Legge bilancio 2018: conferme e novità su ristrutturazioni e risparmio energetico

legge stabilità 2018 gazzetta ufficialeLa legge di bilancio 2018 è stata partorita. Già perché ogni anno pare proprio sia un parto arrivare a fine anno senza delle informazioni precise. Ed anche quest’anno, il tutto è stato pubblicato in extremis. Nello specifico sul supplemento ordinario n. 62 alla Gazzetta ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2017 , dove troviamo la legge 27 dicembre 2017, n. 205 recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020”. Vediamo quali sono le novità che interessano la tua abitazione/azienda ed il risparmio energetico.

  • Cessione della detrazione (Comma 3). Con la modifica del comma 2-ter all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, viene estesa la possibilità di cessione del credito corrispondente alla detrazione anche alle ipotesi di interventi di riqualificazione energetica effettuati sulle singole unità immobiliari. A differenza di quanto previsto precedentemente dove la cessione era fruibile solo per gruppi di unità immobiliare per interventi congiunti (condomini), ora è prevista anche per ogni singola unità immobiliare.
  • detrazione 65%Detrazione risparmio energetico (Comma 3) – Con la modifica del comma 1 all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90 è prorogata fino al 31 dicembre 2018 la detrazione del 65% . Nel medesimo comma si precisa però che, la detrazione è ridotta al 50% per le spese relative all’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, di schermature solari e di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto (la detrazione non spetta se si installano caldaie con efficienza inferiore alla classe A) mentre resta al 65% per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VIII, o con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, o per le spese sostenute per l’acquisto e posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione.
  • Detrazione rischio sismico e risparmio energetico per le parti condominiali  (Comma 3) – Con l’inserimento del comma 4-quater.1 all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, per le spese relative agli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3, finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica, spetta una detrazione maggiorata dell’80%, se gli interventi determinano il passaggio a una classe di rischio inferiore, o dell’85% se gli interventi determinano il passaggio a due classi di rischio inferiori.
  • fondo garanziaFondo garanzie (Comma 3) – Con l’inserimento del comma 3-quater all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, nell’ambito del Fondo nazionale per l’efficienza energetica è istituita una sezione dedicata al rilascio di garanzie su operazioni di finanziamento di interventi di riqualificazione energetica, con una dotazione di 50 milioni di euro.
  • Super e iper ammortamento (Commi 29-32) – Sono prorogate per l’anno 2018 le misure di superammortamento e di iperammortamento, che consentono alle imprese ed ai professionisti di maggiorare le quote di ammortamento dei beni strumentali, a fronte di nuovi investimenti effettuati. Pertanto non solo la tua abitazione ma anche la tua impresa può essere più efficiente e farti risparmiare soldi sia per il raffrescamento/riscaldamento, sia per quanto concerne il pagamento delle tasse. (E stiamo parlando del 140% !!!)

Se vuoi una consulenza per un preventivo d’intervento sulla tua abitazione/azienda e se vuoi usufruire delle agevolazioni della legge di bilancio 2018 ti basta utilizzare le modalità di contatto. 

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TESLA POWERWALL 2: come e quando sarà disponibile

accordo ordine powerwall2Abbiamo visto nel precedente articolo il lancio del powerwall 2 di tesla. Ma il Tesla Powerwall 2 si può davvero ordinare dal sito di tesla? E quando arriva? Come arriva? E chi lo installa? E se voglio anche il fotovoltaico? E se ho un 3 kW di impianto quando mai la caricherò una batteria così grande? Ne faranno una taglia più piccola? Il powerwall1 ci sarà ancora? Le informazioni che si trovano in rete sono davvero scarne. Non è quindi possibile al momento dare risposta a tutte queste domande. Una cosa però la possiamo fare. Vediamo cosa c’è scritto nell’accordo che si sottoscrive pre-pagando in parte la batteria on line e proviamo ad ipotizzare come si muoverà il colosso americano. Quello che sembra, visto che gli importatori/grossisti italiani non erano stati messi al corrente di questo lancio così immediato a mio parere è che a) potrebbero volerli bypassare b) del mercato italiano/europeo un po’ se ne infischiano e puntano molto di più al colpaccio solar roof + powerwall2 negli USA. (in Usa si ordina tutto con carta di credito on line e pertanto non c’è da stupirsi che posano fare un pre-ordine e che poi creino la rete vendita/installatori. In Italia credo almeno in un immediato futuro che non possano permettersi di farlo (ma visto tutti i conigli che Elon Musk sta pescando dal cilindro mai dire mai… ).

Vediamo nello specifico i punti dell’accordo che si sottoscrive… (tratto ovviamente dal sito ufficiale…) in un italiano un po’ maccheronico…

In corsivo il testo originale e sotto le mie osservazioni in merito.

tesla powerwall21. Accordo per l’Ordine del Powerwall

“La ringraziamo per aver inoltrato l’Ordine non vincolante per il Powerwall. Il Suo Ordine sarà efficace appena avremo ricevuto il Pagamento dell’Ordine.”

2. Visite

Il Suo Powerwall dovrà essere installato da un installatore certificate e addestrato. Un rappresentante di Tesla o uno dei nostri installatori certificati La contatterà per discutere del Suo Ordine e fissare una visita nel luogo ove intende installare il Powerwall.

Questo significa probabilmente che vorranno utilizzare gli installatori certificati da Tesla per il powerwall1. In questo caso le modalità di approvvigionamento saranno similari a quelle per il primo modello.

