C’era da aspettarselo. Sono veramente tante le richieste di consulenza che ho ricevuto per il mese di giugno. E per questo vi ringrazio. Significa che il lavoro di diffusione delle buone pratiche con il report mensile da i suoi frutti. L’obbiettivo, lo dico sempre è quello di rendere fruibili a tutti gli eccezionali risultati che si possono ottenere grazie alla forza gratuita ed inesauribile del sole, grazie alla tecnologia fotovoltaica e grazie anche ai sistemi di storage.
Il mese di giugno in particolare ha visto veramente tante richieste per i sistemi di accumulo. Complice il bando della Regione Veneto ed anche quello della Regione Lombardia ho veramente corso tanto per dare a più persone possibili la possibilità di avere una consulenza personalizzata fruibile da tramutare poi in progetto concreto di installazione di fotovoltaico ed accumulo o anche di solo accumulo (per chi il fotovoltaico lo ha già).
Una parte dei Tesla Powerwall pronti per l’installazione
Il sistema d’accumulo più richiesto rimane sempre il Powerwall di Tesla, vuoi per il tipo di tecnologia, vuoi per l’appeal del marchio, vuoi perché è un polmone veramente ampio, vuoi perché il costo al kWh gli permette di essere molto concorrenziale anche sul prezzo. E per accontentare tutti abbiamo sul Territorio diverse squadre che stanno installando in questi giorni gli accumuli che sono già presenti e pronti a magazzino!
Ormai Amici del Veneto mancano veramente pochi giorni al via del bando. In questi giorni tutti coloro che hanno chiesto la mia consulenza ed il mio appoggio per partecipare al bando stanno ricevendo la documentazione pronta da caricare sul sito della Regione.
Le voci si susseguivano da mesi. Alcune erano fondate, altre meno. Ma ora è ufficiale. La Giunta Regionale ha dato, oggi 28 maggio, il primo via libera al provvedimento che permetterà di sostenere economicamente i cittadini veneti nell’acquisto ed installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici di utenza domestica.
Tale bando rientra nelle azioni previste dal Piano Energetico Regionale sulle Fonti Rinnovabili, Risparmio ed Efficienza, adottato dal Consiglio Regionale nel 2017, in particolare quelle relative all’efficientamento del patrimonio edilizio esistente e alla diffusione sostenibile delle fonti rinnovabili.
«Sono molto soddisfatto del primo via libera a questa importante delibera in tema di consumo energetico e sostenibilità – sottolinea Roberto Marcato, assessore regionale all’energia, che ha proposto il testo alla Giunta – è un intervento che, fornendo un incentivo direttamente al privato cittadino, consente, tra l’altro, di aumentare l’autoconsumo di energia e di supportare la stabilità della rete nell’ottica di un complessivo aumento della generazione distribuita. Siamo certi che produrrà anche un effetto volano sul tessuto produttivo sia in Veneto che fuori regione». Attraverso il bando, infatti, la Giunta Regione intende fornire un concreto supporto all’utilizzo di sistemi di accumulo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili ed in tal senso l’art. 5 del Collegato alla Legge di Stabilità Regionale 2019 autorizza la Giunta regionale a concedere contributi a fondo perduto, a favore di soggetti privati residenti in Veneto, per l’acquisto e l’installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici al fine del contenimento del consumo energetico.
Nel bando si prevede l’assegnazione di un contributo a fondo perduto, con un importo massimo concedibile pari a 3.000 euro e variabile fino al 50 per cento delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di un sistema di accumulo a servizio di impianti fotovoltaici di utenza domestica. Saranno ammessi al contributo interventi realizzati nel 2019 e le spese dovranno essere sostenute a decorrere dal 1 gennaio; gli interventi, inoltre, dovranno essere realizzati e rendicontati entro il 13 dicembre 2019. L’iter di approvazione del bando prevede ora il passaggio in III Commissione Consiliare. Acquisito il parere della Commissione, la delibera tornerà alla Giunta regionale per il via libera definitivo alla pubblicazione del bando.
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Puoi anche aver installato il miglior impianto fotovoltaico disponibile oggi sul mercato ma se non lo usi in modo corretto hai speso davvero male i tuoi soldi. Ma non tutto è perduto. Puoi sempre imparare ad utilizzarlo. Puoi migliorarlo, upgradarlo, puoi provare a cambiare un po’ le tue abitudini. Semplicemente puoi iniziare dall’essere consapevole di come funziona e di quanta energia ti sta regalando ogni giorno grazie alla forza del sole.
