Ed ecco puntuali le statistiche di ottobre 2019. Questo mese segna un 82,18% di autosufficienza energetica su un monitoraggio di 44 impianti tutti in nord Italia. Siamo in media rispetto ad ottobre 2018 dove registravamo un 85,14% ma con un campione statistico di 22 impianti contro i 44 attuali.(a questo link l’articolo dell’anno scorso).
Abbiamo rilevato che la media di autosufficienza è del 82,18%. E’ interessante analizzare che c’è molta differenza tra autosufficienza con il solo fotovoltaico (34,79%) ed autosufficienza raggiunta grazie all’accumulo (48,68%).
Ad incidere al ribasso sulla percentuale alcuni immobili molto energivori che nonostante il fotovoltaico continuano a “pescare” energia dalla rete. Ribadisco fortemente l’esigenza di dimensionare in modo corretto l’impianto fotovoltaico per evitare di non avere un’adeguata produzione energetica durante l’anno. Un impianto dimensionato correttamente permette infatti di avere un surplus energetico estivo (da sfruttare anche con lo scambio sul posto dopo aver riempito l’accumulo) ed al contempo un’adeguata copertura per i mesi invernali.
Gli impianti che ottengono i risultati maggiori sono quelli che sono stati dimensionati tenendo conto dei consumi dell’immobile e del desiderio (Attuale o futuro) di immagazzinare energia attraverso un sistema d’accumulo adeguato.
Calcolando che tutti gli accumuli sono installati al nord, in pianura padana, l’82,18% di autufficienza nel mese di ottobre è sicuramente un ottimo risultato.
Nei prossimi mesi conto di poter aumentare ancora il campione statistico sul quale fare il monitoraggio, visto le decine di batterie vendute.
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Inesorabile, arriva, come sempre l’aumento dei costi delle bollette energetiche.
Ed anche quest’anno siamo alle solite. Non c’è verso di andare in controtendenza. Ogni anno le bollette aumentano! Non ci credi? Ne ho già parlato nei mesi/anni scorsi.
Leggi qui, (articolo di ottobre 2015) poi leggi qui (articolo di gennaio 2016)…
La notizia è su tutti i giornali e conferma che le dal mese luglio saranno in crescita le bollette dell’energia nel terzo trimestre 2016. Per la famiglia-tipo, ed esattamente, consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW, la bolletta dell’elettricità registrerà un aumento del 4,3%, mentre per il gas l’aumento sarà dell’1,9%.
La cosa più strana è che c’è una buona dose di dissonanza fra quanto comunicato dall’Istat sui dati inflattivi minati dal crollo dei costi energetici e quanto annunciato appena il 28 giugno scorso dall’Authority: da luglio aumento del 4,3% delle bollette elettriche e dell’1,9% per quelle del gas. Dissonanza evidenziata ancora di più dal fatto che da mesi i listini petroliferi sono sotto la soglia dei 50 dollari il barile (salvo sporadiche puntate rialziste) e che gli approvvigionamenti energetici seguono linee di prezzo “future”.
Le bollette aumentano nonostante anche il petrolio sia deprezzato
Quindi, non c’è ripresa dei consumi, non c’è aumento di richiesta di energia, il petrolio è ai minimi storici eppure le bollette dell’energia aumentano.
Ma vuoi essere per sempre schiavo degli aumenti incondizionati? O vuoi pagare il giusto e solo per quello che ti serve e che casa tua non può autoprodursi?
Vediamo delle ipotesi. Che consumatore sei?
1) Se consumi tanta corrente avresti già dovuto correre ai ripari. Non lo hai ancora fatto. Forza che forse è la volta buona. Rientrerai dell’investimento, (se vorrai investire) in pochissimo tempo, oppure potrai tranquillamente sottoscrivere un programma a costo zero che ti permetterà di avere un impianto e ripagarlo solo con i benefici che lo stesso produrrà (risparmio energetico e detrazione fiscale). Per capire meglio di cosa parlo puoi leggere qui.
2) Non consumi tanta corrente? Valutiamo assieme se ti convenga o meno un impianto per il risparmio energetico o se ci sono soluzioni alternative per casa tua. Nella peggiore delle ipotesi non rientrerai nel canonici 4 anni. Ce ne metterai 7? 10? Ok ma poi per altri 15 anni avrai corrente gratis.
3) Consumi tanto gas? Ti costa un botto riscaldare casa? Ho la soluzione anche per te. Potrai produrre energia pulita ed utilizzartela (leggi qui) per scaldare l’acqua, per il riscaldamento (leggi qui) e se vorrai anche per ricaricare l’auto elettrica. (leggi qui).
E come se non bastasse, c’è anche la detrazione fiscale del 50% e del 65% … Ancora per quest’anno però! (leggi qui)
E, come dico sempre ai clienti che mi chiedono una consulenza: A)Alla fine del nostro incontro devi avere tutto chiaro B)devi essere convinto che la soluzione proposta sia quella che ti calza su misura C) entra nel mondo delle energie rinnovabili senza paura. Non te ne pentirai!