Caratteristiche tecniche e dimensioni del powerwall2 di tesla
Caratteristiche tecniche e dimensioni del powerwall2 di tesla

3. Contratto d’Acquisto

A seguito della visita nel luogo ove intende installare il Powerwall, riceverà un Contratto d’Acquisto che indicherà le specifiche finali dell’installazione del Suo Powerwall e il prezzo d’acquisto finale, comprensivo dei costi d’installazione. A seconda del luogo dell’installazione e delle Sue altre preferenze (come per esempio l’installazione di un sistema solare fotovoltaico insieme al Suo sistema Powerwall) la società che concluderà il Suo Contratto d’Acquisto potrebbe essere Tesla, una delle sue affiliate o uno degli installatori certificati. In certi luoghi, Le potrebbe essere chiesto di concludere accordi separati con società diverse per l’acquisto e l’installazione del Suo Powerwall.

In pratica si riservano di fare tutto loro o di avvalersi (molto più probabilmente) di rete vendita e di installatori esistenti (come fatto peraltro con il powerwall 1).

4. Il Pagamento del Suo Ordine; Cancellazione

La società Tesla che raccoglie il Pagamento del Suo Ordine può variare a seconda del luogo in cui si trova. Non raccoglieremo il Pagamento del Suo Ordine su un conto separato o escrow o fondo fiduciario né pagheremo alcun interesse sul Pagamento del Suo Ordine. Fino a che non concluderà il Contratto d’Acquisto, il suo Ordine potrà essere cancellato in qualsiasi momento da parte Sua oppure di Tesla, in tal caso riceverà un rimborso complete del Pagamento del Suo Ordine. Se Lei concluderà un Contratto d’Acquisto, il Pagamento del Suo Ordine sarà imputato al prezzo finale di acquisto del Suo Powerwall.

tesla-powerwall-2-5. Non-Trasferibile

Il Suo Ordine non è trasferibile o cedibile ad una terza parte senza il previo consenso scritto di Tesla.

Per evitare il bagarinaggio delle batterie 😉

6. I Suoi dettagli

Periodicamente Le chiederemo di fornire informazioni così da poter adempiere le obbligazioni derivanti da questo Powerwall Order Agreement. Tratteremo le Sue informazioni personali in conformità alla nostra Customer Privacy Policy, disponibile al link https://www.tesla.com/about/legal.

7. Stato del Suo Ordine

Il presente Ordine non costituisce l’acquisto di un Powerwall, non Le dà la garanzia che Tesla Le venderà un Powerwall, non Le assegna alcuna priorità nella consegna. Il tempo per la visita al luogo ove intende installare il Powerwall e per la consegna e installazione del Suo Powerwall dipenderanno dal luogo geografico e da specifici requisiti di sistema. 

powerwall 2 e mobilità sostenibile. Un possibile ulteriore incentivo verso l'elettrico?
powerwall 2 e mobilità sostenibile. Un possibile ulteriore incentivo verso l’elettrico?

Il punto 7 dice davvero tutto e mi suona come: “vediamo se il powerwall 2 ha lo stesso appeal della model 3, il mercato, lo facciamo noi…”

Detto questo, se le caratteristiche tecniche saranno quelle presentate, prevedo una nuova era per il risparmio energetico ed un grosso passo in avanti verso l’autosufficienza e, potenzialmente, anche verso la mobilità elettrica (o quantomeno ibrido/avanzata).

Staremo a vedere.

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Aggiornamento del 2 gennaio 2017  —> DISPONIBILE ORA LA POWERWALL2 in ITALIA !!!

Installare il fotovoltaico a nord…

Pvgis – database per il calcolo della produzione di un impianto fotovoltaico in Europa

Nei giorni scorsi ho letto un interessante articolo di Luca Pagni su Repubblica.it. L’articolo è la giusta occasione per degli spunti di riflessione sulla produzione energetica da impianti fotovoltaici. Domenica 8 maggio la Germania ha raggiunto il 90% di autosufficienza solo con l’energia prodotta dai propri impianti funzionanti tramite rinnovabili. “Gli scettici diranno che era domenica e che il record è stato toccato solo per un breve momento di punta. Ma a nessuno potrà sfuggire il valore simbolico (e non solo) di quanto è accaduto in Germania nello scorso fine settimana. I dati ufficiali dicono che c’è stato un momento della giornata in cui l’energia elettrica prodotta è stata coperta per il 90 per cento da fonti rinnovabili.  E’ accaduto attorno alle undici della mattina, quando 55 dei 58 gigawatt necessari in quel momento per soddisfare le esigenze delle famiglie e delle imprese in attività anche nel week end sono state soddisfatte da eolico, solare, idroelettrico e biomasse. Non è un caso che questo sia accaduto proprio in Germania: da un lato perché si tratta della prima economia europea, nonchè della quarta al mondo per prodotto interno lordo. Ma è stata anche la Germania è stata la pioniera per l’introduzione delle rinnovabili all’interno del sistema energetico nazionale. Del resto, la Germania è il primo paese al mondo per la produzione di fotovoltaico, secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia, davanti persino a un paese molto più popoloso come gli Stati Uniti, ma con la Cina che sta recuperando velocemente posizione. Ma il successo della Germania non è solo una questione industriale: le tecnologie verdi sono state sposate anche dalla popolazione, visto che un terzo degli impianti “solari” presenti è frutto di installazione per uso “personale”.”

La Germania ha un coefficiente di irraggiamento solare molto più basso rispetto all'Italia
La Germania ha un coefficiente di irraggiamento solare molto più basso rispetto all’Italia

Ebbene sì, la fredda e piovosa Germania produce il 33% della propria produzione fotovoltaica attraverso gli impianti privati/residenziali !!! Ma avete idea di quale sia il coefficiente di irraggiamento solare della Germania? E sapete qual è quello dell’Italia?

