Fotovoltaico: ottimizzare gli impianti esistenti

Vengo contattato quotidianamente oltre che da persone che vogliono entrare nel mondo delle energie rinnovabili per la prima volta, anche da persone/aziende che hanno approcciato questo mondo nel corso degli scorsi anni. C’è chi è molto soddisfatto, c’è chi è moderatamente soddisfatto e c’è anche chi non è soddisfatto. Da cosa dipende questo livello di soddisfazione?

1)aspettative: reali o ottimistiche (autocreate o indotte che siano). E’ importante parlare di dati reali e concreti per fare un corretto piano di ammortamento/risparmio e pertanto per capire se sia o meno conveniente un tipo di intervento rispetto ad un altro (soprattutto quando si parlava di incentivi elevati e gli impianti costavano 6-7000 euro al kwp. 2)tipo di tecnologia scelta. Non è sempre detto che “chi più spende meno spende”, ma di sicuro cercare sempre di spendere il meno possibile a discapito della qualità non è la via più furba da seguire per un impianto che deve durare 30 anni… Si deve cercare il rapporto qualità prezzo. E questo lo può fare solamente un consulente che ha la possibilità di scegliere nel mercato il miglior prodotto al miglior prezzo e che non ha l’obbligo di svuotare il magazzino di nessuno. 3)onestà e competenza di chi ha proposto l’impianto. Il prezzo è stato onesto? La grandezza dell’impianto è stata studiata coscientemente? L’impianto è stato sovra o sotto dimensionato? 4)precisione e presenza reale sia prima che durante che dopo la realizzazione dell’impianto. Durante la consulenza ed il progetto sei stato contattato dal consulente? Dopo l’entrata in funzione dell’impianto è passato a controllare? Ti ha monitorato l’impianto da remoto? Ti ha chiamato per sapere il livello di soddisfazione e per intervenire subito in caso di sospette anomalie?  4)visione a lungo termine per prevedere eventuali problematiche (risolvere in via progettuale significa risparmiare dei gran soldi poi).

Queste sono solo alcune delle variabili. Se l’impianto non lo hai e lo vuoi fare, affidati ad una persona competente. Ma se l’impianto lo hai fatto e lo vuoi migliorare sappi che non è troppo tardi. Ci sono infatti degli interventi che possono migliorare sensibilmente il rendimento e l’autoconsumo del tuo impianto e che pertanto ti possono permettere di risparmiare/guadagnare di più.

Innanzitutto. Quale è la tua percentuale di autoconsumo? In media per gli impianti esistenti, votati (a causa degli incentivi) più alla massima produzione piuttosto che all’autoconsumo in loco, va dal 30% al 45%, salvo casi di altissimi consumi dove essendo l’impianto molto più piccolo rispetto al fabbisogno, si possono raggiungere picchi diversi. Quindi chiediti quanta energia riesci cioè a sfruttare per i tuoi fabbisogni e quanta invece ne immetti in rete con lo scambio sul posto? Sai perfettamente che lo scambio sul posto in pratica ti restituisce (un anno dopo) 1/3 (circa) del costo dell’energia serale che ancora consumi. Lo sai che invece che cedere alla rete l’energia potresti a esempio:

come migliorare autoconsumo
Come posso migliorare l’autoconsumo inseguendo il picco di produzione e riducendo i consumi energetici della mia abitazione di notte, al mattino presto ed alla sera?

A)immagazzinare l’energia in eccesso prodotta di giorno per avere “il sole anche di notte”.  Basta installare un sistema d’accumulo al litio che ti garantisca potenza e durata.

B)crearti un accumulo termico e quindi risparmiare sul gas. Puoi infatti installare una pompa di calore per acqua calda sanitaria. Ce ne sono di diversi tipi e di diverse capacità a seconda delle esigenze e del numero di persone che compongono il nucleo famigliare

C)Riscaldare contemporaneamente casa e produrre acqua calda sanitaria, o attraverso una pompa di calore solo elettrica (per riscaldamenti a pavimento e per case in classe B ed A),  oppure attraverso un sistema ibrido come quello della daikin.

Riepilogando:

Hai fatto un investimento nelle energie rinnovabili. Si sta ripagando nel tempo. Puoi però migliorare l’autoconsumo sfruttando meglio il tuo impianto per ridurre degli altri costi di gestione che attualmente hai. Qui non posso dirti se per te è meglio l’opzione A, l’opzione B o l’opzione C. Bisogna fare una valutazione specifica caso per caso. Ed io, sono qui per aiutarti proprio in questo. 100% SODDISFATTO!

Inoltre se vuoi leggere un esempio di chi ha seguito questa strada ed ha migliorato drasticamente il suo autoconsumo avvicinandosi sensibilmente all’autosufficienza energetica puoi cliccare su questo link e leggere questo articolo/intervista all’amico Eugenio.