Oggi vi porto due esempi di come si può utilizzare in modo diverso un impianto fotovoltaico. Sono due estremi (li vedete affiancati nei grafici di monitoraggio riportati nell’immagine a lato). Sono due grafici tratti da dei monitoraggi di due miei clienti. Sono del medesimo periodo (metà luglio 2018) ed entrambi gli impianti hanno prodotto quasi la medesima quantità di energia.
Il grafico evidenziato con un grande NO come puoi facilmente immaginare è riferito ad utilizzo poco efficace dell’impianto. Dal grafico si vede infatti che i consumi sono più marcati nel primo mattino (fuori picco di produzione) e alla sera. E’ un utilizzo classico di chi vive poco la casa ed al contempo ha abitudini e consumi basali della casa poco energivori. In questo caso l’energia che viene in messa in rete è la gran parte di quella prodotta. Oltre a questo, i consumi si concentrano nella ore in cui l’impianto non produce.In questo caso il risparmio è minore (il massimo risparmio è quello che si ha da un autoconsumo diretto) ed è pertanto limitato allo scambio sul posto (corrisponde ad una media tra un terzo e la metà rispetto al costo del singolo kWh). Pertanto potrebbe essere una buona soluzione valutare dei sistemi che permettano di aumentare l’autoconsumo. Si potrebbero programmare gli elettrodomestici, si potrebbero programmare i sistemi di climatizzazione oppure si potrebbe cercare di sfruttare il surplus fotovoltaico per produrre (ad esempio) acqua calda.
Passiamo ora brevemente al secondo grafico (quello con la bella scritta SI’). Come puoi vedere dai dati (non farti ingannare dalla quantità di rosso perché la scala della potenza a sinistra è diversa), si tratta di un ottimo risultato di autoconsumo. Per vederlo basta confrontare i dati di autoconsumo e di kWh acquistati dalla rete (in percentuale).
Nel primo grafico l’autoconsumo sulla produzione si limita al 10% mentre nel secondo grafico l’auto consumo arriva al 35%. La differenza si evidenzia ancora di più se guardiamo i dati relativi ai kWh consumati. Infatti mentre nel primo grafico sono stati consumati solo 6,08 kWh dei quali 2,81 sono stati acquistati dalla rete, nel secondo grafico su 14,23 kWh consumati solo 3,56 sono acquistati.
Tradotto in cifre significa che nel primo grafico il risparmio in bolletta sarà limitato al 54% del totale di energia acquistata. Nel secondo esempio invece avremo un risparmio energetico in bolletta del 75% (un risultato da applausi che rivela economicamente superfluo l’acquisto di un sistema di accumulo ).
Il primo passo per risparmiare è imparare ad utilizzare bene il proprio impianto fotovoltaico. Per farlo si deve installare l’impianto giusto sia per potenza che per tipologia e si deve utilizzare un sistema di monitoraggio. Solo in questo modo avremo un rientro dell’investimento veloce ed allocheremo consapevolmente le giuste risorse.
Come va il tuo impianto fotovoltaico?
Come? Non lo hai ancora? E cosa aspetti? Lo sai che c’è anche la detrazione del 50%? (sia sul fotovoltaico che sulle batterie d’accumulo). Se vuoi entrare in questo mondo e desideri una consulenza gratuita questi sono i miei riferimenti.
Dietrofront nella stesura finale della legge di stabilità 2018. Mentre per le caldaie a condensazione (che comunque devono essere almeno in classe A) la detrazione fiscale passa dal 65 al 50%, per i sistemi ibridi formati da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore (costruiti assieme e pertanto nati come integrati), viene riconfermata anche per tutto il 2018 la detrazione fiscale al 65%. Un’ottima notizia per chi, per il poco tempo o per la mancanza di decisione non ha proceduto all’acquisto ed all’installazione. Chi invece ha provveduto all’acquisto ed al pagamento nell’anno solare 2017 avrà l’ulteriore vantaggio di poter detrarre il primo 6,5% (65% è in dieci anni pertanto ogni anno si scarica un 6,5% del totale iva e manodopera compresa) e di riceverlo in busta paga (se dipendente) o di portarlo in compensazione (se libero professionista).