Sapete che gli impianti fotovoltaici hanno il loro massimo rendimento se installati a sud. Sapete anche che le falde est/ovest sono dei buoni compromessi e sapete anche che non si installa mai a nord. Ma mettiamo che un mio cliente di Roma abbia a disposizione solo la falda a nord e volesse comunque installare un impianto fotovoltaico. E’ una cosa folle? No non sono impazzito, vi voglio solo riportare qualche numero in merito. Utilizzando il database PVGIS, attraverso il quale è possibile simulare la produzione di un impianto fotovoltaico in tutta Europa, si evince che un impianto da 3Kwp, se installato in zona Berlino, con un’inclinazione di 20° ed orientato a Sud-Ovest (70°) produce in media 2240 Kwh/anno, con un irraggiamento di 1030 Kwh/mq. Lo stesso impianto, realizzato a Venezia con un orientamento Nord-Ovest (150°) produce 2180 Kwh/anno, con irraggiamento di 1020 Kwh/mq. Eclatante è il risultato se quell’impianto viene installato a Roma con un orientamento Nord pieno (180°), per cui si ha una produzione annua di 2540 Kwh/anno con 1200 Kwh/mq: quindi con una resa addirittura superiore ad un impianto orientato a Sud-Ovest installato al Nord della Germania.

Detto questo, il dato di domenica scorsa è, ovviamente, eccezionale e frutto della scarsa domanda del giorno festivo e deve tener conto che le energie rinnovabili hanno solitamente la priorità per l’immissione nella rete elettrica nazionale. In altre parole, vengono chiamate per prime a soddisfare la domanda. Nei giorni normali, le energie verdi coprono in media il 30-35 per cento del fabbisogno nazionale.

Ma scoop energetico tedesco a parte, noi, in Italia, cosa stiamo aspettando ancora? Perché non ci rendiamo più autosufficienti grazie alla potenza gratuita e costante del sole? Cosa non ce lo permette? Oggi è possibile avere un impianto a costo zero. Basta solo avere una casa di proprietà ed un tetto sul quale installare l’impianto!

La differenza tra pannello monocristallino e policristallino

pannello monocristallino e pannello policristallino
pannello monocristallino e pannello policristallino

Quante volte mi sono sentito fare questa domanda? Meglio il monocristallino o il policristallino? Ma non solo dai clienti, anche da chi nel settore ci bazzica da un po’. Se hai poco tempo e non vuoi leggere oltre, ti darò subito la risposta al quesito. E se hai già letto qualche articolo del mio blog questa risposta è scontata e quindi la conosci già. La risposta è: DIPENDE !!! Da cosa dipende? Dipende da diversi fattori che velocemente andremo ad analizzare. Uno su tutti che tipo di luce colpisce il pannello. Quindi dove è installato? In che regione? Quanto sole riceve? In che periodi dell’anno… etc…

La cella di silicio (il pannello è formato da più celle collegate tra loro) è un quadrato nero o blu di 15 cm di lato. La cella monocristallina  è ricavata da un cilindro di silicio che viene tagliato per ottenere le dimensioni della cella finita. Da questa colonna di forma parallelepipeda, vengono poi tagliate delle “fette” dello spessore di pochi decimi di millimetro che, opportunamente trattate (drogate in gergo), aumentano le proprietà del semiconduttore. (doping anche per le celle fotovoltaiche quindi! 😉 )

Ecco sinteticamente i passaggi per la produzione dei pannelli fotovoltaici (monoscristallino e policristallino)
Ecco sinteticamente i passaggi per la produzione dei pannelli fotovoltaici (monoscristallino e policristallino)

Per creare le celle monocristalline ovviamente vengono prodotti degli scarti dal “cilindro principale”. Questo surplus viene riutilizzato per fare altre celle fondendo e forgiando il materiale in lingotti che diventano altre celle. Le celle che risultano così lavorate sono costituite da cristalli di silicio orientati in modo casuale e per questo vengono chiamate “Policristalline”. Queste celle hanno una efficienza inferiore, cioè producono meno corrente, rispetto alle monocristalline quando vengono colpite perpendicolarmente dal sole. E qui sta il paradosso. Questo loro difetto è il loro punto di forza. La cella policristallina infatti non ha bisogno che il sole sia perpendicolare per produrre al massimo ma proprio per queste sue caratteristiche produce anche in condizioni di luce minore. Infatti in qualsiasi posizione si trovi il sole c’è sempre un buon numero di cristalli orientati verso di lui che gli permettono di produrre energia. Esemplificando, il pannello policristallino è un pannello più versatile e non ha bisogno di un inseguitore solare per rendere al meglio.

Quindi, vediamo a livello statistico: Il policristallino è la cella che si usa maggiormente ed è preferibile per falde est o ovest. Viene usato inoltre in nella pianura padana, dove in estate c’è molta umidità nell’aria che fa da filtro (foschia) ai raggi del sole o la nebbia, durante l’inverno, che ricuce l’irraggiamento solare e di conseguenza la produzione.

Esteticamente è semplice capire se abbiamo di fronte un pannello formato da celle monocristalline o da celle policristalline (la maggior parte)

Esempio di pannello monocristallino
Esempio di pannello monocristallino

Monocristallino: ha una cella di colore scuro, quasi nero, uniforme con gli angoli smussati e presenta dei rombi bianchi tra una cella e l’altra.
Policristallino: ha una cella di colore blu, di forma quadrata e non sono presenti zone romboidali bianche tra le celle.

Quindi, detto questo, non hanno nessun valore le frasi del tipo “è meglio il monocristallino perché è puro” o del tipo “il policristallino è realizzato con gli scarti…”. (Frasi ripetutamente sentite per vendere un pannello più costoso rispetto ad un altro!)

Esempio di pannello fotovoltaico policristallinoSe poi invece mi chiedi se un determinato modulo non standard (senza fare nomi di marche) che rende anche 300-330 W rende così perché ha celle monocristalline ti rispondo “non solo”! E se mi chiedi se sia il caso di installare questi pannelli turbo (diciamo), ti ripeto dipende. Perché se hai un problema di spazio allora può valerne la pena. Se questo problema non lo hai, 3 KW sono sempre 3 KW, indipendentemente se l’impianto è formato da 10 pannelli o da 12 pannelli.