TESLA POWERWALL 2: cosa succede nel mondo

tesla powerwall 2A quasi un mese dal lancio del tesla powerwall 2 sono ancora poche le informazioni confermate sul prodotto, sulle tempistiche di consegna e sui partner che andranno ad installare e a seguire la (come sempre) cospicua parte burocratica. (cliccando qui puoi vedere la presentazione e leggere in italiano le informazioni sulla batteria nonché un confronto tecnico con la concorrenza)

Ma cosa sta succedendo nel resto del mondo, lontano dal “bel Paese” ? Vediamo un esempio. In Svezia sono stati stanziati dei fondi con i quali il Governo coprirà fino al 60% (con limite di circa 5400 dollari americani) della spesa per una batteria d’accumulo domestica. La norma era stata pensata per coprire il costo fino ad oggi più alto per un sistema d’accumulo al litio. Con questo incentivo si stima che gli svedesi potranno avere (al netto degli incentivi) la power wall 2 per circa 3000 dollari americani. Per chi prenota la batteria adesso si stima che le installazioni inizino dall’estate 2017 (e già siamo a qualche mese in più rispetto al “disponibile da febbraio 2017” del proclama iniziale. La lungimiranza svedese ha due obiettivi. Il primo è quello di stabilizzare la rete attraverso un sistema autoproduttivo che permetta di non avere i picchi di richiesta e quindi di mettere in sofferenza la rete. Il secondo è quello di arrivare nel 2040 all’eliminazione delle fonti fossili per quanto concerne la produzione di elettricità.

Ma anche la Germania ha spinto da tempo sull’acceleratore. Negli ultimi tre anni il Governo tedesco ha incentivato l’installazione di oltre 43 mila impianti fotovoltaici abbinati a sistemi di accumulo.  Gli impianti fotovoltaici con accumulo installati in Germania nel 2015 sono stati il 41% delle installazioni totali, per un totale di 19 mila sistemi combinati. Ma a cosa è dovuto questo boom? Alla consapevolezza che questo è il futuro (i tedeschi ci anticipano) ed alle agevolazioni con prestiti a bassi interessi che vengono fatti appositamente per questo settore.

Ed in Italia? In italia al momento (fino al 31/12/16) è possibile usufruire della detrazione fiscale del 50% per quanto concerne l’installazione di impianti fotovoltaici e di batterie d’accumulo. E dopo il 31/12/16? Sembra che ci sarà un’ulteriore proroga e sembra con le medesime modalità. Ma come sempre staremo a vedere dopo Santo Stefano i documenti ufficiali pubblicati in Gazzetta (solitamente escono al foto finish il 28 dicembre…). Qui trovi un articolo dove puoi scoprire come e quando il powerwall 2 sarà disponibile in Italia

tesla gigafactoryNel corso del 2016 la Regione Lombardia ha stanziato dei fondi per incentivare l’installazione domestica delle batterie d’accumulo. Vediamo se qualche altra Regione avrà i fondi e la lungimiranza di dare dei contributi similari.

Quello che è interessante di sicuro è che la presentazione della tesla powerwall 2 ha fatto accelerare  anche altri produttori del settore che magari avevano il prodotto pronto ma che ancora non sapevano se fosse davvero il caso di investirci.

Altri aggiornamenti sul tema, credo ci saranno a breve. Per essere sempre informato gratuitamente sulle novità ti basta sottoscrivere la newsletter inserendo la tua mail in alto a destra. 

 

Come si utilizza un impianto fotovoltaico. Averlo non basta

Oggi ero da un cliente che era perplesso sul suo acquisto ti un impianto fotovoltaico comperato qualche anno fa (non da me).

Alla mia domanda del perché non fosse soddisfatto dell’acquisto effettuato mi ha detto che gli era stato promesso un grosso risparmio.

Analizzo il suo impianto che sta producendo bene e sul quale non ho nulla da eccepire. L’installazione è ok, (se vuoi sapere come non deve essere installato un impianto clicca qui), la produzione anche. Il problema deve essere un altro.

Mi mostra l’ultima bolletta che segna 250 euro di spesa trimestrale. Vado a vedere i consumi e gli faccio notare che su 1300 kw fatturati solo 197 sono consumati di giorno. (Se vuoi sapere come si legge una bolletta clicca qui)

Quindi gli dico che l’impianto sta funzionando molto bene e che i suoi consumi giornalieri sono quasi completamente coperti dall’impianto.

Gli chiedo ovviamente come mai vi siano alti consumi la sera invece.

consumo elettrodomestici per classe
quanto consumano gli elettrodomestici in base alla classe A-C  (clicca sull’immagine per ingrandire)
Consumo elettrodomestici – potenza – utilizzo medio giornaliero e consumo annuo (clicca sull’immagine per ingrandire)

Mi dice che avendo la tariffa bioraria lui lavatrice e lavastoviglie le fa la sera. Per un approfondimento in merito leggi qui.

Torno a spiegargli il funzionamento di un impianto fotovoltaico (che ovviamente produce di giorno) e quindi come può utilizzarlo al meglio cercando anche di fargli capire che però deve utilizzare gli elettrodomestici in modo scaglionato durante il giorno.

Concludo dicendogli che per 4 anni lo ha utilizzato male ma che può recuperare utilizzandolo al meglio per i prossimi 20 anni.

Consulenza? E’ anche tranquillizzare un tuo “non cliente” e spiegargli come gestire al meglio le proprie risorse.

(Se vuoi sapere che lavoro faccio e perché mi piace… clicca qui!)