Il passo indietro del legislatore, o meglio la precisazione, che ha ritenuto (giustamente) la caldaia a condensazione dell’impianto ibrido come parte integrante del sistema ibrido pompa di calore elettrica e caldaia a condensazione è arrivata in extremis nella stesura del documento finale della legge di stabilità.
Pertanto, chi è interessato all’acquisto di un sistema in pompa di calore che possa essere utile alla propria abitazione anche se in classe energetica non A/B può ottenere anche per il 2018 la detrazione fiscale del 65%.
Ho già parlato del sistema ibrido (a mio avviso) migliore sul mercato oggi il Daikin Hybrid (in questo articolo). Ma per chi va bene questo sistema? Questa è proprio la notizia migliore, la sua peculiarità nonché la ragione del suo successo. E’ un sistema che va bene sia per chi ha il riscaldamento a pavimento sia per chi ha il riscaldamento a termosifoni. Addirittura, per chi ha il riscaldamento a termosifoni questo è l’unico sistema non invasivo che permette di utilizzare la pompa di calore in abitazioni con alta temperatura di esercizio. Infatti, laddove non arriva la pompa di calore viene a supporto la caldaia a condensazione daikin che come detto sopra è parte integrante del prodotto.
Ma che lavori ci sono da fare? Pochissimi e semplicissimi. E nella stragrande maggioranza dei casi il sistema installato è addirittura meno ingombrante della tecnologia precedente che viene sostituita. L’unico “pezzo in più” è il motore (simile a quello di un condizionatore) che va posizionato all’esterno (dove si vuole, anche se personalmente per un utilizzo ottimale sconsiglio la parete a nord). Non ci credi? Guarda questo video completo di come avviene l’installazione. (nel video ed in alcune schede tecniche trovate oltre che a Daikin il marchio Rotex. Si perché Rotex è stata acquisita dal gruppo Daikin).
A breve inoltre pubblicherò delle recensioni e delle video/recensioni di miei clienti che hanno già installato questo prodotto, al fine di capire quanto effettivamente permette di risparmiare sul gas.
Ormai ci sarai arrivato da solo. Questo prodotto è anche l’ideale per chi ha un impianto fotovoltaico ed oltre a risparmiare sul gas desidera sfruttare al massimo la produzione del suo impianto aumentando l’autoconsumo.
I modelli disponibili sono 2. A variare è solo la potenza della pompa di calore. Una da 5 kW ed una da 8 kW (che volendo prevede anche il kit di raffrescamento con split idronici). Sei curioso di sapere cosa costa? Nel primo articolo linkato (sopra) ho già scritto il prezzo indicativo che può variare leggermente a seconda di eventuali piccoli lavori da effettuare al fine di integrare l’impianto con eventuali altre fonti esistenti (es termocamino, termo stufa a pellet, etc…). Ma parliamo sempre di piccoli importi (nell’ordine del 10% massimo).
Ad inizio 2017 la Gigafactory di Tesla nel Nevada ha cominciato a produrre grandi quantità di celle per le batterie a ioni di litio, al fine di rifornire i suoi prodotti esistenti (la Model S, la Model X ed il powerwall1) ed i nuovi prodotti come la Model 3 ed ovviamente l’accumulo Powerwall 2. Si è trattato di un passo importante per l’azienda statunitense poiché la produzione in grandi quantità di batterie realizzate in collaborazione con Panasonic avrebbe dovuto permettere di eliminare quello che è stato (ed in parte ancora è), il collo di bottiglia che ha impedito il potenziamento della produzione. Il primo obiettivo è riuscire a produrre 23.000 Model entro fine anno (fine 2017). Questo obiettivo come hai potuto già leggere qui, ha portato Tesla a dover fare una scelta e dare delle priorità. Quindi prima la mobilità elettrica e poi l’accumulo.
Facciamo un passo indietro. La Gigafactory ha ufficialmente aperto i battenti nel 2016 e fino a novembre si è occupata principalmente della prima variante della batteria domestica Powerwall. Ad inizio anno la collaborazione tra Tesla e Panasonic è stata ampliata, con il colosso nipponico che ha investito 30 miliardi di yen (circa 245 milioni di euro) nel settore batterie per automotive ed energie rinnovabili (fotovoltaico su tutte). Questa partnership così stretta deriva dal fatto che le attività in questione sono parte integrante dei progetti di Elon Musk che vuole trasformare Tesla in una società energetica totalmente green. Nella Gigafactory Panasonic ha investito 1.6 miliardi di dollari. L’obiettivo è produrre 35 GWh/anno di celle creando un’economia di scala in grado di permettere un abbattimento dei costi del 30%.