Come dico sempre, non scegliere da solo il tuo impianto. Fai bene ad informarti ma poi chiedi la consulenza a chi di impianti ne ha visti installare tanti ed ha la competenza per dirti quale soluzione sia la migliore per casa tua.

E per migliore intendo sia a livello tecnico, sia nel rapporto qualità/prezzo!

Allaccio fotovoltaico: tempistiche e ritardi

scegliere il consulente giusto ed il partner giusto per migliorare i propri consumi ed abbattere i costi energetici
E’ importante scegliere il consulente giusto ed il partner giusto per migliorare i propri consumi ed abbattere i costi energetici

Investire nelle energie rinnovabili per migliorare casa propria, i propri consumi e il comfort della stessa, significa affidarsi ad aziende che si occupano (o si dovrebbero occupare) di tutto il lavoro. Dalla consulenza specifica sulla scelta dei prodotti e degli interventi tecnici, alla consulenza fiscale, al post vendita, per una perfetta ed ottimale gestione dell’impianto installato.

I dubbi che si hanno quando si deve decidere a chi affidare questi lavori sono molteplici:

  • quanto tempo ci vorrà per fare il lavoro?
  • si occuperanno di tutto loro?
  • quanta burocrazia ci sarà?
  • faranno un bel lavoro?
  • l’impianto funzionerà bene?
  • mi farà risparmiare davvero?
  • avrò pronta assistenza in caso di problematiche o malfunzionamenti?
  • la garanzia che mi viene data è reale o “virtuale”?
E' importante che siano descritte e garantite le tempistiche dei lavori
E’ importante che siano descritte e garantite le tempistiche dei lavori

Bene. Ma quali sono le tempistiche corrette per tutto l’iter del lavoro? In primis dipende da quanti e quali lavori vengono eseguiti. Ora capirai quanto è importante affidarsi a consulenti seri ed ad aziende serie che siano in grado di

  • dare dei tempi certi per quanto concerne l’installazione
  • dare al cliente un documento scritto con i tempi necessari per lo svolgimento di ogni attività
  • dare i contatti dei referenti diretti (mail – telefono – cellulare), sia per la parte progettuale che per quella amministrativa che per quella tecnica che ovviamente per quella commerciale
  • informare il cliente in ogni momento sullo stato avanzamento lavori al fine di aggiornarlo tempestivamente di tutto l’iter percorso

Prendiamo un esempio classico, un impianto fotovoltaico.

Energia gratis dal sole con l'impianto fotovoltaico giusto
Energia gratis dal sole con l’impianto fotovoltaico giusto

Le tempistiche per avere l’impianto installato e funzionante dipendono sia dall’azienda che dal “gestore della rete elettrica” che si occuperà di allacciare l’impianto alla rete attraverso un contatore bidirezionale, una volta installati i pannelli.

Attenzione, questo lavoro di allaccio comporta 1 ora di lavoro, non di più!

In gergo questo passaggio si dice appunto “allaccio” ed anche a seconda di come ha lavorato l’azienda installatrice, potrebbero volerci settimane o mesi.

Per evitare di avere sul tetto un impianto pronto a produrre ma che non può essere messo in funzione bisogna che l’azienda che si è occupata dell’installazione e di tutta la parte burocratica si sia mossa per tempo. Per tutto il tempo in cui l’impianto è sul tetto ma non produce infatti, l’utente continua a comperare l’energia dal gestore e pertanto continua a ricevere le salate bollette. Sembra un paradosso ma è così.

La differenza tra allacci “veloci” ed allacci “eterni” sta nel modo in cui si affronta la burocrazia di tutto l’iter amministrativo ed autorizzativo che si cela dietro al lavoro di progettazione ed installazione di un impianto fotovoltaico.

Può capitare che l’azienda installatrice dia la colpa ad Enel distribuzione  che in realtà ha una carta dei servizi con ben indicati i tempi di intervento. (la famosa carta dei servizi o wellcome letter che dovrebbero fornire ai propri clienti tutte le aziende).

Schermata 2016-03-20 alle 22.57.25Ma cosa deve fare l’azienda alla quale si delega tutto il lavoro per un impianto?

  • richiedere il preventivo per la connessione del tuo impianto alla rete Enel
  • accettare il preventivo quando arriva e versare quanto richiesto
  • ad impianto installato dare il fine lavori e attendere la connessione

Non andrò nello specifico ad approfondire tutti questi passaggi che vanno fatti compilando una serie di moduli e caricando i dati dell’impianto sui due portali web dedicati (Enel e Terna Gaudì). Attenzione, non solo devono essere caricati, devono ovviamente essere corretti !!! In caso di dati incompleti, caricamenti su portali non andati a buon fine, dati validati su un portale e non sull’altro,  il meccanismo si blocca e si rimane nel limbo tra un processo e l’altro.

Per fare tutti questi passaggi sono necessari dei tempi tecnici e pertanto, le pratiche burocratiche sono la prima cosa da fare per arrivare in tempi brevi alla connessione.

La carta dei servizi Enel prevede dei rimborsi per i ritardi sugli allacci. Il consulente che vi segue vi potrà informare e seguire anche in questa eventualità
La carta dei servizi Enel prevede dei rimborsi per i ritardi sugli allacci. Il consulente che vi segue vi potrà informare e seguire anche in questa eventualità

Un’altra informazione che ahimè spesso non viene data agli utenti è che dalla carta dei servizi si evince che sono previste delle penali in caso di ritardo nella connessione dell’impianto da parte di Enel. Esistono delle penali sia in caso di ritardo nella formulazione del preventivo sia nella connessione dell’impianto.