[Pre-premessa perché il tempo è prezioso, anche per te che stai leggendo il mio articolo: chi non avesse voglia di leggere o di documentarsi in merito trova già nel titolo la risposta e il mio pensiero/posizionamento tecnico circa la direzione futura degli impianti… ]
Bene, se stai continuando a leggere vuol dire che o ti interessa approfondire l’argomento o che il titolo non è abbastanza chiaro. Ovviamente propenderò per la prima ipotesi. Prendo spunto da alcune recenti consulenze per fare il punto della situazione sul percorso tecnico/evolutivo che stiamo percorrendo e la direzione maestra che stiamo seguendo a livello impiantistico.
La doverosa premessa è che come sempre queste mie poche righe possono solo essere un’indicazione di massima ma che ovviamente non possono e non vogliono essere esaustive.Il perché te lo spiego qui.
Esaminiamo 2 casi distinti. Una casa di nuova costruzione (caso A), sulla quale sarà importante fare un progetto specifico che integri tutte le utenze domestiche prima della realizzazione di qualsiasi intervento edile, ed una casa già esistente che si vuole migliorare energicamente (caso B). In questo secondo caso, a seconda della tipologia di edificio, ci possono essere interventi più o meno invasivi, più o meno costosi e più o meno efficaci.
Ai miei clienti dico sempre che il progetto che presenterò loro deve essere la bisettrice di un ipotetico grafico nel quale sull’asse delle x abbiamo il costo e sull’asse delle y abbiamo il beneficio. Quella è la perfetta allocazione delle risorse (come si direbbe in economia) e quella è la perfetta situazione di equilibrio. Il connubio cioè che mi permette di avere qualità e risparmio e quindi che mi permette di rientrare economicamente della spesa il prima possibile (e possibilmente solo o quasi con i risparmi e con gli incentivi fiscali).
CASO A: (sul quale mi soffermerò poco perché chi progetta casa solitamente si affida già a degli esperti)
Se devo pensare ad una casa nuova, che mi duri una vita, che mi dia massimo comfort e che mi permetta anche di poterla chiamare (passiva), allora ho solo l’imbarazzo della scelta. Dal geotermico, all’elettrico con fotovoltaico e pompa di calore, dai materiali superisolanti, alle vernici termiche, le possibilità sono tantissime (anche i prezzi ovviamente). A seconda di quanta energia casa mia dovrà produrre per essere autonoma, ovviamente mi attrezzerò di conseguenza. Qui il progettista, il termotecnica ed un consulente energetico possono lavorare assieme per trovare la soluzione migliore caso per caso.
CASO B:
Comprende la maggior parte delle abitazioni che già stiamo abitando. Le stiamo vivendo e non siamo soddisfatti di come sono calde/fredde. Solitamente poi a questa insoddisfazione di “comfort” aggiungiamo delle spese folli per riscaldamento, raffrescamento e “mantenimento energetico” in genere. Bene. O meglio male.
Ma quali sono i “buchi neri” che trangugiano euro dagli addebiti permanenti sui nostri conti correnti? Quali sono i beni/servizi/risorse energetici/che consumiamo e spesso sperperiamo all’interno delle nostre abitazioni?
Sostanzialmente sono due. ELETTRICITÀ’ e GAS (ma potrebbe esserci la legna, il pellet, il gasolio…)
E’ possibile ridurre queste spese? Come? Con quali accorgimenti? Con quali interventi? E che direzione mi conviene prendere?
Prima regola: non sprecare …
Regola n.1: non sprecare. Questo significa non tenere temperature tropicali l’inverno e glaciali l’estate. Sembra una cosa banale ma una media di 1-1,5 gradi in meno o in più significa un risparmio globale del 10/15 in bolletta.
Regola n.2: acquistare meno risorse. E per farlo devo avere sistemi più performanti
Regola n.3 produrmi da solo le risorse che mi servono. E qui ci ricolleghiamo al titolo del mio intervento. Oggi con poche migliaia di euro posso garantirmi la produzione di energia elettrica per 30 anni da utilizzare come e quando voglio (e come vedremo sotto per farci quello che voglio…)
Ma cosa significa che la direzione è l’elettrico? Significa che se mi produco da solo elettricità posso sopperire alla mancanza di altre risorse (es gas) perché posso trasformare l’elettricità in quello che voglio in maniera piuttosto semplice. Posso accumulare energia elettrica (storage e batterie d’accumulo in genere). Posso accumulare energia termica (attraverso una pompa di calore per acqua calda sanitaria o per acqua calda sanitaria e riscaldamento) grazie all’energia elettrica in surplus prodotta dall’impianto e non autoconsumata istantaneamente. Posso cucinare (tramite le piastre ad induzione ad esempio). Posso muovermi, (se ho un’auto elettrica) facendo il pieno direttamente a casa mia. Ma Lorenzo, stai dicendo che in tutte le case possiamo togliere il gas? No, questo in molte situazioni ancora è difficile. In primis però puoi ridurre l’utilizzo del gas risparmiando molti soldi e limitandone l’utilizzo solo in situazioni estreme (freddo) o semplicemente quando nel bilancio energetico della casa risulti essere la risorsa più conveniente.
sistemi intelligenti che razionalizzano le risorse ed ottimizzano il comfort della nostra casa
Sì perché oggi è possibile avere in casa dei sistemi talmente intelligenti che sono in grado di decidere, a seconda della temperatura esterna, a seconda di quanto sole c’è, a seconda di quale sia la risorsa disponibile dal costo minore, quale dispositivo azionare. I risultati di risparmio sono incredibili. Per il portafogli, per l’ambiente e per il miglior comfort di casa nostra.