La notizia di questi giorni è che Il CEO di Panasonic Kazuhiro Tsuga conferma il fatto che al momento ci sono dei ritardi di produzione per quanto concerne le batterie ma che è in fase di lancio il nuovo sistema automatizzato delle celle per la model 3.
Non è dato sapere se il nuovo modello di celle (e quindi di batterie) saranno solo per la Model 3 o se il nuovo sistema automatizzato servirà anche a produrre i componenti fondamentali del Powerwall2 (ipotizzabile). A rigor di logica però, in ogni caso questa automazione permetterà di ridurre fino (si spera a breve) ad eliminare, il collo di bottiglia produttivo.
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Il Powerwall 2 di Tesla è il sogno di molti, ormai lo si è capito. E’ evidente a tutti che il marchio Tesla abbia un grosso appeal. Inoltre, il prezzo molto competitivo rispetto alla concorrenza (a parità di kWh di capacità d’accumulo), è stata la ciliegina sulla torta. Bene. Chi si è mosso per primo ed ha avuto il coraggio di scegliere subito il prodotto Tesla ora lo ha in casa allacciato al proprio impianto fotovoltaico (o lo avrà a breve). Chi invece ha tergiversato un po’ o ha deciso di recente di accedere a questo sistema dovrà attendere il suo powerwall2 a lungo. Veramente molte sono state le richieste per questo sistema di accumulo dalla enorme capacità (13,2 kWh). Così tante che ora per averlo si deve attendere la coda di consegna. Il rallentamento nelle consegne inoltre è dovuto al fatto che Tesla ha avviato a pieno regime la produzione della Model 3. Per la sua nuova creatura automotive sono infatti previste 23.000 model 3 da produrre entro fine anno. E di batterie al litio in 23.000 auto ce ne vanno proprio tante. Pertanto in Tesla hanno dovuto decidere con che priorità procedere. Poiché il core business dell’azienda è la mobilità elettrica piuttosto che il mero accumulo fotovoltaico (almeno al momento), chi non ha ancora ordinato il Powerwall 2 dovrà attendere un pochino. Sì, ok, ma quanto? Se ordino oggi quando potrò avere il mio powerwall2? La stima delle consegne ordinandolo oggi è marzo/aprile 2018.
Poco male se penso che è un sistema che posso sfruttare al massimo della potenza in primavera estate ed autunno. Ma si sa, attendere qualcosa che si desidera è sempre faticoso. Ma tant’è.
E se non volessi aspettare, quali sono le alternative? Di marchi di accumuli ce ne sono molti. A partire da Sonnenbatterie, passando per Lg, Varta, Samsung, Growatt, Qcell, ed altri marchi meno conosciuti. Il problema è sempre capire cosa ti serve, come e perché. In base a quello è possibile fare una stima del sistema di accumulo che serve per la tua abitazione. In base ai consumi poi si valuta costi/benefici, tempi di rientro dell’investimento anche in base alle garanzie dei prodotti ed alla tecnologia utilizzata (durata nel tempo). Non è un calcolo semplicissimo, ed è per questo che consiglio sempre di chiedere l’aiuto di un consulente in materia. Possibilmente che non sia un consulente mono marchio, ma che ti possa offrire una diversità di proposte tra le quali trovare quella che calza a pennello.
Cerco di spiegarti meglio cosa intendo. Se hai un impianto fotovoltaico devi prima valutare quanta energia produce l’impianto, quanta di questa ne autoconsumi direttamente e quanta ne immetti in rete. A seconda del tipo di contratto (incentivo) che hai sottoscritto poi, è interessante capire quale sia la reale convenienza per te. Queste sono solo alcune delle valutazioni da fare prima di decidere quale accumulo accoppiare al proprio impianto fotovoltaico. Se non hai un impianto e quindi fai contestualmente impianto ed accumulo è ancora più importante l’apporto di un “esperto indipendente” perché non hai uno storico dei consumi e quello che serve a te è un sistema performante che ti permetta di risparmiare subito sull’acquisto e nell’arco del tempo. Quindi acquistare il prodotto giusto subito e bene significa rientrare più velocemente dell’investimento.