Ma come posso essere certo della bontà dell’azienda alla quale mi affido? Chiedi sempre le tempistiche, chiedi siano scritte, chiedi di avere sempre i riferimenti di tutti i responsabili dei vari step del lavoro. E soprattutto, affidati ad aziende che hanno all’interno della loro struttura un team che segue direttamente tutte le pratiche dalla A alla Z verificando e certificando tutti i passaggi per rispettare le tempistiche indicate e scritte al cliente.

Regole certe ,tempistiche certe, risparmio certo, cliente pienamente soddisfatto
Regole certe ,tempistiche certe, risparmio certo, cliente pienamente soddisfatto

“Verba volant… scripta manent…”

La soddisfazione del cliente è l’energia vitale del mio lavoro. Ogni lavoro che seguo deve essere pienamente attinente a quanto pattuito e richiesto con e dal mio cliente. Questo non è un modo di lavorare. Per me è l’unico modo di lavorare!

Mettimi alla prova.

E poi sono sicuro che mi lascerai anche tu una videorecensione!

Come migliorare l’autoconsumo

Se stai leggendo questo articolo molto probabilmente hai già un impianto fotovoltaico. Se non lo hai mi chiedo come mai tu non lo abbia ancora fatto e ti invito a cliccare qui (un indice per il lettore ed il navigatore) ed a leggere gli articoli sul fotovoltaico. Potrai così capire perché ci devi pensare seriamente: adesso.

Stai sfruttando al meglio il tuo impianto fotovoltaico?
Stai sfruttando al meglio il tuo impianto fotovoltaico?

Quindi hai un impianto. Sei soddisfatto di come lo stai utilizzando oppure sei consapevole che spesso non riesci a sfruttarlo al meglio perché le ore di produzione possono non coincidere con le ore in cui casa tua ha bisogno di energia? E’ evidente che una delle prerogative di chi ha un impianto fotovoltaico sul proprio tetto è quella di rendere massimo l’autoconsumo.
In questo articolo vediamo quali sono i benefici dell’autoconsumo e come sia possibile autoconsumare di più e meglio.

Definiamo l’autoconsumo. Un utente autoconsuma l’energia prodotta dal proprio impianto quando l’energia prodotta viene utilizzata direttamente, passando “dal tetto” alla “rete domestica”, senza passare dalla rete Enel. L’energia prodotta viene, in questo caso, utilizzata nel momento stesso sua produzione o, nel caso di un sistema con accumulo fotovoltaico, viene stoccata nelle batterie per essere utilizzata in seguito. L’utilizzo di batterie è comunque “autoconsumo”, ma, anzichè essere un “autoconsumo istantaneo” è “autoconsumo differito”. Autoconsumare “in loco” l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico comporta una serie di vantaggi economici innanzitutto. Vantaggi che si traducono in un immediato risparmio in bolletta che in alcuni periodi dell’anno, sfruttando un autoconsumo intelligente, è possibile ridurre le bollette anche del 80-90 per cento. Ed il resto dell’energia prodotta? Se non sei in possesso di un sistema di accumulo (storage) tutta la parte di energia non autoconsumata viene immessa in rete per essere valorizzata con lo scambio sul posto. Se invece hai un sistema di accumulo la tua “sovrapproduzione” non autoconsumata viene immagazzinata per essere disponibile quando meglio credi.

Accumulare l'energia prodotta e non autoconsumata subito significa risparmiare ed aumentare la propria indipendenza
Accumulare l’energia prodotta e non autoconsumata subito significa risparmiare ed aumentare la propria indipendenza

Con un accumulatore è possibile arrivare, in alcune situazioni, ad azzerare completamente le bollette. Ovviamente non si tratta di un obbiettivo facile da raggiungere, vista le forte intermittenza produttiva della fonte solare, ma in determinati periodi dell’anno con un minimo accumulo è possibile ottenere delle bollette “a saldo zero”. Ottimizzando l’autoconsumo, infatti, si avrà la possibilità di ridurre drasticamente i prelievi dalla rete e quindi l’acquisto di energia dal proprio operatore. Perché conviene consumare l’energia autoprodotta riducendo il più possibile l’acquisto dal proprio fornitore? Perché quando si acquista energia elettrica dalla rete,  in fattura vengono addebitate non solo le quantità effettive di energia prelevata, ma anche (e soprattutto) una moltitudine di altre voci di costo

  • oneri di rete
  • servizio di fornitura
  • distribuzione
  • trasmissione
  • oneri di dispacciamento
  • accise varie
  • addizionali
  • iva (anche su tutto quanto sopra)
il costo effettivo dell'energia è un terzo rispetto a quello pagato in bolletta
il costo effettivo dell’energia è un terzo rispetto a quello pagato in bolletta

Quindi, se il prezzo dell’energia “pura”, sul mercato elettrico, va dai 4 ai 10 centesimi per kWh, l’energia pagata in bolletta viene a costare il doppio (ed a volte anche il triplo) del suo costo effettivo. Infatti, per vedere cosa costa effettivamente all’utente finale un kw/h basta prendere l’importo della bolletta e dividerlo per il costo effettivo dei kw/h fatturati. Noterete che in bolletta paghiamo l’energia ad un costo lordo che va da un minimo di 0,20 €/kWh, fino ad oltre 0,35 €/kWh (a seconda anche della taglia del contatore presente). Come detto, il prezzo della sola energia è di pochissimi (0,04-0,08) centesimi di euro/kWh. Se ti interessa capire come leggere meglio la tua bolletta clicca qui (leggere la bolletta è come leggere i fondi di caffè).

