migliaia di euro posso garantirmi la produzione di energia elettrica per 30 anni da utilizzare come e quando voglio (e come vedremo sotto per farci quello che voglio…)
Ma cosa significa che la direzione è l’elettrico? Significa che se mi produco da solo elettricità posso sopperire alla mancanza di altre risorse (es gas) perché posso trasformare l’elettricità in quello che voglio in maniera piuttosto semplice. Posso accumulare energia elettrica (storage e batterie d’accumulo in genere). Posso accumulare energia termica (attraverso una pompa di calore per acqua calda sanitaria o per acqua calda sanitaria e riscaldamento) grazie all’energia elettrica in surplus prodotta dall’impianto e non autoconsumata istantaneamente. Posso cucinare (tramite le piastre ad induzione ad esempio). Posso muovermi, (se ho un’auto elettrica) facendo il pieno direttamente a casa mia. Ma Lorenzo, stai dicendo che in tutte le case possiamo togliere il gas? No, questo in molte situazioni ancora è difficile. In primis però puoi ridurre l’utilizzo del gas risparmiando molti soldi e limitandone l’utilizzo solo in situazioni estreme (freddo) o semplicemente quando nel bilancio energetico della casa risulti essere la risorsa più conveniente.

Sì perché oggi è possibile avere in casa dei sistemi talmente intelligenti che sono in grado di decidere, a seconda della temperatura esterna, a seconda di quanto sole c’è, a seconda di quale sia la risorsa disponibile dal costo minore, quale dispositivo azionare. I risultati di risparmio sono incredibili. Per il portafogli, per l’ambiente e per il miglior comfort di casa nostra.