Sono arrivati i primi risultati numerici relativi al Bando Accumulo fotovoltaico della Regione Lombardia. Ebbene, sono ben 2522 le domande presentate in una settimana. Vedremo ora, in base ai fondi stanziati (4 milioni di euro) ed al tipo di richieste effettuate quanti utenti potranno essere accontentati. Per chi si fosse perso gli articoli relativi al bando è possibile leggere qui ed anche qui .
Piacevolmente soddisfatta Claudia Maria Terzi, assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, della Lombardia, visto anche il raddoppio dello stanziamento rispetto al medesimo bando presentato l’anno scorso. Precisa infatti l’Assessore lombardo: «Con il bando dello scorso anno siamo riusciti a finanziare circa 500 nuovi sistemi di accumulo. Un risultato straordinario che ha fatto esaurire, in breve tempo, la dotazione finanziaria di 2 milioni di euro che avevamo destinato. Quest’anno, in virtù delle esigenze del territorio e delle numerose richieste, con un grandissimo sforzo siamo riusciti a raddoppiare il contributo per il bando». Il contributo concesso ai cittadini lombardi è a fondo perduto, fino al 50% delle spese dell’intervento e fino ad un massimo di 3.000 euro per ciascuno.
Ai finanziamenti erano ammesse le spese relative ad acquisto e installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici, purché effettuate successivamente alla data del 3 febbraio 2016. Trattandosi di un bando “a sportello”, dopo la chiusura è stata avviata l’istruttoria per arrivare all’assegnazione dei fondi in ordine cronologico, fino a esaurimento delle risorse, al termine della quale si conoscerà quante delle 2.522 richieste verranno accolte e quindi il numero esatto di cittadini che potranno beneficiare degli incentivi.
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cos’è e come si valuta la percentuale di efficienza di un modulo fotovoltaico?
Cos’è l’efficienza del modulo fotovoltaico? Come si valuta? Cosa significa? Parliamo di qualità dei moduli? Parliamo di moduli più prestanti? Perché tutti si riempiono la bocca di concetti che non conoscono? Perché è più semplice associare la percentuale di efficienza di un modulo con un prodotto migliore. Ma è davvero così?
Ti tolgo subito il dubbio. Efficienza del pannello non è sinonimo di qualità del pannello.
L’efficienza valuta semplicemente il rendimento di un determinato tipo di pannello per ogni metro quadrato. In pratica l’efficienza è lo spazio necessario ad un pannello a produrre un determinato quantitativo energetico. Ovvio che se ho un tetto piccolo avrò bisogno di un pannello con un’efficienza maggiore per avere una determinata produzione. Ma se non ho problemi di spazio conviene fare un’accurata valutazione chiedendo un consulto ad un consulente energetico. Piuttosto spesso conviene investire il disavanzo economico tra un pannello e l’altro per “ottimizzare il sistema” e renderlo efficiente anche in caso di ombreggiamenti o in caso di tetti mal esposti o nel caso di dover utilizzare diverse falde con esposizioni differenti per l’installazione.
Spesso non ho bisogno di un modulo più efficiente e posso investire il costo maggiore in altri sistemi di ottimizzazione dell’impianto o di stoccaggio dell’energia
Te la faccio ancora più semplice. Un kW è un kW, che sia prodotto da 10 pannelli o che sia prodotto da 9 pannelli. Punto. E’ come il classico esempio da scuola elementare: “pesa di più un chilo di paglia o un chilo di piombo?” Un chilo è sempre un chilo. Quello che cambia sono le dimensioni, e cioè lo spazio occupato.
Nello specifico, l’efficienza è il rapporto tra la potenza elettrica in uscita dai pannelli fotovoltaici e la potenza della radiazione solare che colpisce la superficie captante del modulo. Il valore standard preso a rifermento per indicare l’irraggiamento solare è di 1.000 Watt/mq. Quindi, se ogni metro quadrato viene irradiato da 1.000 watt di energia solare, quanta di questa energia viene effettivamente convertita in elettricità utile, utilizzabile? Detto che ovviamente non è mail il 100% per diverse dispersioni (di cui la maggior parte termiche e di riflessione), i moduli più diffusi arrivano oggi al massimo al 22% di efficienza di conversione.