Quindi autoconsumare significa non prelevare e pertanto significa evitare di pagare tutti i balzelli elencati sopra. (con somma soddisfazione… tra l’altro!). Come è ovvio quindi, l’energia acquistata dalla rete e pagata in bolletta, risulta molto più onerosa di quella auto prodotta ed inoltre (sempre per tutti quei balzelli), ha un costo molto maggiore del valore assegnato dal Gse all’energia immessa in rete.

prestito banca
Credito=basso guadagno Debito=alta spesa

L’energia che non viene autoconsumata, infatti, viene immessa in rete e viene comunque “pagata” dal Gse. Il valore assegnatole, però, è inferiore al prezzo dello stesso quantitativo acquistato dalla rete. L’esempio che faccio sempre ai miei clienti è quello della banca. Se metti 10.000 euro in banca, gli interessi che ti vengono riconosciuti sono ridicoli (0,6-1,2%). Se però i 10.000 euro li chiedi, ecco che allora il discorso cambia ed il tasso può arrivare al 10%. Per l’immissione ed il prelievo di energia è il medesimo principio.

Quindi per ottimizzare l’autoconsumo devo cercare di:

  • progettare e realizzare  il mio impianto affinché copra i miei consumi partendo dalle esigenze e delle abitudini mie e della mia famiglia
  • capire come posso utilizzare meglio l’energia in eccesso prima di accumularla o cederla (es: produrre acqua calda, riscaldamento)
  • adeguare il più possibile i picchi di consumo (qualora siano cambiate le abitudini rispetto allo studio iniziale del primo punto o qualora siano migliorabili) alla disponibilità di sole (e quindi di energia gratuita)
  • domotizzare casa (in modo che gli elettrodomestici funzionino quando la produzione è massima)
  • accumulare l’energia prodotta ma non autoconsumata per utilizzarla la sera, la notte, quando c’è maltempo
  • immettere in rete l’ulteriore energia eventualmente in eccesso per utilizzarla nei periodi di minore produzione dove neanche l’accumulo può rendermi autosufficiente (es inverno) sfruttando lo scambio sul posto
Chiamami 347/0899613 o scrivimi a risparmiobollette.it@gmail.com
Chiamami al 347/0899613 o scrivimi a [email protected]

Come avrai capito acquistare il corretto impianto fotovoltaico, adattarlo ad un’abitazione, renderlo compatibile ed efficiente con gli impianti esistenti (es riscaldamento) è un’operazione delicata. Una approfondita e corretta consulenza è la base sulla quale costruire trent’anni di risparmio e di ecologia.

Contattami. Vediamo assieme come migliorare casa tua! 

Scambio sul posto ed eccedenza

Dello scambio sul posto ne abbiamo già parlato in diversi articoli. Per un ripasso è possibile leggere qui (le parole chiave del fotovoltaico produzione, rendimento, autoconsumo, scambio sul posto) e per un ulteriore approfondimento specifico anche qui (lo scambio sul posto te lo spiego in modo semplice una volta per tutte)

Quindi abbiamo in ordine temporale ed anche prioritario:

PRODUZIONE —> (produco energia sul mio tetto)

AUTOCONSUMO IN LOCO (consumo in casa mia gratuitamente tutto quello che mi serve) —>

ACCUMULO IN BATTERIA (ove presente) —>

IMMISSIONE IN RETE (eccedenza non autoconsumata e non accumulata)

Dati percentuali inerenti l’energia consumata nelle ultime 24 ore. Clicca sull’immagine per ingrandire il grafico
Fig.1 Dati percentuali inerenti l’energia consumata nelle ultime 24 ore. Clicca sull’immagine per ingrandire il grafico

Bene. Abbiamo visto nei due articoli citati sopra come possiamo riutilizzare l’energia in eccesso immessa in rete. Se però non ho un sistema di accumulo molto probabilmente mi troverò in una situazione per la quale le immissioni supereranno i prelievi. In questo caso si ha una eccedenza. Vediamo quindi cos’è l’“eccedenza”? L’eccedenza dello scambio sul posto è un surplus di immissioni che viene quantificato a fine anno, quando il Gse conteggia la quantità di energia immessa in rete dai proprietari degli impianti fotovoltaici.

Vediamo un esempio pratico/numerico. Se, a fine anno, ho immesso in rete 1.500 kwh e ne ho prelevati 1.000, la differenza, di 500 kwh, è la “eccedenza dello scambio sul posto”.

Se immissioni e prelievi si pareggiano non ci sono eccedenze, ma se le immissioni in rete dall’impianto sono nel complesso maggiori dei prelievi dell’utente dalla rete, si crea un’ eccedenza: un surplus di energia ceduta alla rete che può essere fatto liquidare (su richiesta) o portato ‘a credito’ sui conteggi degli anni successivi. In genere, se una famiglia di 4 persone installa sul tetto un impianto da 6 kw, a fine anno avrà un’eccedenza: avrà nel complesso immesso più energia di quanta ne ha prelevata per il proprio fabbisogno. (per un esempio specifico si vedano le figure 1

Grafico energia prodotta nelle ultime 24 ore. Dal dato si evince che c’è ancora ampio margine di miglioramento e che l’impianto può coprire tranquillamente ulteriori consumi durante l’arco della giornata (in questo caso specifico di impianto da 6 kw anche multipli). Clicca sull’immagine per ingrandire il grafico
Fig.2 Grafico energia prodotta nelle ultime 24 ore. Dal dato si evince che c’è ancora ampio margine di miglioramento e che l’impianto può coprire tranquillamente ulteriori consumi durante l’arco della giornata (in questo caso specifico di impianto da 6 kw anche multipli). Clicca sull’immagine per ingrandire il grafico

e 2). Questa eccedenza, questo surplus di energia ceduto alla rete, viene riconosciuto economicamente dal Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, che gestisce lo scambio sul posto ed i contributi per tutti gli impianti da fonti rinnovabili. Per calcolare l’eccedenza bisogna confrontare i chilowattora immessi in rete nell’anno con i chilowattora prelevati dalla rete: se il valore economico delle immissioni è maggiore del valore economico dei prelievi, si ha un’eccedenza. L’eccedenza è la differenza tra i due importi.