Una consulenza su misura può aiutarti nella scelta migliore e può farti risparmiare soldi, tempo e dispiaceri.
Ma quali differenze caratterizzano i pannelli fotovoltaici? Ci sono diverse tecnologie di realizzazione dei moduli e diverse sono le tipologie di pannello. Mi limiterò a citare la distinzione maggiore. Ci sono i pannelli in silicio monocristallino, quelli in silicio policristallino. Non approfondirò qui il tema in quanto l’argomento è già stato trattato in un articolo specifico. Ogni tecnologia ha diverse efficienze di conversione e pertanto come spiegato occupano spazi diversi.
Consulenza ad hoc, progetto su misura e capacità tecniche sono necessarie per fornire una consulenza che risponda alle esigenze specifiche di ogni abitazione
La conclusione è che ci sono ottimi moduli policristallini e ottimi moduli monocristallini. Di sicuro la “qualità” di un prodotto non si definisce dall’efficienza del modulo ma da tutto quello che lo accompagna. Quale la garanzia? Quale l’inverter? Quale sistema di ottimizzazione? Si possono trovare i ricambi? L’azienda che mi propone un prodotto ha esperienza e know how?
Per avere i benefici del “sole di notte” non serve andare in Norvegia. Basta dotarsi di un sistema d’accumulo
Esiste un impianto fotovoltaico che funziona di notte? Fino a qualche tempo fa avrei subito pensato tecnicamente alla luce, al sole, alla luna e poi avrei risposto. No, impossibile. Ma prova a non ragionare dal punto di vista fisico e prova invece a pensare dal punto di vista tecnico. Quanto sarebbe bello sfruttare la potenza infinita del sole anche quando rincasi la sera dal lavoro?
IR= irradiazione solare AC= autoconsumo. Oggi si può utilizzare il surplus prodotto dall’impianto fotovoltaico per immagazzinarlo e per utilizzarlo in “differita” quando più ne ho bisogno
Ben inteso, il mio consiglio, come consulente è sempre quello di sfruttare se possibile l’impianto di giorno, in modo diretto. Questo semplicemente perché se ho un accumulo elettrico poi la sera posso sfruttarlo ancora di più per fare altre cose e quindi avrò un risparmio maggiore.
Quindi:
1)Aumento il comfort di casa mia potendo sfruttare di più e meglio la MIA corrente prodotta
2)Non sono più dipendente dal sole e dal suo andamento giornaliero. Posso utilizzare bene e gratuitamente l’impianto anche nei giorni nuvolosi o di pioggia
3)Massimizzando l’autoconsumo riduco ulteriormente il consumo serale. Riducendo il consumo riduco all’osso il costo della bolletta elettrica.
Anche di sera posso avere energia gratis. Ecologicamente, grazie al lavoro del sole
Giusto perché a parole ci si può spiegare ma con le immagini e con i fatti ci si capisce meglio nei prossimi giorni pubblicherò alcuni screenshot esemplificativi con un apposito articolo.
Stay Tuned … (se vuoi rimanere informato sui nuovi articoli del sito risparmiobollette.it e sulle novità in ambito energetico in generale ti puoi iscrivere gratuitamente alla newsletter inserendo semplicemente il tuo nome e la tua mail in alto a destra della pagina)
Tesla Powerball – accumulo elettrico domestico agli ioni di litio
Come avrai notato non mi soffermo spesso a parlare nello specifico di un prodotto (perché i prodotti vanno e vengono molto velocemente, a differenza dei concetti che possono invece rimanere attuali per anni). Oggi però farò uno strappo alla regola semplicemente perché sono un fan del mondo Tesla e di quello che Elon Musk sta facendo per la mobilità sostenibile e per il risparmio energetico. Parleremo quindi del Tesla PowerWall.
In sintesi il PowerWall è un accumulo che permette di immagazzinare l’energia prodotta dall’impianto (e non autoconsumata) per utilizzarla quando voglio o ne ho bisogno.
Ma perché la tecnologia sta andando in questa direzione? Perché l’installazione di un impianto fotovoltaico è alla portata di ogni famiglia che abbia un tetto di proprietà(qui se non ci credi ti spiego perché). Pertanto, se da un lato ad una maggiore presenza di impianti corrisponde una maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili, dall’altro, gli incentivi (che in passato hanno drogato il mercato) per la vendita della corrente in eccesso scendono. Pertanto, il maggior risparmio lo si ha autoconsumando il più possibile e quindi cercando di acquistare il meno possibile dalla rete (per approfondire questo argomento puoi leggere qui ed anche qui).
Il picco di produzione di un impianto fotovoltaico ed i picchi di consumo spesso non coincidono. Con l’accumulo si sopperisce a questo sfasamento temporale tra “domanda ed offerta energetica”
Oggi un impianto fotovoltaico tradizionale è sempre conveniente ed a differenza di quanto si possa credere, se si ha almeno un consumo medio/basso (100 euro a bimestre tanto per fare un esempio), conviene più oggi rispetto al periodo in cui era incentivato. A questo si aggiunge la possibilità che ci viene data dalla tecnologia e che va ad eliminare quello che è sempre stato il maggior limite di un impianto fotovoltaico (e cioè avere energia solo di giorno). La batteria (o accumulo) infatti, permette di accumulare l’energia prodotta e utilizzarla quando serve anzichè vendere l’eccesso di autoproduzione sul mercato (qui trovi spiegato cosa succede attualmente con l’energia prodotta ma non autoconsumata).
Ed ecco che arriviamo a Tesla, una delle società leader nelle energie rinnovabili. Tesla è infatti e senza dubbio, la prima azienda al mondo ad essere riuscita a creare una vettura esteticamente simile alle macchine tradizionali, ma spinta da un motore elettrico il quale ha un’autonomia di ben 500 km e con prestazioni da super car.
Dopo aver raggiunto questo difficile ed ambito traguardo, questa società che fa della sua mission l’uso delle fonti energetiche rinnovabili, ha deciso di sfruttare le proprie conoscenze utilizzate per “dare autonomia” ai propri mezzi, per commercializzare un accumulatore per fotovoltaico domestico, la Tesla Powerwall appunto.
Elon Musk presentazione del PowerWall di Tesla
In teoria, installando la giusta quantità di Tesla Powerwall e possibilmente il giusto quantitativo di pannelli fotovoltaici, il consumo di energia elettrica dalla rete potrebbe venire del tutto azzerato (è un caso estremo, visti i costi non è quello che conviene fare oggi…). L’allacciamento resterebbe sempre presente per compensare eventuali picchi di consumo, (e per pagare il canone rai… 😉 )
tesla power wall. Un’opera d’arte
Esteticamente il powerwall si presenta con un design moderno, (ho dei clienti che lo hanno voluto installare in soggiorno su una parete dedicata, come fosse un’opera d’arte) Non per nulla Tesla nel mondo delle auto resta un marchio tendenzialmente votato al lusso, e la sua Tesla Powerwall non poteva essere da meno.
Alcuni dati tecnici: (rilevabili anche dalla scheda tecnica). Peso pari a 100 Kg e dimensioni di 1300 mm x 860 mm x 180 mm, e vanta una capacità di accumulo di 6,6 kWh.
scheda tecnica powerwall tesla
Non ha controindicazioni o particolari posizioni per l’installazione. Viene inoltre dotato di un sistema di sicurezza con controllo termico del liquido, per prevenire il rischio di incendi e può essere installata anche all’esterno,in quanto sopporta temperatura da -20 a +50 gradi centigradi.
Tesla garantisce le sue batterie per 10 anni, ma presumibilmente la loro durata media arriverà tranquillamente a 20 anni, ovviamente con una normale obsolescenza e perdita di prestazioni.
Una Tesla model S ed un sistema di accumulo Powerwall
Il mio compito oggi era trasmetterti la voglia di approfondire l’argomento per arrivare a dire. “Sì anche io posso permettermi un prodotto top di gamma che si ripaga con il risparmio e con gli incentivi (detrazione fiscale) per far risparmiare la mia famiglia, per non essere schiavo dei costi energetici e per avere una casa sostenibile che non inquina e che produce da sola le risorse di cui ha bisogno, per la luce, per il caldo, per il freddo… e perché no, anche per la mobilità!”
Spero di poterti quindi dare il benvenuto nel mondo delle energie rinnovabili. E, se hai bisogno di una consulenza gratuita, leggi qui e poi contattami.