Per chi ama le formule, queste sono quelle utilizzate dal Gse. Pertanto le eccedenze vengono così calcolate:

Se Cei       >       Oe       allora         Eccedenza      =        Cei – Oe

Dove: Cei è il Controvalore (economico) dell’Energia Immessa in rete nell’anno considerato Oe è l’Onere Energia, cioè: il valore economico di tutta l’energia prelevata dalla rete nell’anno considerato.
Attenzione: qui non parliamo di quantità di energia, cioè di Kwh/anno, ma di valori economici di questa energia (cioè: il prezzo unitario, in €, per i kWh).

Vediamo un esempio reale. Se il prezzo dell’energia è di 0,9 €/kwh e nell’anno si sono avuti 3.000 kwh di energia immessa in rete e 2.000 kwh di energia prelevata dalla rete, il valore economico di immissioni e prelievi è:

270 euro per l’energia immessa in rete (cioè: 3.000 x 0,9 €)
180 euro per l’energia prelevata dalla rete (cioè: 2.000 x 0,9 €)

In questo caso le immissioni, ed il loro valore economico, sono state nell’anno maggiori dei prelievi. Si ha dunque un’eccedenza che è pari alla differenza tra i due importi.
In questo caso l’eccedenza è di 90 euro.rivalutazione immobiliare

L’eccedenza dello scambio sul posto NON è il “contributo in conto scambio”
Il meccanismo dello scambio sul posto misura, a fine anno, immissioni in rete e prelievi dalla rete. Una parte dell’energia prodotta viene scambiata con la rete, un’altra parte viene semplicemente ceduta alla rete, in relazione ai propri consumi. L’energia scambiata con la rete, viene remunerata attraverso il “contributo in conto scambio” dello scambio sul posto (che viene indicato nelle formule del Gse come “Cs”). L’energia che viene, invece, semplicemente ceduta alla rete, viene chiamata dal Gse: “eccedenza”. L’eccedenza viene valorizzata al prezzo medio di mercato dell’energia rilevato nell’anno in corso. Pertanto, “contributo in conto scambio” e “eccedenze dello scambio sul posto” sono dunque due cose diverse remunerate dal Gse con criteri differenti.

Come vengono trattate le eccedenze dello scambio sul posto dal Gse?
Le eccedenze vengono dal gse quantificate in Euro e non in Kmh (attenzione!!!). Il titolare dell’impianto che dovesse avere nel corso dell’anno accumulato delle eccedenze ha due possibilità di scelta: metterle a credito per gli anni successivi, oppure farsele liquidare con bonifico bancario da parte del Gse.

Nel precedente esempio, i 90 Euro di eccedenza possono essere messi ‘a credito’ per i conteggi dell’anno successivo, nel calcolo del “Valore dell’energia Immessa” e del “Valore dell’energia prelevata”, oppure possono essere liquidati dal Gse. Alla fine del primo anno il titolare dell’impianto può comunicare la sua scelta sul portale del Gse (nella propria area riservata) tra “messa a credito” e “liquidazione monetaria”. La scelta tra ‘messa a credito’ e ‘liquidazione delle eccedenze’ può essere modificata alla fine di ogni anno.

Attenzione che le eccedenze vengono tassate come una rendita
Attenzione che le eccedenze vengono tassate come una rendita

Una nota importante: la liquidazione dell’eccedenza viene considerata ai fini fiscali come se fosse una vendita; dunque, pur non essendo necessaria la partita iva, va aggiunta alla dichiarazione dei redditi come “Reddito Altro o Occasionale”.

Partendo dal presupposto che un impianto studiato su misura non dovrebbe dare delle grosse eccedenze, soprattutto se dotato di sistema di accumulo, il mio consiglio, visto le esigue cifre che vengono liquidate ed anche in relazione al fatto che queste cifre vengono tassate, è quello di accantonare l’eccedenza almeno per i primi due anni in modo da decidere poi eventuali ulteriori mosse di efficientamento energetico. Un esempio? Ridurre ulteriormente le spese di casa  (vedi gas per riscaldamento) ed utilizzare solo l’energia elettrica anche per riscaldare. Ma di questo parleremo in uno specifico articolo dedicato. Stay tuned!

Per una consulenza specifica questi sono i miei contatti.

Fotovoltaico e “smaltimento sostenibile”

Una notizia interessante per il binomio fotovoltaico e smaltimento dei pannelli.
Un gruppo di ricercatori della Corea del Sud ha trovato un sistema di riciclo più sostenibile che non prevede l’utilizzo di una sostanza chimica altamente tossica come l’acido fluoridrico. Solitamente, dopo aver recuperato i wafer di silicio da una cella fotovoltaica esausta, li si tratta con questa sostanza inquinante e nociva. (che va trattata con estrema cura e che ha anch’essa dei processi e quindi dei costi di smaltimento). Una ricerca condotta in tandem da scienziati del Korea Electronics Technology Institute e del Korea

smaltimento pannelli fotovoltaici
smaltimento pannelli fotovoltaici

Interfacial Science and Engineering Institute ha prodotto risultati sorprendenti. Infatti, dal loro lavoro congiunto è nato il primo sistema di riciclo sostenibile per il fotovoltaico. I  pannelli vengono prima riscaldati a 480 °C in un forno al fine di vaporizzare il collante che lega i wafer di silicio  al loro interno. A differenza delle precedenti prove effettuate si è scoperto che i wafer non si rompono durante il riscaldamento se la temperatura viene fatta salire di 15 °C al minuto.
Una volta che un wafer integro è stato rimosso dal pannello, l’elettrodo d’argento viene estratto dalla sua superficie superiore con acido nitrico (questo, ancora, non si è riusciti ad eliminarlo). Il rivestimento antiriflesso, l’emettitore termico e gli strati di giunzione p-n vengono poi polverizzati in una rettificatrice. Infine, l’idrossido di potassio stacca l’elettrodo di alluminio dal lato posteriore del wafer. Le nuove celle solari rigenerate, assicurano gli esperti, garantiscono prestazioni identiche a quelle ricavate da materia prima.

Riciclo sostenibile dei pannelli. Risparmio e tutela dell'ambiente
Riciclo sostenibile dei pannelli. Risparmio e tutela dell’ambiente.

Poiché nei prossimi anni si andranno a smaltire sempre più pannelli fotovoltaici, ben vengano queste innovazioni che permettono non solo di inquinare molto meno, ma anche di rigenerare i materiali per donare loro vita nuova ad altissima efficienza. Un altro passo avanti quindi per quanto concerne l’efficienza e la sostenibilità delle energie rinnovabili. Se da un lato abbiamo pannelli più prestanti, materiali più resistenti, sistemi di gestione più efficienti, dall’altro si stanno facendo passi interessanti anche per quanto concerne lo smaltimento e il riutilizzo sostenibile dei pannelli esausti.

Per avere ulteriori informazione sul riciclo dei pannelli fotovoltaici e sull’importanza di affidarsi ad aziende che lo prevedono già in fase di consulenza iniziale clicca qui.
Per il vademecum delle cose fondamentali da sapere prima di montare un impianto fotovoltaico, clicca qui.

Fotovoltaico tradizionale – on grid – off grid

Rispondo tramite questo articolo al sig. Gianni che mi chiede quali siano le possibilità per installare un accumulo ed in cosa si differenzi un sistema con accumulo dal sistema fotovoltaico tradizionale.

Facciamo subito una macro divisione: 1) fotovoltaico tradizionale, 2) fotovoltaico on grid 3) fotovoltaico off grid.

  1. fotovoltaico tradizionaleGli impianti fotovoltaici tradizionali sono la forma classica di impianto fotovoltaico. Funzionano attraverso la luce solare che raccolta dai pannelli fotovoltaici viene trasformata immediatamente in energia elettrica continua e successivamente in alternata grazie ad un trasformatore che in gergo è chiamato inverter . La corrente alternata è poi subito utilizzabile all’interno dell’abitazione, riducendo al minimo la richiesta di energia dall’esterno (rete ENEL o altro gestore), oppure può essere venduta alla rete elettrica con il sistema dello “scambio sul posto”.
  2. sistema_off-gridFotovoltaico off-grid (anche detto “ad isola” o “stand alone”) L’impianto fotovoltaico off-grid è dotato di un sistema di accumulo di energia (batterie di accumulo che possono essere di diverso tipo) ed è l’ideale per abitazioni, edifici e strutture mobili (camper, roulotte, barche) che non hanno la possibilità di collegarsi alla rete elettrica nazionale o vogliono rendersi completamente autonome dal fornitore di energia.
    Permette di usufruire, in maniera stabile e continua, solo dell’energia prodotta dall’impianto e, in caso di emergenza, è possibile collegarsi al gestore elettrico (ove presente).
  3. on gridIl Fotovoltaico on-grid è l’impianto fotovoltaico che unisce i vantaggi dei sistemi tradizionale e off-grid. L’impianto fotovoltaico on-grid utilizza l’energia del sole per servire l’utenza e caricare le batterie d’accumulo al fine di utilizzarle durante le ore buie (sera/notte o quando non c’è il sole anche di giorno). È’ molto importante che gli inverter di questi impianti siano certificati CEI-021, quindi idonei per vendere l’energia prodotta in eccesso alla rete elettrica nazionale attraverso il sistema di scambio sul posto.

Ma quanto posso risparmiare con un pianto fotovoltaico? Qui potete vedere dei dati reali e rendervi conto di quanto sia possibile risparmiare anche senza cambiare le proprie abitudini

E quanto con un impianto con accumulo? Per scoprire di più sugli accumuli puoi leggere qui  ed anche qui

Per consulenze specifiche: ecco i miei contatti.

Come aumentare il valore di un immobile con le rinnovabili

vendere casaChe il fotovoltaico, il termico e gli interventi di risparmio energetico siano un investimento da fare lo ho spiegato più volte (e qui se ti fosse sfuggito ti spiego il perché). 

Tra le cose da sapere sul fotovoltaico (eccole qui) ho accennato anche a questo importante fattore economico di rivalutazione del valore immobiliare.

efficientamento energeticoChi mette il fotovoltaico in casa infatti, non ha solamente il beneficio di poter ridurre le spese energetiche per gli anni a venire ma mettere il fotovoltaico sul tetto di casa è anche un investimento “immobiliare” perché ne aumenta il valore.

rivalutazione immobiliareE’ assodato che chi mette un impianto fotovoltaico sul tetto di casa ne aumenta il valore commerciale. Vediamo ora come un impianto fotovoltaico aumenta il valore dell’immobile? Quali sono i criteri utilizzati? Come misurare il suo potenziale?

  1. L’immobile ha bisogno di meno energia (elettrica o termica che sia) e pertanto ha minori costi di gestione
  2. L’immobile è più appetibile per eventuali acquirenti 
  3. L’immobile consumando meno non risente dei costanti aumenti di costo delle energie
  4. L’immobile che consuma meno e meglio mi permette di non inquinare e quindi mi fa anche stare meglio

Ma posso quantificare di quanto aumenta il valore? L’aumento stimato varia dal 4% all’8% a seconda delle tipologie di intervento e della grandezza dell’immobile. Di fondamentale importanza sono ovviamente garanzie, certificazioni e qualità dei materiali installati.aumento valore immobiliare

Quanto ti rendono quei soldi in banca? Poco? Prova a vedere qui quanto ti rende invece un investimento in energie rinnovabili! 

Sei ancora dubbioso? O forse non hai soldi da investire? Allora lascia che ce li metta qualcun altro per te e goditi la casa ripagandoti gli impianti con il risparmio!